Ha aperto la XIV edizione del Sudestival, lo scorso 25 gennaio, Workers – Pronti a tutto di Lorenzo Vignolo. Per l’occasione abbiamo fatto una chiacchierata con il regista.
photo credits: Sudestival 2013
Lorenzo Vignolo è nato a Chiavari il 16 giugno 1973. Ha debuttato alla regia con i cortometraggi Insert Coin (1995), Dove (1996) e Senza Piombo (1997), ed ha fondato con l’attore e musicista Andrea Bruschi il movimento cinematografico genovese Zerobudget. Del 2001 è il suo primo lungometraggio 500!, girato con Giovanni Robbiano e Matteo Zingirian che fu un successo regionale in Liguria e uscì a livello nazionale nel maggio 2002.
Nel 2005 ha invece girato la commedia Tutti all’attacco, con Massimo Ceccherini, prendendo il timone del set pochi giorni prima delle riprese. Dal 1997 ha anche diretto più di cento videoclip musicali per diverse case discografiche tra i quali possiamo annoverare quelli con Mario Venuti, Articolo 31, Litfiba, Baustelle, Subsonica ed Irene Grandi.
Workers – Pronti a tutto è il suo ultimo lungometraggio. Uscito in poche sale lo scorso 11 maggio, ha però partecipato a molti festival e vinto premi nazionali ed internazionali tra i quali:
- Miglior interpretazione maschile ad Alessandro Tiberi al Festival 2012 – Annecy Cinema Italien
- Premio del pubblico al Festival Rencontres du Cinéma Italien de Grenoble
- Premio “Polpo d’Oro” del Pubblico al Circeo Film Festival
- Nomination Ciak D’Oro Bello e Invisibile 2012
- Nomination David Donatello per migliori effetti speciali visivi
Il film è stato presentato in anteprima regionale pugliese lo scorso 25 gennaio in una doppia proiezione, a Monopoli e a Polignano a Mare. Il regista avrebbe dovuto essere in sala ma ha rinunciato perchè malato. Si è però collegato via skype per rispondere alle domande del pubblico. Noi di cinemio avevamo già visto e recensito il film ma abbiamo voluto approfittare per una breve intervista.
A conclusione del festival il film è anche risultato vincitore del Premio del Pubblico “Santa Teresa Resort”.
Le domande al regista
Ciao Lorenzo, benvenuto su cinemio.it. Parliamo di Workers. Come sei arrivato alla sceneggiatura del film e cosa ti ha colpito di più? E come mai la scelta di un film ad episodi?
Fui contattato dal produttore Galliano Juso già tre o quattro anni prima l’effettiva realizzazione del film; aveva in mente un film a episodi, girato da registi differenti, sulle disavventure di protagonisti alle prese con lavori impossibili. Per molto tempo non ne seppi più nulla, ma un giorno mi richiamò proponendomi la regia di tutto il film. Ho lavorato molti mesi col mio sceneggiatore Stefano Sardo sulla struttura del racconto, inserendo la cornice dell’agenzia interinale che poi è diventato un episodio a sè, concentrandomi sulle relazioni umane e cercando di raccontare un po’ di Italia nell’epoca della crisi. Volevamo fare una commedia dal tono lieve ed elegante, ma senza abbassare lo sguardo sulle difficoltà contingenti dei nostri protagonisti, situazioni critiche e comiche al tempo stesso.
Il film ha un cast molto variegato e vede la partecipazioni di tante giovani promesse del cinema italiano. Com’è stato lavorare con loro? Hai degli aneddoti che vuoi raccontarci?
Sono davvero orgoglioso dell’intero cast del film, credo siano riusciti a dare il loro meglio anche grazie all’atmosfera positiva che si respirava nel set. Con ognuno di loro è stato fatto un lavoro diverso. Mi sono potuto avvalere dell’affiatamento di due coppie di attori abituati a lavorare insieme: quella composta da Francesco Pannofino e Alessandro Tiberi, abituati a duettare nella serie tv “Boris”, e quella composta da Alessandro Bianchi e Michelangelo Pulci, ex componenti dei Cavalli Marci e miei attori fin dai tempi dei miei primissimi cortometraggi; Dario Bandiera e Nino Frassica amano maggiormente improvvisare, ma allo stesso tempo hanno un ottimo senso del montaggio per cui con loro è comunque possibile raccontare la storia anche per immagini.
Il lavoro con Daniela Virgilio è stato più sottile, lei arriva molto preparata sul set, ma talvolta non riusciva a trattenersi dallo scoppiare a ridere dalle continue improvvisazioni di Dario Bandiera. Il percorso più articolato e sorprendente è stato quello con Paolo Briguglia, alle prese con un personaggio schizofrenico; Nicole Grimaudo ha tirato fuori delle corde nuove rispetto alla sua filmografia, poche attrici italiane possiedono quel tipo di verve comica. Poi ci sono dei comprimari eccezionali come Luis Molteni, Andrea Bruschi , Pietro Casella e Elena Radoncich, che sarà in concorso al Sudestival anche col film di Alina Marazzi.
Di aneddoti da raccontare ce ne sarebbero a decine, alcune sono finite nel film, come quando un toro si mise a leccare Dario Bandiera. In generale la particolarità durante i giorni di set è stata quella di vivere le atmosfere di quattro film distinti, ogni dieci giorni i protagonisti cambiavano e io dovevo essere pronto a “resettarmi” e accoglierli con le migliori energie come se fosse il mio primo giorno di set.
Il film è uscito in poche sale ma ha partecipato a molti festival nel quali ha vinto due premi del pubblico. Questo è sicuramente segno che il riscontro di pubblico c’è stato e positivo. Come l’hai vissuto? Quali sono stati i complimenti più belli che hai ricevuto?
Il film sta vivendo un ottimo riscontro di pubblico e critica in Francia, partecipando ad una decina di festival e rassegne dedicate al cinema italiano. Un riconoscimento importante è stata la vittoria come migliore attore ad Alessandro Tiberi ad Annecy e il premio del pubblico a Grenoble. Questo Gennaio il film ha partecipato al suo primo concorso su scala internazionale ad Alpe d’Huez, che potrebbe accelerare la possibilità di una distribuzione del film in Francia. E’ vero quando si dice che oltralpe è tutto più facile.
Il mio film è stato subito capito e sposato, nelle intenzioni e nella qualità; quando questo succede ci sono molto meno cose da spiegare. Quello che mi sento dire spesso è che solo noi italiani sappiamo fare la commedia come si deve, ed è buffo pensare che noi oggi stiamo pensando la stessa cosa dei francesi! Comunque il primo paese estero che ha distribuito nelle sale il film è stato Taiwan, una grande soddisfazione per me poter raccontare una storia a culture così lontane.
E ora parliamo un pò di te. Durante la tua carriera hai girato cortometraggi, lungometraggi e videoclip. Qual è il genere con il quale ti senti più a tuo agio, se c’è, e perchè?
Sono a mio agio quando ho, su carta, una bella storia da raccontare per immagini. Ho vissuto una lunga stagione felice nell’ambito del videoclip, mi ha permesso di incontrare musicisti eccezionali della scena alternativa italiana, molti dei quali ho contribuito a portare al successo. Con band come Baustelle, Delta V e Subsonica sono riuscito a girare veri e propri microfilm L’esperienza nel videoclip mi ha permesso di muovermi con maggiore scaltrezza anche sul set dei lungometraggi, che da sempre è il mio formato preferito. Architettare la sceneggiatura di un buon film è, però, tutt’altro che una passeggiata.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Un nuovo lungometraggio nel cassetto?
Nell’immediato futuro c’è la definizione del soggetto del mio nuovo film, di cui purtroppo non posso per ora darti alcuna anteprima.
Prima di concludere salutiamo e ringraziamo Lorenzo Vignolo in attesa di avere aggiornamenti sui suoi progetti futuri.
Continua a leggere lo speciale Sudestival 2013 con l’intervista a Mario Balsamo.