E’ in questi giorni nelle nostre sale La nave dolce, il film documentario di Daniele Vicari sullo ‘sbarco dei ventimila‘ di vent’anni fa a Bari. E proprio in questa città, che vive ancora quei ricordi, il regista è venuto a presentare il film lo scorso 7 novembre. Nell’articolo tutti i dettagli.
Dopo essere stato presentato alla 69^ edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed aver vinto il prestigioso Premio Pasinetti come Miglior Film Documentario, La nave dolce è arrivato nelle nostre sale lo scorso 8 novembre. Per l’occasione Daniele Vicari è venuto a presentare il film a Bari.
I ricordi di chi quei momenti li ha vissuti
L’emozione che si prova nel vedere La nave dolce è forte soprattutto per chi, a Bari, ha vissuto quei momenti. Lo stadio della Vittoria è diventato lo ‘stadio della sconfitta’. Cosa significa presentare questo film a Bari?
Daniele Vicari:
Non c’è dubbio che Bari è stata fortemente scossa dall’arrivo di questa nave così come un pò tutta la Puglia allora oggetto degli arrivi degli albanesi su tutta la costa. Quell’evento in qualche modo ha anticipato l’inizio di una nuova era e non è un caso che a Bari si consumò quel conflitto istituzionale violentissimo tra l’allora Presidente della Repubblica Cossiga ed il Sindaco di Bari Enrico Dalfino che, pur appartenendo allo stesso partito politico, avevano due visioni opposte rispetto a come gestire questa emergenza. Per cui il fatto di cominciare qui a Bari il giro di presentazione del film ha un valore non solo intrinseco al lavoro che abbiamo fatto ma anche simbolico perchè questa città in qualche modo anticipò quel grandissimo cambiamento di cui ho cercato di parlare con questo film.
Il film a fine mese verrà presentato a Tirana: che cosa ci si aspetta dalla proiezione in Albania? Ecco la risposta di Daniele Vicari:
Il materiale di archivio
Il film alterna interviste ad immagini di repertorio. Alcune di queste provengono da archivi albanesi ma in realtà non riguardano nello specifico la partenza della nave Vlora. Come afferma Daniele Vicari:
Tutta la prima parte del film è basata su materiale di archivio utilizzato in forma narrativa sulle parole dei nostri testimoni. Le immagini per esempio dell’interno della nave che si rompe sono immagini di un documentario in archivio albanese che non c’entra con la Vlora. La nave dolce è un film documentario ma anche di narrazione per cui c’è tutta una parte di materiale che non è pertinente ma che corrisponde perfettamente a quello che viene raccontato. Le immagini delle persone che salgono sulla nave si riferiscono ad altre navi che sono partite più o meno in quel periodo perchè immagini della partenza della Vlora non ne abbiamo trovate.
Ma sono le stesse identiche scene, la stessa situazione che hanno vissuto le persone che sono salite sulla Vlora e vengono documentate da un cineamatore albanese che era lì e ha ripreso quelle scene. Recentemente abbiamo anche scoperto che esistono immagini della nave Vlora ma noi quando abbiamo fatto il film non ne abbiamo trovate.
Le scelte narrative del film
Nei video che segue Daniele Vicari racconta come ha cercato di trarre da tutto il materiale raccolto il senso più profondo della storia. Ciò non toglie che si potrebbe raccontare l’evento da molti altri punti di vista, rimasti fuori dal documentario:
Il racconto dell’evento vent’anni dopo
Mentre guardavo il documentario mi è sorta subito questa domanda: il materiale utilizzato da Daniele Vicari è in gran parte assolutamente inedito. Perchè si è dovuto aspettare vent’anni prima di raccontare l’evento?
La situazione degli immigrati
La nave dolce vuole essere il racconto di una delle tante storie di immigrazione di cui siamo testimoni da vent’anni a questa parte. E Vicari ci tiene a sottolineare questo aspetto:
Le opinioni di produzione e distribuzione
Il film è coprodotto da Apulia Film Commission, Indigo Film e Rai Cinema e distribuito da Microcinema. Queste le parole di Carlotta Calori per Indigo Film:
Il film ci è piaciuto subito sin da quando Daniele ce lo ha presentato. Aveva delle idee talmente chiare che ci ha appassionato sin dall’inizio. Così abbiamo voluto investire sul documentario. Certo è un genere un pò più particolare ma crediamo che un film così abbia un suo pubblico bisogna solo trovarlo.
Ecco invece le parole di Luigi De Luca per Apulia Film Commission:
Ringrazio tutti quelli che hanno partecipato al progetto per le emozioni che hanno saputo trasmettere. Quando a Tirana abbiamo iniziato a pensare a questa idea a tutto pensavamo eccetto che ad un ricordo cerimonioso di quei fatti. Il risultato ci soddisfa pienamente perchè quello a cui aspiravamo era un sasso nello stagno delle dimenticanze. Però ci sorprende molto sentire i discorsi sull’avvenimento con i verbi coniugati al passato perchè in realtà è una storia ancora presente che continua a ripetersi.
Infine le parole di Cesare Fragnelli per Microcinema:
Microcinema ha deciso di distribuire La nave dolce come fosse un film di finzione. Questo è uno dei pochi film in listino che ci fa sentire un distributore civile. Per noi è un film necessario: abbiamo sposato il progetto non per i risultati che sicuramente avremo ma perchè ci fa sentire dei distributori capaci di raccontare un cinema che la nostra nazione sta dimenticando. Portare un documentario al cinema è un’operazione difficile, ma la prima battaglia è stata vinta perchè usciamo in 28 copie coprendo tutti i circuiti di qualità italiano. Qualcosa in Italia sta cambiando e questo grazie anche all’operazione del direttore del Festival di Venezia Barbera di inserire molti documentari nelle proiezioni speciali.
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