Monster Seafood Wars è un film di fantascienza/commedia del 2020 diretto da Minoru Kawasaki con protagonisti Yûya Asato, Ayano Yoshida, Hide Fukumoto, Kei Grant e Hikomaro. Il film è stato presentato in anteprima al Be Afraid Horror Fest su MYmovies.
Monster Seafood Wars
Yuta è un ragazzo che mentre stava per consegnare alcuni “pesci“, ha “un incidente” con la bici e perde di vista i suoi “pesciolini”. Si tratta di un calamaro, un granchio e un polipo, che vengono sottoposti a una mutazione “genetica” e quindi si trasformano in mostri giganti che terrorizzeranno l’intero Giappone…
Kaijū, un genere che ha unito intere generazioni
Per Kaijū si intende un tipo di cinema con mostri giganti, il più famoso è Godzilla. In principio, ciò che trasformava degli animaletti in mostri giganti, erano le mutazioni dovute all’inquinamento atomico e quindi erano film che nascondevano una critica su tutto ciò che riguardava la bomba nucleare e le radiazioni.
Film in cui si parlava di un Giappone devastato dagli effetti della guerra. Col passare degli anni questa critica è diminuita e si è passato col fare film sui mostri col semplice scopo di “divertire” e non più creare una sorta di denuncia politica e sociale.
Minoru Kawasaki si è ispirato in gran parte a quel tipo di Kaijū, e già in passato il regista si era fatto conoscere per opere “trash” quali Calamari Wrestler o Crab Goalkeeper, film stralunati e strampalati che strappavano più di un sorriso, ma che nascondevano diverse metafore sulla vita.
Proprio il Calamaro Gigante credo derivi dal suo omonimo film. Questi
tre “mostri” che si faranno la guerra, non sono effetti collaterali delle radiazioni atomiche, ma sono frutto di una mutazione genetica creata dall’uomo. È un film che quindi critica l’uomo e non la società, dando vita ad alcuni spunti interessanti, soprattutto per quanto riguarda le ricerche scientifiche…
Monster Seafood Wars, l’appetito vien guardando
Il film è strutturato quasi come un documentario, dove le persone intervistate raccontano gli eventi che sono già successi. Vengono presentati diversi personaggi e ognuno di loro ha una prospettiva diversa.
I mostri appaiono in sequenze sparse qua e là, sembra che il regista fosse più interessato alle relazioni interpersonali che a quelle “mostruose“. Tra
interviste, spiegazioni scientifiche e una improvvisata storia d’amore, il film prende una piega inaspettata quando “assaggiano” della carne di “mostro“.
Da lì in poi il film diventa una sorta di Masterchef dove gli intervistati si improvvisano cuochi e danno consigli su come mangiarla al meglio. È semplicemente una tattica del regista per parlare metaforicamente del consumismo dilagante del Giappone.
Ma se in molti credono che quei mostri siano stati creati per distruggere la nazione, in realtà il loro scopo è più “umano” di quanto non si creda.
Infatti il creare animali/mostri giganti è una soluzione per eliminare la fame nel mondo.
Un solo calamaro gigante infatti potrebbe sfamare migliaia di famiglie, e forse, e sottolineo forse, il mondo non sentirebbe più il bisogno di farsi la guerra per “sopravvivere“. Il mondo immaginato da Kawasaki è un posto in cui la fame è solo un lontano ricordo, ed anche quello in cui i “mostri” servono solo a divertire i più piccoli.
Si crea così una sorta di simpatia nei loro confronti, perché ciò che mangi non può essere cattivo. Ecco che quindi da film di fantascienza si trasforma in un reality show culinario… Folle? Sì, ma non folle tanto quanto i vecchi lavori del regista…
Giudizio personale su Monster Seafood Wars
Chi mi conosce sa quanto io amo questo genere di film. Sono fatti apposta per far spegnere il cervello, alleviano lo stress e ci regalano soltanto sorrisi. Chi mai farebbe un film dove un calamaro gigante, un polipo gigante ed un granchio gigante si prendono a sberle? Solo Minoru Kawasaki, un regista appassionato di un genere folle e strampalato.
A differenza dei suoi precedenti lavori però, Monster Seafood Wars risulta più lento e a tratti noioso, poiché ai tre pesci non viene dato il giusto spazio e ci si concentra di più sulle persone.
È trash? Assolutamente si, ma non quel tipo di trash che guarderesti all’infinito, perché se ho voglia di lezioni di cucina preferisco guardare Masterchef con Joe che esclama “This dish Is a shit…“.
Purtroppo non è il Kawasaki del “Calamari Wrestler“, film che consiglio di vedere per farsi una cultura e per ridere di gusto…
Se il film ti è piaciuto, dai uno sguardo alle altre nostre recensioni “orientali” come Snowpiercer e gli altri articoli della mia rubrica.