Registi emergenti: una chiacchierata con Stefano Lorenzi

E’ stato in concorso nella sezione cortometraggi durante l’ultimo BIF&ST con il suo The Cricket e in questi giorni sta lavorando al suo primo cortometraggio. Lui si chiama Stefano Lorenzi e abbiamo fatto una chiacchierata sui suoi progetti.

Nato nel 1977 a Lucca, Stefano Lorenzi è regista, sceneggiatore e fotografo. Ha collaborato, sia come assistente alla regia che come sceneggiatore, con numerosi registi tra i quali Spike Lee, Paolo Virzì e Lucio Pellegrini.

Ha diretto documentari e cortometraggi e ha lavorato per il Cinema e la TV dirigendo anche spot. Attualmente sta lavorando al suo primo lungometraggio I calcianti che ha ricevuto il riconoscimento di Interesse Culturale da parte del Ministero per i Beni Culturali. The Cricket, in concorso nella Sezione Controcampo Italiano alla 68° edizione del Festival del Cinema di Venezia, ed attualmente in concorso in molti festival italiani ed internazionali, è il suo ultimo cortometraggio.

The Cricket

In un aeroporto un muratore al lavoro viene distratto da un cicalio che sembra provenire proprio dal muretto che sta completando. Riuscirà ad ignorarlo? E se fosse un animaletto rimasto intrappolato?

Girato completamente senza dialoghi The Cricket (Il grillo in italiano), è un divertentissimo cortometraggio costruito interamente intorno a questo muratore pazzo e stralunato, straordinariamente interpretato da Birol Ünel, attore feticcio di Fatih Akin (con il quale ha girato tra gli altri La sposa turca e Soul Kitchen), fortemente voluto dal regista. Un’ottima musica ed una precisa fotografia completano il quadro rendendo il cortometraggio accattivante e davvero imperdibile. 

L’intervista a Stefano Lorenzi

Attualmente impegnato nella produzione del suo primo lungometraggio I calcianti, ho raggiunto Stefano Lorenzi telefonicamente ed ho fatto con lui una chiacchierata sui suoi ultimi progetti. Ecco quello che ci ha raccontato.

Ciao Stefano e benvenuto su cinemio. Iniziamo a parlare innanzitutto di The cricket del quale sei regista e sceneggiatore. Come sei arrivato a quest’idea?

L’idea è nata per caso mentre stavo scrivendo un altro film (che non è I calcianti) per il regista Alessandro Piva e che lui ha prodotto, una storia ambientata dopo la Seconda Guerra Mondiale e che prendeva spunto dal suo documentario (Pasta Nera). La sceneggiatura ha avuto vari rimaneggiamenti ed attuamente è stata riadattata in due puntate per la tv ma non c’è ancora nulla di sicuro visto il periodo che stiamo vivendo.

Dicevo quindi che mentre lavoravo a questo film è arrivata la sceneggiatrice e mi ha raccontato questa storia molto divertente di un operaio che stava lavorando alla Stazione Termini e stava litigando perchè voleva spaccare un muretto che aveva appena costruito perchè dentro c’era rimasto un animaletto. Ridendo e scherzando ci siamo detti: perchè non facciamo un corto su questa cosa?

Un’immagine del backstage

Ci siamo messi a scrivere il corto, ed un mio amico, che voleva produrre qualcosa con me da tanto, si è offerto di produrlo. Io ho subito pensato che il corto sarebbe stato bello con una faccia particolare perchè in un cortometraggio c’è sempre un’idea forte che si cerca di sviluppare e non puoi avere lo sviluppo narrativo di un film.

E qui parte il capitolo Birol Ünel. So che c’è tutta un’avventura dietro questa scelta…

Avevo pensato a Birol sin dall’inizio, ma ovviamente mi sembrava una cosa esagerata, non sapevo neanche come contattarlo. Una sera ero sul lungotevere con un amico e gli ho raccontato del mio desiderio. Lui allora mi dice: ma lo sai che l’ho incontrato in Germania? Una mia amica lo conosce e abbiamo bevuto una birra insieme. Allora provo a contattare quest’amica e lei mi dà il numero di un regista con il quale lui aveva lavorato, e questo regista mi dà un numero al quale però non mi rispondeva mai nessuno. 

L’attore Birol Ünel

Per un altro caso ho poi incontrato il produttore di Fatih Akin per Soul Kitchen che è italiano e che mi ha dato un altro numero ma neanche a questo rispondeva nessuno. Quando stavo ormai per mollare mi ha finalmente risposto e mi ha dato il contatto di un’amica che poteva fare da tramite. Ma non è finita qui perchè lui ha perso questo numero di telefono e la sua amica non riusciva più a rintracciarlo. Alla fine, dato che c’era il Festival di Berlino ho deciso di andare di persona.

Ci siamo incontrati e ci siamo piaciuti subito. A lui l’idea interessava e così lì su due piedi abbiamo anche fatto una prova costume, con un paio di vestiti che mi ero portato. Il progetto è così andata avanti, non sapendo però fino alla fine se lui sarebbe arrivato il giorno in cui gli avevamo fatto il biglietto aereo. Birol è infatti un pò particolare nonostante sia veramente geniale sia come persona che come interpretazione. Ha tutto un suo mondo e ha anche un pò di problemi di alcolismo per cui a volte è anche difficile da gestire.

Però è stato bello perchè si è affidato come un bambino ed è nata un’alchimia. Mi ha obbligato a girare il cortometraggio seguendolo perchè era spesso difficile da gestire, non faceva come gli veniva richiesto ma improvvisava per cui alla fine ho deciso di lasciarmi andare e farmi trasportare. Lui provava delle cose e poi discutevamo su ciò che era da lasciare e da togliere, con tutte le limitazioni che ci sono in un cortometraggio: due giorni e mezzo per girarlo, tra l’altro in pellicola (perchè c’era stata la sponsorizzazione della Fuji) ma non molta per cui dovevo essere bravo a carpire i momenti più importanti.

Stefano Lorenzi con Birol Ünel

La storia è nata in una stazione ma tu l’hai girato in aeroporto. Come mai?

Abbiamo girato nell’aeroporto di Pisa nel quale sono stati disponibilissimi. Ogni giorno passavamo più di un’ora tra i metal detector per portare il materiale ed entrare incuriosendo i passeggeri e loro sono stati molto coraggiosi perchè non è da tutti girare in un aeroporto a due passi dall’imbarco. Devo davvero ringraziare per la disponibilità dell’aeroporto, della polizia, di tutti quelli che ci hanno permesso di avere questa libertà. Abbiamo costruito un cantiere dentro un aeroporto vero.

Questo però ha dato al corto verità e corrispondenza di realtà. Ho scelto l’aeroporto per dare l’idea di un ambiente più internazionale rispetto a quello di una stazione, mi piaceva l’idea di scegliere un ambiente più asettico e impersonale che ha questo limbo di passaggio, un non luogo,un purgatorio dove non sei da nessuna parte ma sei in attesa di andare.

Un’immagine del backstage

Quindi mi piaceva l’idea di mettere un personaggio come lui dentro una cosa così particolare oltre al fatto che mi interessava questo gioco mentale del grillo, raccontare qualcosa di vero, concreto, come può essere un insetto ma anche mentale cercando di entrare nella testa di quel personaggio, di questo malessere, che per me è comune, di sentirsi schiacciati da una realtà impersonale come è quella di un aeroporto, con il metal detector, lo spogliarsi passando dal controllo, la valigia. Mi piaceva l’idea di mettere insieme tutti questi elementi che a mio parere aiutavano la storia e quindi ho scelto l’aeroporto.

Il corto è stato in concorso nella sezione controcampo della mostra del cinema di Venezia e al BIF&ST. Ora dov’è?

The Cricket sta facendo il giro del mondo. E’ stato a Los Angeles, a Melbourne, a Venezia, sarà a Montefiascone, è stato a Mosca, a New York, San Pietroburgo, è stato in Giappone. Il NICE, un festival itinerante, che porta in giro lungometraggi ha scelto per la prima volta un cortometraggio, il mio, e sono contentissimo. Avrei voluto girare con lui, sarebbe stato divertente, però lascio questo divertimento al grillo perchè ho tante altre cose a cui pensare. Però sono davvero contento perchè me lo richiedono in molti. 

L’attore Birol Ünel

Però, ingiustamente direi, non ha vinto ancora nulla…

E’ sempre piaciuto molto, sempre arrivato vicino ma non ha vinto nulla. Ma va bene così. Ti dico la verità, sono proprio contento di averlo fatto, certo se vincesse mi farebbe piacere ma sono già soddisfatto così. Tra l’altro non l’ho neanche seguito con la dovuta presenza perchè sto pensando al mio film, con il cuore però si…

E, a proposito del tuo film, questo è tutto un altro capitolo. Per cui ne parliamo con calma la prossima settimana…

Il regista Stefano Lorenzi

 Continua a leggere l’intervista a Stefano Lorenzi sul suo primo lungometraggio I Calcianti.

2 Comments

  1. stefano

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