Si conclude oggi il nostro ciclo dedicato al grande Alberto Sordi. Questa settimana parliamo di una commedia amara:”Il boom”
La genesi del film
Siamo nel 1963 e Alberto Sordi è ormai più che quarantenne con una carriera consolidata e ruoli che spaziano dalla satira al dramma. E’ un attore completo in grado di fornire interpretazioni piene e non smette mai di recitare arrivando a girare più pellicole contemporaneamente.Il suo rapporto di amicizia con Vittorio De Sica è sempre molto intenso e grazie a questo prezioso e sincero legame amicale l’attore entra come protagonista nel film “Il boom” diretto da De Sica e sceneggiato dal suo collaboratore di sempre: Cesare Zavattini.L’idea del film nasce dalla sfrenata corsa verso il successo incoraggiata dal tanto decantato quanto fallace boom economico che in quegli anni sembrava benedire l’Italia.
La trama
Nella vicenda, ennesima coproduzione italospagnola, secondo una moda del tempo, Alberto Sordi interpreta il ruolo di un giovane e spregiudicato imprenditore che spinto dal cosiddetto boom tenta di fare un passo più lungo della gamba vivendo al di sopra delle sue possibilità, soprattutto a causa della bella e capricciosa consorte, finchè,dopo degli investimenti errati, travolto dai debiti è costretto, per consentire alla viziata mogliettina di continuare a vivere tra lussi e divertimenti al gesto estremo e del tutto vietato nel nostro paese di vendere un occhio a un ricco industrialotto rimasto menomato da qualche anno del bene della vista. Anche in questo film, come già accaduto in altre pellicole contemporanee girate dall’attore capitolino, la storia pur con un ritmo di commedia porta avanti una vicenda cruda e crudele che vuole essere un atto di denuncia a una società moderna che è disposta a scavalcare ogni minimo pudore pur di raggiungere il presunto “diritto” di ottenimento di benessere e piacere anche se per ottenerlo si finisce col perdere ogni remora e ogni scrupolo. Amara lezione di vita che sottolinea quanto gli italiani stiano cambiando perché attratti scioccamente dal culto del progresso e del dio denaro.
Sordi entra nella maturità
E’ passata molta acqua sotto i ponti dal debutto da protagonista di Alberto Sordi, avvenuto peraltro con esito del tutto negativo nel lontano 1951 nei panni del biondo compagnuccio della parrocchietta. Sono passati da allora dodici anni da allora e l’attore, nel corso di più di due lustri ha avuto modo di maturare come persona avendo ormai compiuto nel 1963 quarantatrè anni, un’età considerata da uomo pienamente maturo cinquanta anni fa ma soprattutto egli è sicuramente pienamente all’apice delle sue possibilità in campo artistico. Il film diretto da De Sica mostra tutte le sfaccettature interpretative di cui l’attore è capace dal comico, al grottesco, al melodrammatico, espresse sia con le tonalità della voce che con la mimica e la gestualità e lo consacra senza dubbio come uno dei maggiori protagonisti della scena cinematografica italiana, fama che non si è spenta, malgrado siano passato già dieci anni dalla scomparsa del nostro Albertone avvenuta a Roma nel febbraio 2003.
Questo film, oggi attualissimo, ad uno come me nato anni dopo fa capire quanto fu impressionante il boom economico anni 60′. Giravano troppi soldi e Sordi incarna un personaggio che spende molto oltre le proprie possibilità. Un preludio della follia !!! Il vero must del film però rimane l’interpretazione magistrale di Elena Nicolai famosa mezzosoprano del tempo che a fine carriera si era cimentata col cinema in maniera oserei dire egregia. Senza questa interpretazione il film non esisterebbe perché non basterebbe il solito personaggio “sordiano” ad integrare il tutto.
Grazie mille per il tuo commento!