Lupin III _ La donna chiamata Fujiko Mine è una serie animata del 2012 di 13 episodi,
spin-off della famosa serie Lupin III ed è stata diretta da Mari Okada, famosa già per
realizzato Ano Hana e Fractale.
La donna chiamata Fujiko Mine
La serie è tutta incentrata sulla storia di Fujiko Mine, sulla sua vita, sul suo primo incontro
con Lupin, Jigen e Goemon, dando uno sguardo particolare sul passato turbolento e atipico
della donna più sexy del mondo…
Finalmente un’opera fedele al manga originale
Sono sempre stato un fan di Lupin III e di tutta la sua banda. Da piccolo guardavo l’anime su
Italia 1, cantando a squarciagola la sigla e leggevo anche i manga. C’era una notevole
differenza tra i primi numeri del manga e la trasposizione animata che passavano in TV. Per
prima cosa i disegni, quelli di Monkey Punch erano più “grezzi” e impressionistici, quelli in
TV erano più “cartonizzati” forse per rendere la serie più simpatica e più adatta ai più piccoli.
Anche i personaggi erano diversi, stesso nome ma caratteri diversi. Mi spiego meglio, in La
donna chiamata Fujiko Mine oltre al fatto che i disegni sono molto più fedeli al manga, i
personaggi risultano più cinici, più cupi e più “stronzi” esattamente come nel manga. Qua
non vedrete un ispettore Zenigata imbranato e impacciato che dà la caccia a Lupin per
subire solo malefatte, ma vedrete un Zenigata più cattivo, che spara a Lupin fregandosene
se lo cattura vivo o morto e farà sesso con Fujiko. Tranquilli, non si vede l’atto in sé… Lupin
è un ladro gentiluomo, ma se deve tradire qualcuno (almeno all’inizio) per raggiungere i suoi
scopi, lo fa senza esitare. È una serie matura, dedicata ad un pubblico adulto e che per la
prima volta, dopo anni e anni, porta sullo schermo una storia, quella di Fujiko, senza per
forza renderla “commerciale” per vendere di più. Molte scene di nudo, che potrebbero far
storcere il naso ai più puri e casti, in realtà sono la rappresentazione dell’erotismo inteso
come arma, di seduzione e non. Fujiko è una donna e di certo non lo nasconde…
Fujiko Mine, la donna IMperfetta
Prima di Bulma, di Lamù e molte altre, c’era Fujiko nel mio cuore… Sono sempre stato
innamorato perso di Fujiko, oltre ad essere bella era una donna che sapeva cosa voleva ed
era in grado di ingannare tutti, persino il ladro più famoso del mondo. In La donna chiamata
Fujiko Mine, complici anche i disegni meravigliosi, è ancora più bella, più sensuale, più
determinata e soprattutto più vera. Più vera perché non nasconde le sue debolezze e anzi si
mette a nudo in ogni senso. Sà di essere bellissima, sfrutta questa sua particolarità per
raggiungere i suoi scopi, il suo corpo è un’arma che stordisce tutti. Continuamente al limite
del confine tra sensualità ed erotismo, Fujiko Mine si scopre più fragile di quanto in realtà
non sembri. Ovvero, lei non è così esuberante per natura ma è soltanto una maschera che
indossa per nascondere le sue insicurezze dovute anche a certi traumi del passato che non
vi svelerò. Prima di essere una ladra, una truffatrice e quant’altro, è una donna e come tale
trova più difficoltà ad ergersi in un mondo predominato dal sesso maschile. Il suo
personaggio, debole e forte, sensuale e “timido”, parla di femminismo, perché ci mostra
come una donna non debba mai aver paura di esprimersi come vuole e soprattutto non deve
aver paura di mostrarsi così com’è, bella e sensuale da togliere il fiato. Il solo fatto che sia
donna, autorizza alcuni personaggi della serie ad approfittarsi di lei, ma in realtà è lei che
inganna tutti e ne esce sempre vincitrice. Ed infatti, nella sigla iniziale di ogni episodio c’è lei che parla fuori campo e ripete “Chi è lo schiavo e chi il padrone?“. In ogni caso, almeno per
me, vince sempre lei…
Giudizio personale
Se volete una serie scanzonata come le serie originali di Lupin, questa non fa per voi. La
donna chiamata Fujiko Mine è una serie matura per un pubblico maturo come già detto
prima, con atmosfere noir (anche la sigla finale sul blues/jazz non è niente male) ed
erotiche. Potrete amarla oppure odiarla, ma la regista si è superata svolgendo un lavoro
egregio, parlando di una donna, forse la più famosa di sempre… Più famosa della D’Urso. È
affascinante, elegante, irriverente, sensuale, divertente e più vicina alla realtà pur trattandosi
di personaggi inventati. 13 episodi forse son pochi, io ne avrei voluto di più… “Tormento ed
estasi: sono due sentimenti che, prima o poi, tutti provano nella vita. È difficile distinguerli…“
Se il film ti è piaciuto, dai uno sguardo alle altre nostre recensioni “orientali” come Snowpiercer e gli altri articoli della mia rubrica.