Godzilla: il (maestoso) ritorno del Re

Dopo una lunghissima lavorazione e un notevole sforzo produttivo torna al cinema per l’ennesima volta il degno avversario orientale dell’americano King Kong, nato cinematograficamente nel 1954 ed oggi in 3D per la regia di Gareth Edwards: in sala dal 15 Maggio arriva Godzilla.

Godzilla

Lo scienziato Joseph Brody (Bryan Cranston; Breaking Bad, Argo) perde la moglie a seguito di un fortissimo terremoto in una centrale nucleare in Giappone, dove vivono con il figlio Ford (Aaron Taylor-Johnson; Kick-Ass 2, Anna Karenina). Quindici anni dopo, il figlio diventato tenente tornerà in Giappone per recuperare il padre, ormai apparentemente folle perché alla ricerca della verità sulla morte della moglie. In quell’occasione accadrà qualcosa di devastante tanto da pensare che forse e le congetture del dottor Brody potrebbero avere un fondo di verità.

Trailer del film:

Reboot

Alla fine ci sono riusciti. Nel 1998 usciva il Godzilla di Roland Emmerich, scritto dagli sceneggiatori di “Pirati dei Caraibi” e, per quanto vinse al botteghino, fu una delusione totale per la critica e i fans della bestia nipponica, dal momento che stravolgeva totalmente le sue origini e l’essenza del personaggio a favore di un pop-corn movie, divertente ma lontano mille miglia dal titolo che portava.

Godzilla nasce al cinema nel 1954 con il film di Ishiro Honda che permette così al Giappone di avere un degno concorrente d’incassi e non solo al corrispettivo americano King Kong. Le due icone non tarderanno anche ad incontrarsi nel (discutibilissimo) cross-over del 1962.

Quello che salta subito all’occhio dello spettatore e del fan più accanito è di certo la cura minuziosa e il rispetto che il regista Edwards ha nei confronti della materia che tratta e dell’iconica che porta al cinema con non poca responsabilità alle spalle. Ottima la scelta del trittico di sceneggiatori, accostando il regista-sceneggiatore Frank Darabont (Le ali della libertà, The Mist, Il miglio verde) a David Callaham (La trilogia dei mercenari, The Horseman) e Max Borestein, con soggetto di David S. Goyer (La trilogia del Cavaliere Oscuro) e David Callaham.

Uomo e mostro

Non vi è dubbio che quello che abbiamo davanti sia in pieno un blockbuster a stelle e strisce, con le classiche battute ad effetto, frasi a chiusura, prevedibilità e grandi salvataggi. Ma c’è anche altro. La profondità legata al personaggio interpretato da Bryan Cranston e la sua elegante e ottima interpretazione rendono i suoi momenti senza dubbio i migliori.

Extended look:

Lo spazio su copione tra uomo e mostro è abbastanza equilibrato, lasciando nella prima parte spazio ai primi e sul finale ai secondi, per quanto si potrebbe facilmente sentire il peso delle due (forse eccessive) ore di durata. Il punto di contatto tra i due mondi resta certamente più che discutibile.

È sicuramente affascinante ed appagante invece vedere nuovamente quest’icona del cinema di fantascienza rappresentata secondo le sue vere origini: torna centrale come nel film del 1954 il tema dei rischi legati all’energia nucleare, legate direttamente ai mostri raccontati e ai motivi che porteranno allo scontro finale.

Old is Cool

Probabilmente questo è uno di quei film che piace o non piace, per il semplice motivo che, nel richiamare temi, icone e un accompagnamento sonoro che si rifà al cinema di fantascienza anni cinquanta decide di optare per una narrazione che si prende assolutamente sul serio, allontanandosi dai canoni ormai raggiunti da Hollywood dal 2000 in poi della leggerezza e della briosità.

Ma è di certo la cosa che più colpisce la voglia di mettere insieme tanto gli effetti visivi e sonori di altissimo livello quanto una fotografia, un clima sonoro e contenutistico che richiama invece il passato per rendere omaggio e finalmente ritornare a questa icona ciò che gli spetta. Senza dubbio, quindi, questo film va ai primi posti tra i migliori reboot di genere fantascientifico insieme a L’alba del pianeta delle scimmie.

E il regista Gareth Edwards da adesso in poi sarà di certo da tenere d’occhio, dopo questo film e il suo ancor più brillante esordio con il fantascientifico e minimale Monsters (2010).

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