Continuiamo la nostra chiacchierata con il regista Stefano Lorenzi. Dopo aver parlato del suo ultimo simpatico cortometraggio The Cricket, ci racconta oggi del suo nuovo progetto, la preparazione del suo primo lungometraggio dal titolo I calcianti.
I calcianti: le domande al regista
Ciao Stefano, bentornato su cinemio. A proposito de ‘I calcianti’, è la tua opera prima vuoi parlarcene?
Certamente! Sono già quattro anni che lavoro a questo film che ha come titolo provvisorio I calcianti. Non so se conosci il calcio storico fiorentino: a Firenze dal 1500 fanno questa rappresentazione, sportiva e di evocazione storica. Il mio migliore amico, nonchè socio della WOP film, casa di produzione del film (nonchè del cortometraggio) che ho fondato, mi ha raccontato che lui giocava a calcio storico e mi ha chiesto di farne un film.
E’ una cosa che ti chiedono un pò tutti gli amici (‘ho una storia perchè non ne facciamo un film?‘), in questo caso però mi sono appassionato a quel mondo che raccontava una Firenze anomala, diversa, fatta di personaggi, di gente meno integrata. E’ un evento molto particolare perchè ha una forte spettacolarità essendo una rievocazione storica in costume, però voglio sottolineare che il film è ambientato ai giorni nostri.
E’ un misto tra lotta greco-romana, rugby, football, boxe, ha questo alone di violenza che comunque è presente perchè è molto fisico però ha dei risvolti umani molto importanti: quello che mi interessava era l’idea di raccontare questi uomini mascolini, forti, ma in realtà in crisi. Ho quindi scritto questo racconto corale che racconta quattro storie diverse per ogni colore di appartenenza.
A differenza del palio di Siena qui ci sono infatti quattro colori (bianchi, azzurri, rossi e verdiI che rappresentano i 4 quartieri principali di Firenze (Santa Maria Novella, Santa Croce, San Giovanni e Santo Spirito). Ci partecipano tutte le estrazioni sociali, l’avvocato, l’imprenditore (che magari non ti aspetti), il delinquente, il buttafuori, il palestrato, il pugile, il dentista. La cosa bella è che scopri che magari tanti di loro non sono fiorentini, sono emigrati, persone che erano arrivate negli anni ’80 qui con la famiglia e che giocano per un senso di appartenenza, perchè per un giorno vogliono essere gli eroi di Firenze e sentirsi integrati.
Mi piaceva questo spirito, si ritorna sempre alla ricerca dell’identità, sul chi sei, perchè fai una cosa, e volevo raccontare una Firenze diversa da come è sempre stata raccontata. E’ un film che ha il tono di una commedia amara.
Cosa ti aspetti dal tuo film vista anche la situazione del cinema italiano?
La cosa bella è che I Calcianti ha avuto il finanziamento del ministero: erano entusiasti e ritenevano il film anomalo rispetto al panorama perchè riprendeva le tradizioni della commedia amara con dei tratti però particolari e spettacolari. Sono contento di riuscire ad averlo messo in piedi grazie anche al produttore Gianfranco Piccioli, lo stesso che ha prodotto tutti i film di Francesco Nuti, un produttore anziano che dopo tanti anni si è riaffacciato nel mondo del cinema.
Abbiamo incontrato mille difficoltà perchè abbiamo beccato una crisi economica mortale, stiamo facendo il film grazie ad una coproduzione con la Russia che lo finanzia in buona parte e grazie al ministero e ad investimenti privati. Però abbiamo un bel cast: c’è Guido Caprino, Francesco Scianna, Francesca Inaudi, Giulia Michelini, Branko Djuric (il protagonista di No man’s land), Sergio Alberti, Giacomo Gonnella, Nadir Caselli, insomma un bel cast, di attori giovani, più o meno emergenti, stra-appassionati. E questo è un aspetto importante perchè c’è stato un momento del film nel quale avevo avuto pressioni per mettere nomi molto famosi che sicuramenete avrebbero portato qualche soldo in più ma non avevano tutta la passione che ho invece ritrovato in questi attori.
A che punto sono le riprese?
Ho da poco finito di girare 10 giorni a Firenze durante le partite di calcio storico vero ed ho mescolato gli attori ai calcianti veri. Ovviamente non gli ho fatto fare la partita perchè altrimenti me li avrebbero uccisi però li ho fatti sfilare con loro (c’è infatti una sfilata prima della partita, il corteo storico più grande d’europa, ci sono 600 figuranti in costume, sbandieratori, donzelle, tamburini) e li ho fatti allenare. Ho girato tutta la parte più spettacolare, dei cazzotti, della battaglia, della sfilata, del corteo.
Ho finito questa prima tranche pochi giorni fa e adesso sto facendo la preparazione per girare altre 7 settimane dal 10 settembre al 27 ottobre nelle quali girerò tutta la parte di fiction, le storie personali dei vari protagonisti, dei vari colori. E’ sicuramente un film difficile, come film d’esordio non costa poco, è un film corale ci sono tanti attori, ho 40 ruoli parlanti, molte teste da tenere insieme. Però devo dirti che sono molto contento ho avuto una bella troupe, c’è stato un bell’appoggio emotivo al film, a partire dal direttore della fotografia che è Daniele Ciprì, tante persone che hanno lavorato al progetto per passione e non solo per soldi, nonostante servano anche quelli.
Quando potremo vederlo?
Spero di finire di girare entro l’anno poi montarlo e prepararlo per il prossimo anno. Se ce la facciamo usciamo a febbraio/marzo oppure andremo a finire a fine anno prossimo forse ottobre.
ciao Anto, bella intervista!!! Aspetto il film, che, da come lo ha descritto il regista, sicuramente è interessante!!!
Brava come sempre
rita