Forever young Una divertentissima commedia diretta da Fausto Brizzi che racconta dei Peter Pan di tutte le età.
Forever young
Forever Young è un film a episodi incrociati tra loro che hanno al loro centro la medesima tematica che Fabrizio De Andrè, prendendo in prestito i versi dalla sua canzone “Un giudice” risolverebbe così: “è triste trovarsi adulti senza essere cresciuti”. Così, si racconta di Franco (Teo Teocoli), un avvocato rampante di sessant’anni pazzo per lo sport prediligendo la maratona che decide di mettere la testa a posto e di calmarsi un poco solo quando scoprirà che sua figlia Marta (Claudia Zanella) e il compagno Lorenzo (Stefano Fresi) lo renderanno nonno.
C’è Angela (Sabrina Ferilli), una bellissima estetista di quasi cinquant’anni che stringe una relazione con Luca (Emanuel Caserio), studente universitario di venti anni senza sapere che si tratta del figlio di Sonia (Luisa Ranieri), la sua migliore amica in cerca di toy boy. C’è Diego (Lillo) dj che viene silurato dalla radio per cui lavora per favorire una giovanissima new entry. Giorgio (Fabrizio Bentivoglio), datore di lavoro di Diego, e compagno della giovanissima Marika (Pilar Fogliatti) che, però, tradisce con la coetanea fisioterapista Stefania (Lorenza Indovina).
Il trailer
Il film
Dopo aver partecipato alla regia dell’ultimo cinepanettone Natale ai Caraibi (assieme a Neri Parenti, Marco Martani e Domenico Saverni) Fausto Brizzi torna dietro la macchina da presa regalandoci la brillante commedia Forever Young. Il regista torna alla grande sul grande schermo regalando al pubblico una diverte e piacevolissima commedia come, forse, da diverso tempo non accadeva. Si tratta di un film pulito, divertente, privo di volgarità e ricco di sano senso dell’umorismo in cui un gruppo di cinquantenni e sessantenni si ritrovano a fare i conti con la loro età.
Brizzi parte da uno spunto (apparentemente) semplice per dar vita a una commedia – se vogliamo – dolceamara ma colma di divertimento. È una sorta di ammonimento bonario nei riguardi di quegli inguaribili Peter Pan che faticano a separarsi dalla propria giovinezza, dai ruggenti anni Ottanta, che non ammettono di essere ormai genitori, uomini e donne maturi con delle responsabilità e delle importanti scelte da prendere e portare avanti. Tutto questo avviene senza alcuna forma di moralismo né di qualunquismo né, ancora, di finto perbenismo. Semplicemente si ride e si sorride di questo modo di essere che – forse – in un modo o in un altro, appartiene un poco a tutti.
A Fausto Brizzi va sicuramente il merito di aver confezionato un film che non poco ricorda quelle bellissime commedie anni Cinquanta e Sessanta strizzando un poco anche l’occhio al Bruno (Vittorio Gassman) de Il sorpasso che Dino Risi realizza nel 1962.
E bravissimi sono tutti gli attori ma una menzione tutta speciale va alla simpatia e alle zampate di comicità di Lillo (che sfrutta tutta la sua maestria radiofonica e parte dei suoi personaggi che propone in radio), di Stefano Fresi e della comicità surreale di Nino Frassica che interpreta un direttore di una radio religiosa che è “un peccato non ascoltare”. Questi attori sono eccellenti nel rendere i loro personaggi sul grande schermo forti dei loro accenti e della loro tutta personale vis comica.
Si spera il meglio per questa commedia che, distribuito da Medusa, sarà nelle sale a partire dal prossimo 10 marzo e le risate, i sorrisi e l’ironica autoanalisi del pubblico tutto non verrà meno.