E’ dal 16 maggio al cinema Il grande Gatsby, la nuova impresa di Baz Luhrmann con Leonardo Di Caprio, Tobey Maguire e Carey Mulligan. Ecco cosa ne pensiamo noi di cinemio.
Non è stato accolto con molto entusiasmo al Festival di Cannes Il grande Gatsby, nuova versione, questa volta del poliedrico Baz Luhrmann, di una delle più note opere dello scrittore Francis Scott Fitzgerald. Ma nella redazione di cinemio la pensiamo diversamente.
Il grande Gatsby
L’ultimo film del regista Baz Lurhamann Il Grande Gatsby è tratto dall’omonimo romanzo del famoso scrittore Francis Scott Fitzgerald e narra la storia di Jay Gatsby attraverso la voce dello scrittore Nick Carraway. Gatsby è un personaggio ricchissimo e organizza grandi feste a cui partecipano tutti cittadini di New York. Il suo stile di vita mondano, però, nasconde una grande solitudine sottolineata dal fatto che nessuno degli invitati conosce davvero il padrone di casa; su di lui girano varie storie: per alcuni è stato una spia tedesca, per altri un omicida.
Nick riceve un invito per una delle grandi feste e conosce il giovane Gatsby, affascinante e raffinato gentiluomo, con cui stringe subito amicizia. Gatsby comincia allora a raccontare la storia della sua fortuna al nuovo amico e lo scrittore viene a sapere del vecchio rapporto amoroso tra il miliardario e Daisy, una sua cugina sposata con il ricchissimo Tom Buchanan. Sarà proprio Nick a far incontrare i due per riaccendere la fiamma della passione spenta un tempo prima.
Io ho apprezzato molto il film perché riprende lo sfavillante mondo degli anni Venti, in America, nell’età del jazz, del proibizionismo, delle Borse che fruttavano agli intraprendenti del mercato finanziario copiosi guadagni: in poche parole gli anni del mito americano, con tutta la sua incoerenza e dissolutezza. Nel film i rapporti tra i personaggi sono costruiti sulla superficialità e sulla menzogna e l’unico rapporto vero e che sopravvive è quello tra Jay Gatsby e Nick. Quest’ultimo è infatti il silenzioso testimone disgustato da questa spirale distruttiva: il sogno americano e il sogno di Gatsby sono destinati a fallire ma Gatsby non demorde. Come dice Nick, la sua qualità è la speranza, lui ne è l’incarnazione.
Baz Luhrmann ripropone nel suo film inquadrature luminose e sgargianti, da’ ampio spazio e carica all’immagine, sempre senza dimenticare la recitazione e una sceneggiatura quasi mai superficiale. La colonna sonora ci trasporta al centro delle scene di ballo insieme ai personaggi che ballano il charleston e il foxtrot mixati con l’hip-hop. Un’idea ben riuscita, ricordandosi sempre che è una rilettura post-moderna dell’opera. I costumi ben curati nei dettagli e in sintonia con l’epoca ci ricordano la “classicità” dell’opera. Il film merita, è una gioia per gli occhi. Aspettative non deluse, per niente noioso.
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