Dopo aver realizzato inquietanti scene in The Conjuring, Leonetti passa alla regia per svelare le origini della bambola posseduta dal demonio.
Dopo l’enorme successo di The conjuring – L’evocazione, costato circa venti milioni di dollari e riuscito ad incassarne in tutto il mondo oltre trecento, sulla lavorazione del sequel erano state ormai ritirate le scommesse. Gli unici interrogativi ancora aperti erano la data di uscita e su cosa vertesse. Ora abbiamo le risposte: Annabelle è il prequel di quel film e racconterà come tutto è iniziato. Esce il 2 Ottobre in Italia, addirittura un giorno prima dell’uscita a stelle e strisce.
Annabelle
Mia e John sono una giovane coppia in attesa di un bambino. E in regalo dal marito, per questo lieto evento, Mia riceverà una rara bambola vintage per la sua ricca collezione. Questo clima così idilliaco però verrà presto spezzato da un tragico evento. Durante una notte, dei satanisti irrompono nella loro abitazione. La nostra coppia riuscirà a sopravvivere ma un po’ di sangue di uno dei pazzi criminali finirà sulla bambola che dà il titolo a tutta la storia. Sarà l’inizio di un incubo.
Gran parte della vecchia troupe si ritrova in questo secondo capitolo. Alla produzione c’è James Wan, regista dello scorso film, mentre alla regia troviamo John R. Leonetti, precedentemente direttore della fotografia. Colonna sonora composta nuovamente da Joseph Bishara. E la musica, come anche la fotografia, sono tra gli elementi fondamentali in questi due lavori. Annabelle ha infatti un grande pregio. Sa terrificare il pubblico senza uso di particolari effetti speciali ma solamente amalgamando per bene dei semplici ingredienti come il gioco delle luci e gli effetti sonori. Ed il risultato è stato così calibrato che nello spettatore si crea una continua tensione e un’angosciante curiosità su quale sarà il fotogramma successivo della pellicola. Non saranno pochi i balzi dalla poltrona garantiti. Si potrà anche discutere sulla validità dello script ma è chiaro che l’obiettivo ultimo di questo film è un altro: spaventare. E bisogna dargli atto che ci riesce. D’altronde non era facile confrontarsi con il fratello maggiore The conjuring ed un maestro come James Wan. Ma ora, a lavoro ultimato e visionato, il raffronto regge per bene. Leonetti, quasi omaggiando un vecchio stampo del cinema di genere, ne segue i suoi meccanismi già ben oleati ed ottiene un buona riuscita.
Il pupazzo demoniaco fa parte ormai, a tutti gli effetti, di un ramo del genere horror. Come non ricordare il famosissimo Chucky di La bambola assassina? Ma l’aspetto che potrebbe rendere più inquietante la nostra apparentemente simpatica Annabelle è la realtà della vicenda. Infatti questa bambola esiste per davvero ed era stata comperata, negli anni ’70, in un rigattiere per essere il regalo di compleanno di una studentessa. Ma da regalo si trasformò ben presto in un inferno. A detta di testimonianze, la bambola si muoveva da sola, lasciava messaggi scritti e pare anche che aggredisse le persone. Al momento Annabelle è rinchiusa in una teca di vetro nel Museo dell’occulto in Connecticut, con un cartello che dice “Non aprire per nessun motivo”. Museo che appartiene proprio ai Warren, i due specialisti del paranormale protagonisti nel film.
Molte delle riprese sono state girate con tecnica “one-r”, ovvero una serie di scene filmate in un’unica volta con la macchina da presa. Il regista in merito: “Volevo rapire il pubblico e trascinarlo insieme a me, come se fossero loro stessi a svegliarsi dentro al letto per aver sentito un urlo. Li volevo far sentire al centro del brutale attacco.”