Vi perdono ma inginocchiatevi:un film monito a vent’anni dalla morte del giudice Falcone

In occasione del ventennale della strage di Capaci e a una settimana dal vile attentato di mano ancora oscura che ha visto una adolescente perdere la vita proponiamo un film tv trasmesso lo scorso 18 maggio su LA7

Un esempio fattivo di cinema impegnato








Inizia a ritroso con una miscellanea di immagini sull’attonito dolore delle donne madri e compagne degli agenti della scorta di Giovanni Falcone il film Vi perdono ma inginocchiatevi ( il titolo è dato da una frase pronunciata sull’altare ai funerali delle vittime da Rosaria Schifano giovane vedova del poliziotto Vito n.d.r.) per poi soffermarsi sulle scene autentiche e ricostruite del funerale delle vittime con il drammatico appello della giovane Rosaria che rivive in tutto il suo pathos grazie alla straordinaria bravura dell’attrice Silvia D’Amico.
La storia riparte in flashback per ricostruire le ultime ore dei poliziotti e i retroscena del servizio scorta al giudice Falcone.

Un accurato documento storico

[]

Sceneggiatura scritta grazie alla collaborazione fattiva delle vedove Schifano e Montinaro il film è un documento storico accurato e preciso che segue dietro le quinte cosa c’è una scorta a un personaggio importante ( Si pensi all’appello che Cupone, interpretato da Tony Sperandeo fa al suo superiore nel tentativo di far muovere il giudice in elicottero respinto perché costava troppo).
Il film si distingue dalle solite pellicole commemorative che in questi giorni si avvicendano sugli schermi televisivi perché non focalizza la vicenda sul giudice vittima principale dell’attentato ma sui suoi tre uomini che contribuivano alla sua sicurezza, di estrazione piccolo borghese e che svolgevano il loro incarico con impegno e fede, ma anche perché costretti dal bisogno ( Montinaro, interpretato da Francesco Venditti, figlio del cantante Antonello scambia il turno con un compagno, di fatto salvandogli la vita perché uno straordinario nel pomeriggio del sabato gli faceva incrementare di molto la busta paga).

Le “donne” della scorta














Poiché alla sceneggiatura hanno collaborato preziosamente le due vedove di due agenti, la pellicola si occupa delle reazioni di queste due donne interpretate da Silvia D’Amico e Raffaella Rea, entrambe giovanissime all’epoca dei fatti ( Falcone, sua moglie e la loro scorta vennero ammazzati presso Capaci il 23 maggio 1992 n.d.r.) e entrambe madri di figli piccolissimi, addirittura in culla come nel caso di Rosaria, ventidue anni nel 1992.
Le due giovani non sono le donne passive e rassegnate a cui film e letteratura ci hanno abituati ma persone che dividevano in piena parità la loro esistenza con i compagni e che vogliono sapere la verità sulla loro sorte senza pietismi.
Ricostruzione solida che si raccomanda di vedere al prossimo passaggio televisivo o sul sito de La7 che ha trasmesso per prima la pellicola. Film patrocinato dalla Regione Sicilia e diretto da Claudio Bonivento. Tra gli interpreti anche Massimo Ghini e Gigi Buruano.

Leave a Reply