Buona nuova settimana a tutti. Per stavolta non ci occuperemo dell’ormai imminente Festival di Roma (anche perché l’abbiamo già fatto) ma di altre manifestazioni che per un motivo o per l’altro stanno facendo discutere. Il 13 novembre verranno consegnati i Premi Oscar alla carriera 2011, come sempre a grandi personalità, ma c’è un problema: il quotidiano israeliano Haretz (ed altri) ritengono che uno di essi sia destinato ad un “notorio antisemita”…
… e ne è montato un caso internazionale. Ebbene, il notorio antisemita è un certo Jean-Luc Godard, padre della Nouvelle Vague, che fra l’altro quest’anno fa gli 80 e dunque ha ricevuto celebrazioni un po’ dappertutto (lo abbiamo festeggiato anche su Cinemio). Il valore del cineasta non si discute, ovviamente – secondo alcuni è il più grande nell’intera storia del cinema nel dopoguerra – ma i premi vanno anche alle persone e in questo caso la persona è in effetti più controversa. La questione è riassunta da Repubblica: Godard avrebbe sempre nutrito “un odio malsano nei confronti degli ebrei”, tanto da spingersi (negli anni ’60) a dare dello “sporco ebreo” ad un produttore cinematografico. E non si tratterebbe di un episodio isolato, purtroppo. D’altra parte, bisogna anche dire che difficilmente la commissione che decide di assegnare gli Oscar è difficilmente tacciabile di antisemitismo – anzi, spesso è stata bersagliata per il motivo opposto.
Il tema è delicatissimo, le ferite ancora aperte, e non è facile dare un giudizio. Secondo me in questi casi è giusto far prevalere il valore dell’artista sulle magagne personali (e dunque dare il premio) ma pure è giusto non ignorarle (e dunque Haretz ha fatto bene a sollevare il caso).
A questo punto restiamo però sull’argomento “cinema e religione”, perché proprio in questi giorni esce un film francese dal titolo “Uomini di Dio”: che dopo avere vinto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes, si è rivelato un imprevisto trionfo al botteghino in patria (nonostante l’argomento ostico, e la produzione indipendente). La storia è quella di un gruppo di monaci cristiani in Algeria durante gli anni Novanta, dei problemi che si creano per l’ascesa del fondamentalismo islamico, ed infine del loro martirio (scusate, ho spoilerato, ma è in tutte le sinossi del film). Il regista è Xavier Beauvois, e chissà che non vinca un Oscar anche lui visto che quest’anno è in lizza come miglior film straniero…