Il sorpasso: un film cult della commedia all’italiana

Giugno 1962: usciva sugli schermi “Il sorpasso,” un film immediatamente destinato a entrare nel novero delle pellicole cult del cinema mondiale. Tutto quello che vorrete sapere in questo articolo

Il manifesto del “boom” economico

Ambientato in una Roma assolata e deserta il 15 agosto ,il film di Dino Risi, unanimamente riconosciuto come capolavoro del regista, si colloca come manifesto del boom economico per le tematiche affrontate: l’importanza della villeggiatura non più status riservato ai pochi ricchi, ma allargato democraticamente a tutti, tanto da rendere le città nella giornata clou di Ferragosto dei luoghi spettrali dove i pochi sfortunati sopravvissuti si aggiravano sperduti in cerca di aiuto e conforto.
Altro mito dei primi anni Sessanta : l’automobile. Non a tutti capitava la fortuna del protagonista Bruno Cortona, magnificamente interpretato da un Vittorio Gassman ormai quarantenne e lanciatissimo nel ruolo del cialtrone sfigato e pavone ,di possedere una splendida Lancia Aurelia, ancor’ oggi nei sogni di molti collezionisti, ma ogni mite ragioniere era disposto a firmare valanghe di cambiali pur di aggiudicarsi una Cinquecento o una Seicento con cui portare in gita la famigliola.

L’importanza di essere “vincenti”

Cortona è il simbolo dell’uomo che vuole essere vincente: poco istruito, volgare, spavaldo, fa l’amicone con tutti e tenta ardite interpretazioni psicologiche. Convinto seguace del dio denaro, sa che l’importante non è essere, ma avere e quindi sfoggia la sua macchina come un trofeo di caccia. Si contrappone a lui il giovane studente Roberto Mariani ( calzato a pennello dal francese Jean-Louis Trintignant), timido esponente della piccola borghesia romana che, in questo particolare momento storico, si avvale dell’ascensore sociale rappresentato dagli studi universitari, più accessibili rispetto al passato ,per ottenere un posto tra gli arrivati.

“Road movie” all’italiana

Ambientato per gran parte per strada, il film è ascrivibile alla categoria dei road movies che considerano il viaggio come metafora della vita. Per Roberto, giovane piuttosto incline agli accomodamenti, l’incontro con Bruno è un’iniziazione.Progressivamente ,lo spettatore lo vede gradualmente modificare il suo approccio con il prossimo. Roberto passa da un’arrendevolezza adolescenziale a una maggiore consapevolezza, simboleggiando l’italiano dell’epoca fiducioso che però si rende poi conto che in realtà il miracolo economico tanto millantato è in realtà un bluff.

Una commedia “sui generis”

Per le diverse sfaccettature caratteriale dei due interpreti, per l’inserimento di scene realistiche ( i quartieri nuovi sorti a ridosso di Roma ,ambientazione di molti film di Pasolini), per le analisi sottese e approfondite dei valori e pseudovalori dell’epoca, per la conclusione inaspettata e tragica, il film può essere definito una commedia sui generis tesa a catturare abitudini e modi di pensare di un momento distortamente considerato felice.
Si consiglia di vedere la pellicola in uno dei suoi prossimi passaggi televisivi e di soffermarsi sui tanti “segni” della storia.

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