Uscito il 27 marzo, il biopic dedicato a Yves Saint Laurent non si limita alla mera celebrazione dello stilista francese. Legge qui la mia opinione.
Chi è Yves Saint Laurent
Nato nel 1936 a Orano nell’Algeria francese e deceduto cinque anni fa nella città d’elezione Parigi, Yves Saint Laurent è sicuramente stato uno dei più celebri stilisti del XX secolo nonché uno dei maggiori business men mondiali. Iniziò a lavorare giovanissimo per Christian Dior.
Innamorato del teatro e della letteratura, raffinato e originale, Saint Laurent divenne un’icona di gusto e di stile rapidamente raggiungendo l’apice della fama tra gli anni Sessanta e Settanta.
La casa di moda con il marchio YSL chiuse nel 2002 e oggi il marchio vive ancora sotto l’egida di Gucci.
Ascesa di un genio
Il film, come molti biopic realizzati negli ultimi anni, non si occupa dell’intera esistenza dello stilista di origine algerina ( e algerino è anche il regista della pellicola Jalil Lespert) ma affronta altresì un ventennio importantissimo per Yves Saint Laurent esattamente tra il 1956 e il 1978 , anni che vanno dal suo ingresso a soli ventuno anni nella casa di moda di Christian Dior fino al massimo fulgore.
Tratto dal libro scritto da Laurence Benaim, Yves Saint Laurent parla non tanto della carriera professionale dello stilista per soffermarsi invece sull’artista tout court, le sue fragilità e nevrosi e soprattutto sulla sua relazione di affari e d’amore con il socio Pierre Bergè. Omaggio al creatore della celebrata casa di mode YVL, la pellicola tralascia quasi completamente l’analisi dell’opera dello stilista anche se , grazie anche alla collaborazione di Bergé, mostra dei modelli originali realizzati da Saint Laurent ed è particolarmente accurato nella scelta dei costumi e delle atmosfere dell’epoca raccontata.
Yves e Pierre
Il regista enfatizza e si focalizza sulla travaglia love story tra Yves e Pierre Bergè non mancando di analizzarne i tradimenti e la relazione di elezione che lo stilista ebbe per la modella Victoire ( Charlotte Le Bon) e per la sua musa e braccio destro Loulou De la Falaise.
Non sarebbe stato facile realizzare a distanza di poco tempo un altro film su Saint Laurent dopo L’amour fou di Pierre Thoretton senza l’interpretazione di Pierre Niney, attore della Comèdie française , assai somigliante al defunto stilista ma soprattutto maniacalmente bravo a calarsi nei panni del suo personaggio così come accade per Guillaume Gallienne ( Tutto suo madre) che interpreta il compagno Bergè.
Valida sinergia tra i co-protagonisti e gli altri attori della pellicola, atmosfere glamour per un biopic di sicuro impatto.