Uscito nel 1949, “Totò cerca casa” è stato diretto da due mostri sacri del cinema italiano: Steno e Mario Monicelli. Continuate a leggere per saperne di più !
Neorealismo comico
Nell’immediato dopoguerra Antonio De Curtis diventa rapidamente il principe del cinema comico italiano grazie soprattutto a una serie di parodie ben articolate sulla sua maschera e sulla sua capacità di improvvisazione.
I registi del film decidono però di puntare sull’attualità : protagonista della storia è un povero impiegato dell’anagrafe, sposato e con due figli ancora adolescenti che ha perso la casa per un bombardamento e si ritrova come tanti a vivere in una scuola requisita. Quando l’edificio scolastico torna al suo ruolo, il poveruomo è costretto a cercarsi una nuova sistemazione e si ritrova a vivere mille disavventure.
Fa simpatìa vedere un poveraccio che condivide i problemi di migliaia di italiani a fine anni Quaranta, ed è per questo che la pellicola, è probabilmente ,quella che più ha guadagnato al botteghino nel corso della carriera dell’attore.
I registi puntano sull’attore che è in grado di reggere da solo l’intera ossatura della storia , ma molti sono gli elementi che riconducono a un ramo distinto dal genere cinematografico che imperversava all’epoca : il neorealismo.
L’aver scelto un tema attualissimo quale la mancanza di un alloggio dignitoso, le ambientazioni ( per quanto concerne la prima parte della vicenda) che riportano alla quotidianità, l’uso del dialetto sono propri del film neorealista che però, proprio per la presenza del personaggio Totò, e per lo svolgimento non drammatico assume in questa pellicola un aspetto comico.
L’ironia sottile nel dramma
Almeno per quanto concerne la prima parte del film la tematica è senz’altro di natura forte: un uomo senza un alloggio, con famiglia a carico, ingredienti che farebbero piangere e singhiozzare anche i più duri di cuore! Ma Monicelli e Steno gestiscono la sceneggiatura insererendo sapientemente l‘ironia nel dramma, caratteristica che ritroveremo poi in tutti i film a venire soprattutto deil regista toscano.
Una seconda parte surreale
Surreale e decisamente comica, la seconda parte del film si avventura in generi vari: la caricatura, il nonsense e il black humour di stampo quasi gotico che verrà riproposto dall’attore Totò in altre pellicole nel corso della sua carriera cinematografica.
Pellicola adatta a tutti i palati e quindi altamente consigliata!