Immagino di non essere la persona più competente per parlare del sequel di Sex and the City. Non ho visto il primo film, e solo qualche volta mi capita di imbattermi (in genere forzatamente, quando la mia ragazza non cede il telecomando) in qualche spezzone della serie.
Ammetto, però, che l’argomento mi diverte. Mi diverte che per parecchie mie amiche e conoscenti (e non necessariamente fashion victims), Sex and the City sia una sorta di sacra bibbia.
Mi diverte sapere che su facebook esistono gruppi geniali come “TUTTO QUELLO CHE SO NELLA VITA L’HO IMPARATO DA SEX AND THE CITY”. Cose così. Questo fenomeno mi diverte, in poche parole, perché non sono mai riuscito a comprenderlo (e mai ci riuscirò, credo, a meno che non comincino a venirmi le mestruazioni).
Ma ultimamente, in occasione dell’uscita di questo sequel cinematografico, le cose sembrano cambiate. Le fans che si erano precipitate al cinema la prima volta, se ne restano a casa. E soprattutto leggo in giro che “Sex and the City 2” non è solo quel formidabile inno alla vacuità esistenziale che siamo abituati a conoscere: stavolta è anche davvero brutto, incredibilmente e spudoratamente brutto (e chissà cosa ne dirà kritikokattivo)
Ovviamente mi guardo bene dall’andare al cinema per verificare di persona, però posso citare qualche commento preso a caso. Il prestigioso Times, per esempio, lo ribattezza “Menopausa nel deserto”: “Le quattro brillanti newyorkesi della serie televisiva hanno subito una metamorfosi in turiste lobotomizzate… che ridono alle donne in burqa e chiedono che cos’è un suq? Ancora peggio, i loro costumi sono una via di mezzo tra Primark e Bollywood” (leggi la recensione di “Sex and the City 2” su timesonline).
Il Corriere.it, che a sua volta cita la recensione del Times, titola “Sex and the city 2, 145 minuti di noia”. E Maria Laura Rodotà, sempre sul Corriere, sintetizza così: “Un film da incriminare per circonvenzione di anziane”.
Il Cielo Sopra Milano fa notare comunque come vi siano “alcune delle blogger giornaliste che lavorano con me e ci sono andate..e ovviamente ne parlavano come Mereghetti parla di Kurosawa”. E girando un po’ in rete, effettivamente, ci si imbatte anche in resoconti entusiasti come questo.
E voi? Se qualcuno ha avuto il coraggio di affrontare la visione di quest’opera, si faccia avanti!
Io sono una fanatica della serie, al punto che a New york ho comprato il carissimo pacchetto turistico x visitare i luoghi della serie.
Il film mi ha fatto letteralmente PENA.
La piu’ bruttina che incarna il ruolo della sapientina, Carrie insoddisfatta perenne, alla ricerca di non si sa che cosa, Mr Big che arrivato al terzo matrimonio fa finta di scandalizzarsi per un bacio fugace della consorte
E poi Samantha , dalla classe del sesso ai piani alti, diventa emblema della porcona da balera tra camporelle selvagge e primi piani alle erezioni di uomini già attempati.
Per carità, 7 euro e 20 buttati.
Anch’io ammetto di essere una “vittima” della serie Sex and the City; credo di aver visto tutta la serie, dalla prima all’ultima puntata, almeno tre volte e di conoscere a memoria quasi tutte le puntate. Devo dire che il primo film l’ho visto e non mi ha affatto entusiasmato; questo sequel invece non lo vedrò affatto. Ho la sensazione (amplificata dalle recensioni apparse qua e là, ora messe insieme in questo amabilissimo articolo di Massimo a cui faccio i miei complimenti) che il film sia deludente e che non rispecchi l’amata serie a cui tante sono rimaste affezionate. Ho paura di vedere “cadere un mito” e, sinceramente, voglio ricordare le quattro ragazze così come le ho conosciute…