Cinemio incontra i registi emergenti: intervista a Massimo Cappelli

Per la nostra ormai solita rubrica dei registi emergenti ecco l’intervista a Massimo Cappelli, già regista del film Il giorno + bello, sua opera prima con Violante Placido e Fabio Troiano. Con lui parliamo di 41 il suo ultimo originale cortometraggio, in concorso nella sezione cortometraggi del BIF&ST 2011.

Massimo Cappelli ha girato il suo primo cortometraggio nel 1999 e il primo lungometraggio (Il giorno più bello) nel 2006. Nei video che seguono, uno dei suoi cortometraggi, Per Agnese di cui è protagonista Ricky Tognazzi.

41

Mentre è in ascolto dell’audio-guida che spiega le opere d’arte di un museo, il protagonista (Ugo Dighero) si accorge che digitando i numeri che vede addosso ai passanti riesce a scoprirne il destino. Sarà possibile scoprire anche il suo?

41 è un noir surreale a cui Massimo Cappelli mischia sapientemente un pizzico di humour che rende lo spettatore curioso e divertito durante tutta la proiezione ma che lo lascia spiazzato nel finale. A dare man forte una giusta colonna sonora, unica variante alla voce dell’audio-guida che da sola percorre tutti i 18 minuti di film.

Eccezionale Ugo Dighero che con la sua espressività, non solo facciale, diverte nella situazione nel contempo assurda e verosimile in cui si ritrova, supportato egragiamente dal resto del cast e da una regia impeccabile. Insomma un cortometraggio consigliato e da non perdere.

Una scena del film

E ora le domande al regista.

Le domande al regista

Ciao Massimo, grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande: come è nata l’idea di 41?

Ero in giro per l’Ermitage, il celebre museo di San Pietroburgo, stordito dalla bellezza del posto e dalla quantità di opere d’arte contenute. E poi c’era quella voce. La voce dell’audioguida che raccontava tutto nello stesso identico modo, un po’ annoiato, una leggera cadenza romana. Capolavori immortali raccontati in poche righe da una voce distratta. Immaginavo il disappunto di Leonardo, Cezanne, Picasso e di tutti gli altri artisti.

Però un poco anche ne godevo. Era un modo per tirarli giù dal piedistallo, sentirli più umani, più vicini. Fatto sta che poi ho immaginato anche il mio di disappunto, se la mia vita fosse raccontata in poche righe. Che poi sarebbe il disappunto di chiunque. La nostra unicità, costruita in anni e anni di faticose piccole conquiste, ridotta a un bignami o poco più. Da lì sono partito per la costruzione della storia.

Ugo Dighero

Com’è avvenuta la scelta del cast, in particolare del protagonista Ugo Dighero?

Ugo non è stata la prima scelta, non ho pensato in prima battuta a lui, ma si è rivelato di gran lunga la migliore scelta possibile. E’ un attore di straordinaria finezza, capace di cogliere tutte le sfide racchiuse nel ruolo. In primis il fatto che non parli mai.

Quali sono state le difficoltà che hai avuto durante la lavorazione?

Girare in un museo non è mai facile, come ti muovi fai danni. Danni milionari. E le troupe di solito non sono mai particolarmente attente alla mobilia. Ma in questo caso sono stati straordinari.

E dopo?

Costruire la tensione. La musica di Theo Teardo si è rivelata essenziale.

L'attrice Anna Orso

Quali sono i riconoscimenti più importanti che ha ricevuto il corto?

Tanti, sia in Italia che all’estero. E’ stato selezionato finora in una quindicina di grossi festival stranieri, molti dei quali collegati all’Academy per la selezione agli Oscar.

Ricordi aneddoti particolari o divertenti legati al corto?

Niente di particolare. A parte l’emozione di dirigere mio figlio nel ruolo di un bambino assassino.

Un film già all’attivo e numerosi cortometraggi: un nuovo lungometraggio nel cassetto?

Di lungometraggi ce ne sono tre, scritti da me. Mi auguro che almeno uno di questi vada in porto.

Il regista Massimo Cappelli

Ringrazio di cuore Massimo Cappelli per la sua disponibilità e gli auguro di poter vedere presto un suo nuovo lungometraggio.

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