Eccoci arrivati alla seconda parte della lezione di cinema del musicista Nicola Piovani. Dopo aver parlato degli esordi, del rapporto con Marco Bellocchio e del suo ultimo film francese sul presidente Nicolas Sarkozy, continuiamo oggi a scorrere il lungo elenco di registi con i quali ha lavorato.
I fratelli Taviani: Kaos
Anche con i fratelli Taviani Nicola Piovani ha lavorato per 7 film. Uno di questi è Kaos:
Luigi Pirandello ricorre molto nei film di Paolo e Vittorio Taviani perchè credo sia un autore importante per loro. Era un autore importantissimo anche per Federico Fellini. Io non ho fatto nulla con lui che riguardasse Pirandello ma ne parlava moltissimo.
Kaos lo considero un nuovo capitolo della mia carriera: trovo che la densità del racconto, la complessità di quello che si vede e quella di una partitura che non è stata scritta con spirito concessivo ha un livello comunicativo ed emotivo che continua a darmi grandi soddisfazioni anche quando lo eseguo in concerto.
L’innamoramento per il film: due film a confronto
Ecco come Nicola Piovani parla del suo rapporto con i film ed i registi per i quali ha lavorato. In particolare mette a confronto due film: Good Morning Babilonia di Paolo e Vittorio Taviani e Intervista di Federico Fellini:
Nanni Moretti
Un nuovo capitolo della carriera di Nicola Piovani è quello con Nanni Moretti. In questo video parla del suo incontro con lui in occasione della proiezione di Ecce Bombo e del lavoro che ha fatto per La messa è finita:
In realtà Moretti l’avevo incontrato molto prima di La messa è finita, con Ecce Bombo:
A lavorare insieme ci si arricchisce: Di fronte a persone come i fratelli Taviani, Federico Fellini o Nanni Moretti, alla fine ti rendi conto che quello che hai dato tu a quei film e a quelle persone è sempre un po’ meno di quello che hai imparato da loro.
La messa è finita: la scena del tuffo
La musica che c’è dietro tutto il film spesso si fa quasi dimenticare. Ma c’è un momento, quello del tuffo, nel quale sembra che sia più importante la musica che si sente e non quello che si vede:
Queste cose si sanno sempre a posteriori. Quando il film comincia a vivere, lo vedono gli altri e quella commozione che tu volevi suggerire con quel lavoro, con quel taglio, quel dialogo e quelle musiche, passa sulle facce degli altri. Fortunatamente se ne accorgono anche gli spettatori, ma accade anche che altre volte non riesce ad arrivare quello che avresti voluto.
Mario Monicelli: Il marchese del grillo
Anche con Mario Monicelli Piovani ha collaborato per ben 7 film. Uno di questi è Il Marchese del Grillo con Alberto Sordi. A proposito di questo film Piovani ha voluto sottolineare, dalle sue parole,
un aspetto del lavoro del musicista del cinema che non è quello iniziale, quello dell’ispirazione, del trovare un tema bello e adatto ma è quello di calarlo nel film e che richiede un artigianato di cui noi che facciamo i musicisti di cinema andiamo molto fieri (come certi falegnami che si vantano di fare certi tavolini che non ballano).
C’è un articolo di Nino Rota nel quale lui dice: quando vado a fare un film non scrivo una musica vado a risolvere un problema.
Roberto Benigni: La vita è bella
E’ un film a cui una buona stella ha messo la mano in testa e ha fatto si che tutte le cose che sono avvenute, in ordine sparso, hanno contribuito a far scoccare la scintilla che ha fatto brillare e funzionare tutto.
In quel film ho cercato di lavorare in una maniera più comunicativa possibile e per crearmi delle difficoltà mi sono ricordato di un vecchio insegnante di composizione molto reazionario che odiava tutta la melodia del novecento e che io non avevo seguito molto. Lui diceva che le grandi melodie del passato vanno tutte per toni vicini mentre la musica del novecento va per salti e quindi è brutta. Così per gioco mi sono scritto delle musiche con delle note vicine. Quando ho raccontato questa cosa qualcuno mi ha risposto: ah come fa Schubert!
La cosa che ho apprezzato di più in quel film di Roberto Benigni è il coraggio che ha avuto e che a posteriori, dopo il successo del film, è difficile da esprimere.Ma io ricordo la proiezione prima dell’uscita del film in cui i produttori, i distributori, gli amici, lo scongiuravano di non farlo. Tutti dicevano: questo sarà la tomba di Roberto Benigni, un attore comico che si mette a fare una cosa simile, è pretenzioso!
Era pronto il finale comico di emergenza: tutti, me compreso, hanno avuto la telefonata che chiedeva di modificare il finale, erano pronti a modificare le 400 copie già stampate per non far morire il protagonista. La morte del protagonista sarebbe stata la morte di Benigni come attore, dicevano.
C’è voluto il coraggio di Roberto per osare questo salto e che secondo me è la sua dote più bella e fortunatamente per lui è andata bene.
Termina qui la seconda parte della lezione di cinema di Nicola Piovani. Continua a leggere la terza parte.
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