Presentato alla Festa del cinema di Roma, sezione Alice nella città, Il ritorno, prima volta da protagonista per la cantante Emma Marrone, è un film drammatico diretto da Stefano Chiantini.
Il ritorno, una grande prova per Emma Marrone
Emma Marrone, stella della canzone e più volte sul palco di Sanremo, ha debuttato come attrice grazie a Gabriele Muccino che le ha affidato un ruolo in Gli anni più belli, reiterando la collaborazione nella serie tv A casa tutti bene, esordio televisivo del popolare regista italiano.
Il ritorno è la prima volta da protagonista per Emma. Diretta da Stefano Chiantini, la cantattrice è Teresa. Giovane donna con alle spalle una vita ai margini in una periferia romana di ispirazione pasoliniana, Teresa ha un compagno e un bambino di circa un anno.
Esasperata dall’incursione in casa di un usuraio che minaccia il suo compagno, Teresa colpisce a morte l’uomo e viene condannata a dieci anni di carcere. Il suo ritorno in famiglia marca il confine invalicabile tra desiderio di normalità e il rifiuto da parte degli uomini di casa che, nel frattempo, si sono ricostruiti una esistenza senza di lei.
Emma si carica sulle spalle i dolori di Teresa, assumendo la postura dolente e trascinata e l’accento da coatta e mortificandosi con un taglio di capelli maldestro e maglioni sformati.
Presente sulla scena praticamente in ogni sequenza e seguita dalla camera a spalla nelle riprese in interno, Emma entra totalmente nel suo personaggio, regalando una prima grande prova da protagonista assoluta.
Una discesa agli inferi senza ritorno
Fin dalla scena iniziale, il film di Chiantini si presenta come un melodramma che introduce la discesa agli inferi senza ritorno della protagonista. Teresa esce dalla porta della casa della sua datrice di lavoro, licenziata da costei. Scorrono i titoli di testa e la camera segue la malinconica routine di Teresa, bambino piangente tra le braccia come una giovane mater dolorosa, costretta al taccheggio per procurarsi gli omogeneizzati per il pupo e ad attraversare la strada statale tra macchine veloci per raggiungere l’estrema periferia romana.
Il suo ritorno dopo la detenzione enfatizza l’impossibilità di ricreare un equilibrio malgrado il regista insista nel mostrare scene di pseudo normalità quali il desinare o il preparare i pasti.
Cupo come lo sguardo della protagonista, il film di Chiantini è una pellicola sincera che ha Emma come punta di diamante. Sicuramente da vedere.
piangente tra le braccia