paola minaccioni

Paola Minaccioni: come sono arrivata dalla TV al successo al cinema

Nuova protagonista dei focus dedicati agli attori emergenti è l’attrice Paola Minaccioni che al BIF&ST 2015 ha raccontato la sua carriera che spazia dal teatro a cinema e televisione…e anche alla scrittura!

paola minaccioni

L’attrice Paola Minaccioni al BIF&ST 2015

Paola Minaccioni: il mestiere dell’attore e la scrittura

Paola Minaccioni si è cimentata in vari ruoli dal teatro al cinema alla televisione. In questo video con la sua solita verve racconta al pubblico cosa le piace fare di più e svela che è anche scrittrice di poesie comiche:

L’ironia

A recitare si impara però il dono dell’ironia o ce l’hai o non ce l’hai:

Paola Minaccioni: Si è come se nasci con delle gambe da modella o no, è una questione di talento ma anche credo di intelligenza, un punto di vista sul mondo. La mia è anche tradizione di famiglia perché a casa mia sono tutti matti non è che ce n’è uno che non abbia la potenzialità di un attore comico. Tant’è che il personaggio che faccio in TV più spesso, la vecchietta, è mia nonna. Per cui ho copiato, ho rubato proprio a man bassa dalla mia famiglia…

Qualcuno ha scritto: chi ha il dono dell’ironia custodisce le chiavi della felicità. Verrebbe da pensare che l’attrice sia molto felice

Paola Minaccioni: (Ride) verrebbe da pensare anche che io sia, non so, alta due metri…

Mi piacerebbe pensare che l’ironia fosse la chiave della felicità. Sicuramente ti aiuta, ma io una persona intelligente felice sempre ancora la devo trovare, soprattutto se sei un po’ cosciente di quello che ti succede. Diciamo che io sono a stati alterni: ci sono anche grandi momenti di felicità perché magari grazie all’ironia riesci a prendere le cose con leggerezza oppure a gustarti quei tre quattro secondi di gioia pura che dici, sono miei me li prendo e me li godo e poi basta. Poi è finita, vai in depressione ma poi ti riprendi eh (ride).

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L’attrice Paola Minaccioni al BIF&ST 2015

La carriera: dal centro sperimentale al successo al cinema

Ripensando alla carriera artistica di Paola Minaccioni possiamo notare che dalla scuola, il Centro Sperimentale di Cinematografia, ha iniziato a teatro con cose molto corpose come le opere di Bertolt Brecht. Come è arrivata, come ha deciso di fare questo mestiere e come si è preparata a farlo? Nel video l’attrice risponde a questa domanda e spiega quanto conta avere gli strumenti del mestiere, le tecniche, avere studiato in una scuola:

Paola Minaccioni ha fatto una scuola che la preparava al cinema però al cinema è arrivata dopo:

Paola Minaccioni: Secondo me non ho avuto abbastanza fiducia in me stessa e poi soprattutto io volevo lavorare. Non ero di quelle attrici che se non lavorava era uguale. No io dovevo lavorare e quindi mi sono inventata subito uno spettacolo di cabaret e ho iniziato a fare le serate. Poi quando si è aperta la porta della TV, tra l’altro la TV che io amavo, la Gialappa’s BandSimona Dandini, mi sono lanciata sperando che questo aiutasse la mia popolarità, il mio nome, l’immagine, perché il panorama del mercato era talmente vasto che se non porti qualcosa di molto personale la competizione è forte. Quindi per necessità ho fatto la TV e poi quando è stato il tempo ho incontrato Ferzan Ozpetek che è venuto a teatro a vedermi e da lì per fortuna ho iniziato a fare il cinema.

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L’attrice Paola Minaccioni al BIF&ST 2015

Ferzan Ozpetek: da Cuore sacro a Egle di Allacciate le cinture

Paola Minaccioni ha interpretato quattro film con Ferzan Ozpetek: Cuore Sacro, Mine Vaganti, Magnifica Presenza, il film che le ha dato prestigio vincendo il Globo d’oro come migliore attrice non protagonista, e poi Allacciate le cinture. Quanto è stato importante Ozpetek per la sua crescita professionale? Nel video la risposta dell’attrice che parla anche del personaggio di Egle in Allacciate le cinture,un ruolo sorprendente con il quale è riuscita ad arrivare al cuore delle persone nonostante fosse, a prima vista, alquanto respingente.

I ruoli comici ed i registi

Il ruolo di Egle le ha fatto vincere il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista e l’ha consacrata agli occhi della critica che spesso non vede di buon occhio gli attori comici:

Paola Minaccioni: Ho avuto la fortuna di iniziare quasi subito con Ferzan e le sue sono commedie a parte. Secondo me gli attori di commedia vengono catalogati come attori di serie B perché spesso la commedia in Italia è di serie B, le commedie vengono scritte pensando alla serie B non alla serie A e quindi è normale che poi non vengano giudicate. Poi sicuramente c’è un atteggiamento un po’ autolesionista da parte di chi fa il cinema, che lo pensa che lo giudica che lo critica.

E dico autolesionista perché questa divisione netta tra il drammatico e il comico, tra il colto d’autore e la commediaccia è proprio controproducente per l’industria del cinema. Il cinema deve essere intrattenimento quindi può essere di vario genere dal comico al drammatico. Quando grandi attori interpretano anche delle commedie in altri paesi stranieri non vengono additati perché la commedia è realizzata al massimo della potenzialità sia dal punto di vista della scrittura che dell’interpretazione e della realizzazione.

Quando un film è di intrattenimento, non credo che il comico sia inferiore al drammatico però noi possiamo fare meglio, scrivere delle commedie migliori. Il comico non è sicuramente uno scivolone, uno che cade, quello mi fa anche ridere ma non mi interessa vederlo sempre al cinema. Credo che gli esseri umani siano comici, quindi il tragico-comico, il tragicomico è un po’ il senso della vita: lavorare sempre in bilico tra il tragico e il comico aiuta a trovare la verità.

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L’attrice Paola Minaccioni al BIF&ST 2015

Eppure ci sono stati tanti registi che hanno scelto di raccontare in maniera allegra dei contesti molto drammatici: possiamo per esempio citare La grande guerra di Mario Monicelli.

Prima di concludere questa prima parte del focus dedicato a Paola Minaccioni vi lasciamo con una battuta dell’attrice alla domanda se ci fossero dei registi con cui le piacerebbe lavorare e con i quali non hai mai avuto esperienze di lavoro:

Paola Minaccioni: Hai tempo? (Ride). Ci sono un sacco di registi con cui vorrei lavorare: Paolo Virzì, Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, con il quale ho avuto la fortuna di lavorare ma solo per un’apparizione quindi mi auguro che nel suo raccontare delle storie un giorno scriva un personaggio con la mia faccia perché è un regista che parte dalle storie. E poi ci sono Sydney Sibilia, Matteo Oleotto…insomma sono davvero tanti!

Terminiamo qui la prima parte del focus dedicato a Paola Minaccioni. Continua a leggere la seconda parte.

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