Fraulein – una fiaba d’inverno è il primo film della regista marchigiana Caterina Carone, che proviene dal mondo del documentario. Nel 2009 partecipò con l’opera Valentina Postika in attesa di partire al Torino Film Festival e vinse il premio come miglior documentario italiano oltre che il Premio Solinas come migliore sceneggiatura per documentario, e fu in nomination nella cinquina per i David di Donatello. Il film è uscito in sala dal 26 maggio 2016 con distribuzione Videa.
Fraulein – Una fiaba d’inverno
Lo stile di Caterina Carone si avvicina molto a quel genere di cinema francese surreale (“Il favoloso mondo di Amelie” (2002) di Jean Pierre Jenuet e “Chocolat” (2000) di Lasse Hallström solo per citarne alcuni), anche se lei si sente molto più vicina a Tim Burton. Caterina proviene da una terra che storicamente ha una tradizione di donne molto forti, delle amazzoni. Questo spirito indirettamente l’ha influenzata nell’intraprendere un percorso tutto personale sul suo modo di raccontare le storie.
Dopo aver frequentato l’università a Bologna con laurea in scienze della comunicazione, ha frequentato la scuola di cinema ZeLIG di Bolzano. Il racconto è nato durante la prima edizione di Racconti, lo Script Lab annuale della Film Fund & Commission dell’Alto Adige, e il soggetto è stato poi presentato dalla Film Commission a dei produttori, con l’adesione di Carlo Cresto-Dina della Tempesta Film, che già in passato si è occupato di opere prime (come l’esordio di Alice Rorhwacher con “Corpo Celeste”). Inoltre ha applicato il disciplinare di sostenibilità ambientale per la produzione audiovisiva EcoMuvi, grazie alla quale ha avuto una riduzione di diminuzione delle emissioni di CO2 pari al 70%.
Ma la regista ha dovuto affrontare un periodo molto lungo per poter realizzare il film, in cui lei ha individuato gli attori principali del film, Christian De Sica e Lucia Mascino, reduce da una popolarità di “Una Mamma Imperfetta” di Ivan Cotroneo, trasmesso sulla Rai, anche se il suo debutto fu nel 2008 sul grande schermo nel film di Stefano Tummolini “Un altro pianeta“.
Il film riesce ad incantare il pubblico, proprio come nelle fiabe che si raccontano ai bambini. E’ la storia di un amicizia tra due adulti, che riescono a cambiare le loro vite scontrandosi per poi incontrarsi a metà strada, in un clima particolare scandito costantemente da una radio, una voce fuori campo che annuncia una tempesta solare, che crea tra le persone degli strani sintomi, influenzando le vite di Regina (Lucia Mascino) e Walter (Christian De Sica).
L’ambientazione rende ancora di più questo spaesamento, questo non luogo in cui ci si perde in mezzo alle montagne, con il suo manto bianco che rende tutto etereo. Fraulein è il soprannome della protagonista, nessuna la chiama più per nome, proprio a sottolineare un distacco tra lei e il mondo che la circonda.
Ho avuto il piacere di intervistare la protagonista Lucia Mascino.
Intervista all’attrice Lucia Mascino
Come hai lavorato con la regista Caterina Carone?
Lucia Mascino: Lei mi contattò un anno e mezzo prima di girarlo. In questo arco di tempo siamo state abbastanza in contatto. Lei mi coinvolgeva ogni volta che c’erano delle variazioni sulla sceneggiatura. Per esempio all’inizio non c’era la tempesta solare e la prima versione era lievemente diversa. Inoltre non si capiva se questo film si sarebbe mai fatto. Io l’ho covato, proprio come la gallina del film, il desiderio che si concretizzasse, perché sapevo che era un film speciale e l’ho capito dal primo istante che ho incontrato Caterina. Spesso ho dei forti istinti, ed ho immediatamente capito che lei aveva individuato una corda che non era così visibile di me e leggendo la sceneggiatura mi piacque tantissimo come era scritta, la sua attenzione ai minimi dettagli e la capacità di approfondire e mi son chiesta da dove uscisse fuori questa ragazza così illuminata.
Ho pensato che finalmente mi era arrivato un ruolo che mi si confaceva e che era anomalo. Lei proviene dal mondo del documentario e questo anche mi intrigava, poiché il film è molto di finzione e sulle corde fiabesche, mentre lei arrivava da un mondo più ruvido, e questo aspetto ha dato uno spessore al personaggio più realistico e non fumettistico.
Come hai lavorato sul personaggio?
Lucia Mascino: Ho provato ad avvicinarmi al personaggio da sola cercando i costumi. Mi son comprata dei vestiti da maschio. Provenendo da un mondo teatrale molto fisico, mi è venuto istintivo lavorare anche sulle movenze. Poi ho anche trovato delle foto di me dodicenne, dove indossavo un giubbotto di pelliccia bianco e siamo andate a cercare un costume che fosse simile, e la foto è stata inserita successivamente proprio all’interno del film. Ho cercato di avvicinarmi a Regina non in maniera classica, ma ricercando qualcosa che mi parlasse, ed è stato anche un volersi affidare.
Io ho sempre molta paura nel giudizio degli altri ed è stato importante per me lasciarmi andare, facendo fluire anche quella parte di dolcezza che di solito è molto difficile far uscire, e penso di esserci riuscita perché in fondo c’è una parte di me molto simile a Regina. Dietro questa scorza, questo timore questa paura c’è anche molta ironia. Poi prima di iniziare a girare, ci siamo incontrati per provare, confrontandoci molto.
Come ti sei trovata a lavorare con Christian De Sica?
Lucia Mascino: Assolutamente molto bene . E’ una grande professionista. Non ti giudica e questo aiuta molto. E poi da lui c’è solo da imparare. Ha un grandissimo ritmo, competenza, capacità e questo ci ha fatto incontrare. E’ come danzare con un ballerino esperto, è più facile.