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Jurassic World: il ritorno dei giganti preistorici

Dopo 22 anni riapre le sue porte il leggendario parco. Questa volta protagonista di Jurassic World sarà il mastodontico Indominus Rex, feroce dinosauro creato in laboratorio.

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Jurassic World

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Per chi è cresciuto ed ha amato la celebre saga di Jurassic Park, quando in sala le luci si spengono e dopo poco riecheggia quel tema musicale che ha fatto la storia è difficile non provare un senso di piacere. A distanza di quattordici anni dall’ultimo episodio, con Jurassic World abbiamo un nuovo capitolo sui dinosauri del “Jurassic Park”. Il primo di quella che potrebbe essere, box office permettendo, una nuova trilogia.

Questo nuovo episodio si svolge venti anni dopo gli ultimi accadimenti che interessarono Isla Nublar, l’isola al largo del Costa Rica che ospita il noto parco. Il sogno di un parco tematico dove la gente potesse visitare tranquillamente i più strani e straordinari animali che hanno vissuto sulla faccia della terra, diventa realtà.

Jurassic World accoglie ogni anno milioni di visitatori che in tutta serenità possono vivere, in prima persona, le situazioni più incredibili: dallo show del pasto del Mososauro acquatico, che salta fuori dall’acqua per divorare uno squalo, fino alla cavalcata su piccoli triceratopi. Proprio come se ci trovassimo in un delfinario o in un ranch per bambini.

A gestire tutta l’imponente struttura troviamo Claire (Bryce Dallas Howard), zia di due nipoti a cui dovrà fare da accompagnatrice per la loro visita. O perlomeno dovrebbe farlo, i suoi impegni infatti non glielo permetteranno. Protagonista maschile è Owen (Chris Pratt), esperto in comportamento animale con il compito di ammaestrare nientepopodimeno che un branco di feroci Velociraptor.

Insieme a lui, il suo socio Barry (Omar Sy). Per incrementare però gli introiti del parco e generare nuova curiosità e attrattiva verso i turisti, al genetista Henry Wu (Bd Wong) verrà affibbiata una missione oltre i limiti della scienza etica: generare un dinosauro geneticamente modificato. Così dall’incrocio di diverse razze, nascerà l’imponente Indominus Rex. Una bestia mai apparsa sulla terra che crescerà solo e in cattività. E con pochissima voglia di sottomettersi ai rigidi dettami degli umani.

 

Lo spirito d’avventura e incanto della saga iniziale rimane quasi inalterato. Se non fosse per la normale evoluzione della computer grafica o del 3D, non si direbbe che siano passati più di venti anni dal primo capitolo firmato Steven Spielberg (qui invece nelle vesti di produttore). E questo non può che essere una lode per il film. Per quanto di effetti speciali ce ne siano, ed anche ammirabili, non si è scelto di puntare tutto esclusivamente sulla spettacolarizzazione della pellicola.

Per quanto il genere si sposi alla perfezione con questa (abusata) politica. Ma invece tutto ruota intorno ad una trama lineare, senza inutili ghirigori, dove c’è la voglia di sorprendere e raccontare, non solamente mostrare. Una storia in grado di dialogare e abbracciare una platea molto ampia, senza limiti d’età.

Punito l’uomo che crede di essere il dio in terra e di poter imporre il suo volere su qualsiasi cosa, o peggio ancora quando trattasi di essere vivente. E quando la natura insorge non c’è nulla che possa tenerla al guinzaglio. In una scena, quando dei pteurosauri, giganti alati, fuggono da una specie di serra dov’erano rinchiusi e mirano ai turisti in fuga, sembra di rivedere Gli uccelli di Hitchcock. Altro titolo dottrinale sul tema della natura ribelle.

Jurassic World trailer

Una scena di Jurassic World

Gli incantevoli paesaggi visti nel film potrete ritrovarli alle isole Hawaii. Location scelta per le sue innumerevoli zone poco conosciute e dalla natura incontaminata. Fattore che ha permesso di ridurre al minimo l’uso della CGI per riprodurre quei magici ambienti di cui la trama aveva necessità.

Regista è il poco conosciuto Colin Trevorrow, qui al suo secondo lungometraggio dopo Safety not guaranteed, pellicola candidata a diversi premi. Ed è stato scelto personalmente da Spielberg che dice in merito “Avevo visto Safety Not Guaranteed e l’ultima scena è stata quella che mi ha convinto che Colin fosse la persona giusta per dirigere Jurassic World. Sono volato fuori dalla poltrona quando ho visto l’ultima scena di quel film.

Alla suggestiva colonna sonora troviamo il compositore premio Oscar Michael Giacchino. Che ha scelto di incorporare anche tracce già usate precedentemente così da rendere ancora più forte il legame con il passato. Un passato piacevolmente tornato d’attualità.

Clip e featurette dal film

 

 

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