locandina del film Il Richiamo

Il Richiamo: l’amore specchio dell’anima

“Il richiamo racconta una storia in cui l’amore, nel bene e nel male, è maestro per tutti.”

Esordisce così il regista Stefano Pasetto nell’annunciare l’emblematica storia che, dal prossimo 11 Maggio, verrà distribuita in 19 sale in tutta Italia.

di Luca Arcidiacono

Lo scontro di due mondi opposti

locandina del film Il Richiamo

locandina del film Il Richiamo

Potremmo scoprire i due mondi opposti di Lea (Francesca Inaudi) e Laura (Sandra Ceccarelli) che, nello scontrarsi, darà loro la possibilità di essere l’una specchio dell’altra per riscoprirsi, reinventarsi e compiere quel passo decisivo che le porterà a maturare ed andare avanti.

Tutto ciò con alla base un rapporto di complicità che si spingerà oltre la semplice amicizia, facendo scoprire loro nuovi lati di sé stesse, le paure, le debolezze, i punti di forza.

Un rapporto che le porterà da Buenos Aires sino in Patagonia dove, andando contro tutto e tutti, si rigenereranno per andare definitivamente oltre.

Immagine fulcro di quest’opera di certo è quella della donna che non basa più la propria vita sul rapporto di coppia e si sottrae quindi alle certezze, alle cure ed alla protezione maschile (impersonata qui soprattutto dal marito di Lucia, interpretato da César Bordòn) che qui rimane inerte, sospeso, spaesato da una reazione che non credeva potesse essere possibile.

Soprattutto dopo la sconvolgente verità sulla salute di Lucia, che la porterà ad andare contro sé stessa ed ogni suo credo per seguire i suoi istinti e ciò che il suo cuore riterrà più opportuno.

I premi delle giurie…

un'immagine del film

Selezionato al 35° festival di Toronto e vincitore dell’Amilcar della giuria al Festival du Film Italien di Villerupt 2010, questo secondo lungometraggio di Pasetto descrive senza superficialità un rapporto complesso e quasi inesplorato nel cinema nostrano di queste due donne che, al di là del mero rapporto in cui si ritrovano, scoprono sé stesse attraverso l’amore e “usano” quella forza per poter finalmente rinascere e superare tutte le crepe e le ferite del loro animo.

I luoghi del film

Tutto ciò perfettamente rispecchiato dai due luoghi principali del film, una Buenos Aires tetra ed uggiosa che li chiude in una gabbia eterna dal quale non sembra esserci via di fuga e la Patagonia, una distesa immensa di sabbia e mare dove avverrà il passo definitivo della loro ascesa.

Alla base di tutto un’ottima colonna sonora affidata ad Andrea Farri che rispecchia attentamente gli stati d’animo dei vari personaggi con accanto la regia attenta e dettagliata di Pasetto.

I difetti della sceneggiatura

un'immagine della conferenza stampa

un'immagine della conferenza stampa

Malgrado questi pregi e le varie chiavi di lettura che il film possiede, rimangono purtroppo alcuni difetti nella sceneggiatura che, malgrado forte nel soggetto (dello stesso regista) si perde nel delineare alcune sottotrame (importanti se approfondite) delle due protagoniste che avrebbero ancor più consolidato la struttura generale dell’opera.

Al di là di questo, però, resta importante la morale della storia che culmina al termine con un grande messaggio filtrato da una metafora:

“Secondo i principi della fisica il calabrone non dovrebbe essere in grado di volare, e quindi di nutrirsi e muoversi, a causa della sua non sufficiente apertura alare, che non può sostenere il suo peso. Ma il calabrone questo non lo sa. E quindi, semplicemente, vola.”

Se si ha forza d’animo, se si crede in sé stessi, se si crede di poter andare oltre e sconfiggere qualsiasi ostacolo si abbia davanti, tutto è possibile. Crederci è la chiave. A voi la decisione di scoprire o meno il tragitto che compiono queste due donne per convincersi che queste semplici parole siano possibili.

L’intervista al regista Stefano Pasetto

Ascolta, nel nostro podcast, l’intervista al regista del film.

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