Quijote: una versione visionaria del cavaliere dalla triste figura

Uscito nel 2006 e presentato in diverse rassegne cinematografiche internazionali tra le quali la 63 mostra del Cinema di Venezia Quijote, il film d’esordio di Mimmo Paladino, artista noto in tutto il mondo ( alcune sue opere sono ospitate in svariate collezioni pubbliche e private dal Guggenheim di New York fino alla Tate Gallery londinese) è uscito il 23 marzo nelle sale di Distribuzione Indipendente e sulla rete grazie al circuito on demand Own Air.

Quijote

Quijote

Quijote

Cast di grande impatto che vede come protagonista principale Peppe Servillo, perfetto nel ruolo di don Chisciotte, il popolare personaggio nato dalla fantasia di Miguel De Cervantes per l’aspetto segaligno e lo sguardo spiritato coaudiuvato da Lucio Dalla, recentemente scomparso, nel ruolo del fido e saggio scudiero Sancho Panza.

Lucio Dalla in una foto di scena

Tra gli altri interpreti: Alessandro Bergonzoni (Mago Frestone), Mimmo Cuticchio (Narratore), Daghi Rondanini (Cervantes), Angelo Curti (Barbiere), Enzo Moscato (Curato), Edoardo Sanguineti (Poeta), Carlo Alberto Anzuini (Arabo), Ginestra Paladino (Dulcinea), Carla Tatò (Duchessa), Carlo Quartucci (Cardinale), Alfonso Beatrice (Cavaliere), Marco Alemanno (Turiddu Carnevale), Gabriella Petti (Marcella), Enzo Cucchi (Mago Merlino), Martin Reicht (Sancho acrobata), Remo Girone (Morte).

Don Chisciotte, il folle “cavaliere dalla triste figura” come viene definito dal suo creatore ha ispirato molti registi nel corso degli anni e ciascuno ha voluto dare la sua impronta alla propria riduzione cinematografica.

Dalla e Servillo in una scena del film

Un’opera d’ingegno

Il film di Paladino intitolato Quijote (in castigliano, lingua di Cervantes) è senza dubbio un’opera d’ingegno molto particolare destinata a palati fini. Il regista ha privilegiato la teatralità della storia che più che seguire le opere guide del romanzo cervantiano ne prende spunto per andare avanti in autonomia con una serie di scene staccate vaganti tra presente (molte inquadrature sono su palazzi moderni o distrutti) e passato (non a caso emerge la figura di Federico II, imperatore deceduto già da molti secoli quando Cervantes faceva muovere i passi al suo personaggio). Le scene in interni sono quasi sgombre da oggetti e danno l’idea di luoghi precari o in fieri, il gusto per il teatro soprattutto quello contemporaneo è dato dalla citazioni di vari topoi che fanno capo a diverse opere letterarie o anche cinematografiche. Dulcinea declama monologhi o soliloqui di capolavori celeberrimi, primo fra tutti e inconfondibile, la parte finale del monologo di Molly, un lungo sviscerare di pensieri in libertà tratto dall’Ulisse di James Joyce, il personaggio finale della Morte ha l’aspetto funesto e lugubre dell’identico personaggio apparso ne Il settimo sigillo capolavoro dello svedese Ingmar Bergman, il cavallo che brucia che appare a don Chisciotte è un chiaro omaggio all’epica omerica.

Trailer del film

Dalla penna al mito

L’hidalgo Chisciotte esce dalla penna del suo creatore per entrare nel mito letterario unito ad altri personaggi, egli è la Scrittura, l’Opera.

Ginestra Paladino ( Dulcinea) in una scena del film

Un lavoro ambizioso

Si consiglia di vedere il film se possibile più di una volta per riconoscere le svariate citazioni che contiene. Lavoro forse un po’ ambizioso non consigliabile a tutti. Splendida fotografia, musiche scritte da Dalla e dalla band newyorkese Edison Woods.

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