Il curioso caso di Benjamin Button: e se nascessimo già vecchi? I parte

Sono andata a vedere questo film per l’originalità della trama…oltre alla bellezza di Brad Pitt che in questo film perlatro è messa a dura prova!!

Il film ha certamente dei punti deboli, uno di questo è sicuramente la durata, rimane difficile seguire una storia con attenzione per più di due ore e mezza, ma i messaggi, secondo me tutti positivi, che lancia questo film sono talmente tanti da superare tutti i punti deboli.

La storia la devo raccontare perchè è talmente bella ed originale da essere l’aspetto più interessante del film; Benjamin nasce alla fine della prima guerra mondiale già vecchio; o meglio con l’aspetto e i problemi tipici di una persona anziana ma con la testa e i comportamenti propri di un bambino.

Abbandonato dal padre in quello che oggi potremo definire una casa per anziani, o meglio dove le persone anziane attendono la loro ora, cresce in mezzo a questa grande famiglia e più passa il tempo più ringiovanisce.

Nel frattempo Benjamin incontra nella casa di riposo Daisy, la nipote di un’anziana ospite, i due sono inseparabili e iniziano una stretta amicizia destinata però a perdersi in quanto Benjamin decide di andare a lavorare in un rimorchiatore irlandese dove incontrerà il capitano “Mike Clark” il quale lo porterà con sè fino in Russia dove Benjamin conoscerà il suo primo amore, l’aristocratica Elizabeth Abbott con la quale avrà una relazione che terminerà di lì a poco per volere di lei…

Scoppia la seconda guerra mondiale e mentre Daisy è diventata una ballerina di successo il rimorchiatore irlandese viene ingaggiato dalla marina militare. Sarà proprio l’incontro con un sottomarino nemico a causare la morte del capitano e Benjamin sarà uno dei due superstiti.

Decide così di ritornare a New Orleans, dove era nato e qui rincontra Daisy, la quale a seguito di un incidente dovrà rinunciare alla sua carriera di ballerina. Si riavvicina così a Benjamin, i due iniziano una relazione fino a quando avranno una figlia Caroline che il padre decide di abbandonare prima ancora che lei potesse ricordarsi di lui chiedendo alla madre di trovare un buon padre.

Tutto ciò perchè Benjamin più passa il tempo più ringiovanisce o meglio esteticamente è più giovane ma non mentalmente…fino a quando Daisy che oramai si è risposata ed insegna nella sua scuola di ballo viene chiamata dalla casa di riposo dove Benjamin era cresciuto perchè c’è un bambino dodicenne che ha un diario nel quale cita spesso il suo nome.

La particolarità è che questo bambino ha i problemi tipici della senilità e morirà neonato fra le braccia di Daisy.

Un’aspetto, secondo me abbastanza banale che non ho apprezzato è il fatto che tutto il film viene raccontato sottoforma di flash-back. Il film inizia infatti con l’immagine di Daisy che si trova ricoverata in ospedale mentre New Orleans è attraversata dall’uragano Katrina.

E’ proprio in punto di morte che decide di far leggere a Caroline il diario di Benjamin e così lei scopre quale era il suo vero padre.

Nel prossimo articolo approfondirò l’origine del film, ripreso da un racconto di Francis Scott Fitzgerald,  il cast, gli attori,  e tutti i messaggi lanciati che mi hanno fatto uscire dalla sala piuttosto soddisfatta.

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