Jean Jacques Annaud: gli aspetti tecnici ed il rapporto con gli attori

Terminiamo oggi la masterclass che il regista Jean Jacques Annaud ha tenuto al BIF&ST 2015. Dopo aver parlato del film L’ultimo lupo e poi della sperimentazione al cinema e dell’uso degli animali, in quest’ultima parte si sofferma sul suo rapporto con gli attori.

Jean Jacques Annaud: un regista cosmopolita

Le influenze

Jean Jacques Annaud: In Francia ho ricevuto dei premi ma siccome lavoro all’estero non vengo visto come un regista francese ma vengo percepito come un battitore libero e quindi spesso sono anche oggetto di attacchi. Ho deciso spontaneamente di non restare in Francia, di non continuare ad essere attaccato mi sono trasferito in un paese dove posso lavorare con più libertà. So che qualsiasi film che esce in Francia riceverà tantissimi attacchi ma non posso farci niente, quello che posso fare è stato proprio quello che ho fatto cioè recarmi negli Stati Uniti e viverci per 8 anni e poi trasferirmi in Cina. Molte persone che scrivono e che lavorano per il cinema non sono dalla mia parte.

Forse mi si rimprovera di essere americano eppure io conosco il cinema italiano. Da piccolo non ho mai visto i film americani perché i miei genitori dicevano che erano idioti, io vedevo i film italiani, i film russi, quelli giapponesi, ho scoperto il cinema americano quando per un breve periodo sono stato critico con uno pseudonimo ma non mi interessava assolutamente. Chiaramente ho enorme rispetto per John Ford o altre personalità perché gli americani sono grandi realizzatori.

Io sono stato formato dall’Europa, dal cinema cecoslovacco, polacco, questa è la mia formazione, mi sono trasferito negli Stati Uniti perché non potevo più montare i miei film in Francia e quindi sono stato costretto fisicamente a trasferirmi a Los Angeles per montare prima La guerra del fuoco poi Il nome della rosa ha avuto anche una coproduzione tedesca ed italiana con Cristaldi, mi sono trasferito a Monaco per 2 anni, ho girato a Roma per un anno. Insomma non è stata una mia scelta volontaria, sono stato costretto a lasciare la Francia, sono un emigrato economico.

Jean Jacques Annaud

Il regista Jean Jacques Annaud al BIF&ST 2015

Insegnare in Camerun

Jean Jacques Annaud ha anche provato l’esperienza di insegnare cinema in Camerun.

Jean Jacques Annaud: E’ stata un’esperienza straordinaria. Come primo film ho mostrato King Kong e naturalmente un film contro i neri nel quale il pubblico africano si poteva invece identificare. Ho proiettato tantissimi altri film per queste lezioni come per esempio The Gold Rush (La febbre dell’oro di Charlie Chaplin). L’Africa mi ha insegnato moltissimo a mettermi nei panni degli altri e soprattutto calarmi nel cuore, nel vissuto degli altri e cercare di capire cosa può pensare lo spettatore guardando una scena, qualcosa che magari non ha mai visto. Che cosa potrebbe capire del significato di questa scena?

I dettagli tecnici

Il cinema di Jean Jacques Annaud è molto visivo. E’ ovvio che il rapporto con il direttore della fotografia è molto importante per lui, così come il lavoro con gli attori:

L’importanza della fotografia

Jean Jacques Annaud: Ho molti libri di pittura e li ho mostrati spesso ai miei direttori della fotografia, sequenza dopo sequenza. Per esempio con Tonino Delli Colli per Il nome della rosa abbiamo visto insieme moltissimi libri di pittura. Un volta guardando un quadro celebre di Rembrandt ho detto ‘E’ magnifico! Questo è ciò che voglio!’ e Tonino mi ha risposto ‘Ma no assolutamente! Non ci sono finestre, la luce da dove viene? Dove mettiamo il proiettore?’

E’ un lavoro di fusione che per me è molto importante. Credo che sia molto importante individuare il capo operatore, condividere con lui come individuare la luce se ci sono delle scene da filmare. Dovremmo prendere insieme la decisione sulla luce che vogliamo, se il pubblico deve essere un po’ illuminato, se le luci devono provenire da dietro, in controluce, perché tutto questo è determinante per l’emozione e deve essere discusso con ampio anticipo.

Io ho il difetto di essere uno che vuole mettere le mani in pasta e quindi verifico tutto, che si tratti di costumi, cappelli, calzature, scelgo non soltanto la pelle delle calzature ma anche i lacci e lo stesso dicasi per la musica che viene fabbricata manualmente come facevano gli artisti antichi, o la fotografia alla quale dedico molto tempo.

Jean Jacques Annaud

Il regista Jean Jacques Annaud al BIF&ST 2015

Il lavoro con gli attori

Jean Jacques Annaud: Io so che bisogna adattarsi sempre all’attore che si ha davanti e non bisogna dare nulla per scontato nulla a priori perché ci sono persone che bisogna dirigere al millimetro. Sean Connery per esempio mi chiede prendendo il bicchiere ‘mi fermo qui o là?’ quando magari la scena dura un secondo. E poi ‘dove vuoi che guardi? Là o là?’. E non gli si può dire fai come vuoi perché altrimenti si passerebbe per cretini.

Mi ricordo la scena di un film in cui tre settimane prima mi ha detto: ‘voglio ripetere la scena dello scriptorium’ quindi siamo andati sul set che non era pronto e non c’era niente. Allora mi ha chiesto, ‘dov’è il tavolo? A quale altezza?’ E io gliela indico. ‘E poi la finestra dov’è?’ E io gli rispondo ‘E’ ad una distanza di tre passi e mezzo, tu guardi attraverso la finestra, ti abbassi ti pieghi’. E poi dopo tre settimane, vediamo che tutto è uguale ma la finestra è a distanza di 5 passi. Ebbene Sean Connery non è stato più capace di andare alla finestra ma ha guardato lo scriptorium ha fatto tre passi e mezzo e si è piegato ma non alla finestra!

Beh essere molto precisi, millimetrici, è un modo di fare: io amo poter contare su queste istruzioni millimetriche.

Con Patrick Dewaere che è un ottimo attore francese che purtroppo ci ha lasciati prematuramente l’esperienza era assolutamente opposta, tutto era basato sull’istinto, bisognava dare delle indicazioni generali della scena. Mi bastava gli dicessi: ‘Tu scoprirai cosa accade, ci sarà una pergamena, un tavolo, ci sarà la finestra’, ebbene il giorno delle riprese io non facevo scoprire il set perché man mano che filmavamo si recava subito davanti alla finestra. Se io gli avessi detto devi fare quattro passi e mezzo sarebbe diventato pazzo non avrebbe potuto interpretare al meglio il suo ruolo.

A volte abbiamo attori con temperamento opposto come è accaduto quando abbiamo girato Il nome della rosa.

Jean Jacques Annaud: Per esempio avevamo un attore istintivo, Christian Slater, che lavorava con l’effetto a sorpresa mentre con Sean dovevamo lavorare sulla ripetizione.

Jude Law che ho diretto in Il nemico alle porte è della scuola inglese e quindi lavora molto sul testo, con lui si resta sul filo del rasoio. Non si può cambiare neanche la musica, il testo è talmente nella sua testa che non ci possono essere errori.

Vi racconto un altro aneddoto su  Sean Connery: un giorno mia moglie che curava il copione è venuta sul set e mi ha detto: ‘c’è un errore perché quando scopre l’impronta delle scarpe sulla neve è indicato sandalo. Ma se è sandalo significa che è un francescano e siccome ci sono due francescani non ci sono alte possibilità sull’assassino!’

Allora sono andato da Sean Connery e gli ho detto: ‘Sean mi dispiace sono desolato per piacere devi dire semplicemente, “guarda qual è la misura della scarpa e non del sandalo”‘ e lui si è arrabbiato! ‘Che cosa mi stai chiedendo? Io devo dire la scarpa ma c’è scritto sandalo!’

Io avevo una scena molto complicata perché c’era un veicolo che saliva sulla neve e poi Sean doveva camminare sulla neve, raggiungere le impronte e dire la sua battuta. Primo ciak…dice ‘guarda!’ e poi girandosi verso di me ‘Ma caspita che cosa devo dire?’ ‘La dimensione della scarpa, la misura della scarpa’ gli rispondo.

Ritorniamo sul set, diamo il ciak, Sean incomincia a camminare ‘Adso, guarda la misura della…cosa?’ ‘Scarpa!’ ‘Caspita no!’ Abbiamo ripetuto la scena 3 volte. Non c’è stato verso… abbiamo dovuto inserire la frase nel doppiaggio a Monaco a due anni di distanza.

Jean Jacques Annaud

I registi Jean Jacques Annaud ed Ettore Scola al BIF&ST 2015

Termina qui la masterclass che il regista Jean Jacques Annaud ha tenuto al BIF&ST 2015. Appuntamento alla prossima settimana pere una nuova interessante lezione di cinema.

2 Comments

  1. Marco C. Galli.

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