Lezioni di cinema: il premio Oscar Dante Ferretti – seconda parte

Continuiamo la lezione di cinema dello sceneggiatore, più volte Premio Oscar, Dante Ferretti. Dopo aver parlato dei suoi esordi e del lavoro dello scenografo, in questa puntata sentiamo le risposte delle domande del pubblico.

Le domande del pubblico

La lezione di cinema di Dante Ferretti

L’illusione e la poetica del regista

Una componente propria del lavoro dello sceneggiatore è l’illusione, quella che dà allo spettatore l’idea di entrare nel mondo del film che sta vedendo:

Dante Ferretti: Tutto è legato all’illusione. L’illusione è il cinema, il cinema è piacere, è qualcosa in cui una persona vuole in qualche modo identificarsi per cui l’illusione è importante. Poi ognuno ha la propria illusione, ognuno si indentifica in un film…

E poi c’è la poetica del regista con la quale quella dello sceneggiatore deve identificarsi per creare un prodotto di qualità:

Dante Ferretti: La poetica, quando c’è, deve far parte di entrambi. Il regista è legato alla scena creata dallo sceneggiatore per riuscire a raccontare e lo scenografo è legato al regista che sa cosa deve raccontare per cui è importante questa coesione, questo stare insieme e capirsi. E’ un aspetto fondamentale perchè quando un film piace ed è tutto perfetto vuol dire che questo rapporto ha funzionato.

Il Premio Oscar Dante Ferretti

Hugo Cabret: la bellezza del 3D

Approfittando della presenza di Dante Ferretti ho fatto una domanda su Hugo Cabret, la cui scenografia ha senza dubbio contribuito alla qualità eccezionale del 3D, più rara in un film non di animazione.

‘Todo modo’ e ‘Ciao maschio’

Il film di Elio Petri è ispirato all’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia. L’ambientazione del libro non è ben definita ma qualcuno ha voluto vedere una struttura reale che c’è sull’Etna. Nella trasposizione del film però Ferretti ha lavorato senza far riferimento al libro:

Dante Ferretti: La scenografia di Todo Modo è tutta inventata. Inizialmente avevamo pensato di ambientarlo in Sardegna, in un albergo non terminato, perchè lì vicino avevamo una casa e potevamo approfittare di questa comodità. Poi ci sono stati dei problemi e abbiamo deciso di ricostruire tutto a Cinecittà. L’esterno invece, quello dove vanno a pregare, l’abbiamo costruito vicino Tor Vaianica dove c’è il giardino presidenziale. Comunque è stato tutto completamente ricostruito a Cinecittà dai mobili fino agli immobili.

Dante Ferretti durante la premiazione al BIF&ST. Sulla destra Francesca Fabbri Fellini, nipote del celebre regista

Riguardo Ciao maschio, film del 1978 diretto da Marco Ferreri, Ferretti ha raccontato un aneddoto su Federico Fellini:

Per Ciao maschio mi sono ispirato ad una casa di New York e l’ho ricostruita nel Teatro 5 di Cinecittà. Un giorno incontrai fuori dal teatro Federico Fellini che mi chiese ‘che stai facendo?’ e io risposi ‘Sto facendo un film di Marco Ferreri, Ciao maschio, sto costruendo delle scene enormi. Perchè non vieni a vedere?’. Allora lui è entrato e ha trovato una casetta grande 50 metri quadri e mi ha detto ‘E questa sarebbe la cosa enorme?’ e io gli ho risposto ‘No! Guarda quanto è grande il Teatro 5. Questo è solo l’inizio’. Credo di averlo colpito…

Il cinema negli Studios: cosa è cambiato

Dante Ferretti ha inziato quando il cinema si faceva in studio, all’americana. Negli ultimi anni invece, la soluzione scelta dalle produzioni, soprattutto quelle italiane, è di girare in appartamenti, non più in studio. Questo ha cambiato molto il modo di fare cinema?

Dante Ferretti: In molti film c’è una tendenza a rendere gli ambienti più personali: ci sono molte commedie commerciali in cui vedi persone che vivono in appartamenti da sogno e poi hanno problemi esistenziali, è una scelta cinematografica che non fa bene ai film. In America però non si lavora così…

Il contatto con la realtà ed il suo film preferito

Gli sceneggiatori sono creatori di mostri, di illusioni. Non temete di perdere il contatto con la realtà? Dopotutto il vostro è un mondo solitario…

Dante Ferretti: Lei sa qual è la realtà? Ecco è quella che vivo anch’io (ride). Ognuno per fortuna ha la propria realtà. Io vivo questa che è una realtà non reale (in questo caso ci sta bene), vivo fuori dalla realtà facendo questo tipo di mestiere perchè ogni volta che faccio un film mi immergo, faccio un pò come accade nell’actor studio, faccio finta di vivere nel periodo che devo ricostruire e allora questa è la mia realtà. E poi meglio che non vedo quella vera perchè è una tragedia (ride).

Di tutti i film che ha fatto c’è un luogo, un tempo, uno spazio che l’ha affascinata, che le è rimasto nel cuore?

A me ha affascinato molto Casinò perchè c’era un’attrice bellissima Sharon Stone e poi sono stato in un posto allucinante e affascinante, Las Vegas, che negli 8 mesi in cui abbiamo girato si è completamente trasformata. Hanno ricostruito un sacco di cose, ho visto buttare giù casinò con la dinamite. Mi ha fatto molta impressione…

Dante Ferretti durante la premiazione al BIF&ST

La crisi del cinema italiano

Nel video che segue Ferretti risponde ad una domanda sulla crisi del cinema italiano. Molti artisti, italiani e stranieri, scelgono di andare all’estero invece di rimanere in Italia. Come mai? Per Ferretti dipende tutto dai costi e dal poco impegno dello Stato che si comporta diversamente da altri. Negli Stati Uniti per esempio la Luisiana, devastata dall’Uragano Katrina, è stata ricostruita in parte grazie ad Il curioso caso di Benjamin Button:

Termina qui la seconda parte della lezione di cinema di Dante Ferretti. Continua a leggere la terza ed ultima parte.

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