Oggi sospendo temporaneamente la rubrica sui registi emergenti per una chiacchierata con Emiliano Ravenna, sceneggiatore di professione, che ci parla di due progetti, un cortometraggio noir già terminato ed un lungometraggio in produzione. Nell’articolo tutti i dettagli.
Per la prima volta su cinemio lascio spazio ad un’altra figura importante nella realizzazione di un film: lo sceneggiatore. Per l’occasione ho intervistato Emiliano Ravenna che ha all’attivo un cortometraggio, Novembre di Michele Anfuso, e Ritual, un lungometraggio thriller attualmente in produzione diretto dal regista Maurizio Nardelli.
Emiliano ha studiato regia, post produzione e tecnica del suono, ha seguito diversi eventi e spettacoli e vanta diverse collaborazioni. In questi giorni per esempio è impegnato in una collaborazione con il MIFF Milano International Film Festival che si terrà dal 4 al 14 maggio. Ma lascio subito la parola al protagonista di oggi.
Ciao Emiliano, grazie per aver accettato di rispondere alle mie domande. Di solito come nasce una tua storia?
Personalmente sono un grandissimo sognatore e di una sensibilità sconfinata, mi basta vedere un oggetto, una scritta o sentire qualche parola in un discorso al quale nemmeno faccio parte per assorbire e creare una storia. Molte volte quando mi parlano sembro assente ma è per via della mia mente che in quell’istante è attratta da qualcosa e sta già sviluppando un film nella mia testa.
Poi scrivendo mano a mano tutto si aggiusta seguendo le regole classiche, ma come partenza uso la mia sensibilità. Ad esempio per Novembre l’ispirazione è stato sentire un brano degli Overkill.
Di cosa parla nello specifico “Novembre”?
Novembre fondamentalmente parla del mondo di oggi e delle sue cattive abitudini, di come sia facile puntare il dito contro qualcuno mentre magari conviviamo con persone peggiori e nemmeno ci rendiamo conto del male che ci fanno.
La responsabilità della sceneggiatura in un cortometraggio o un film è completamente tua o per esempio lasci al regista la scelta di dialoghi o quant’altro?
Di solito io consegno la storia così come la vedo io e già con dettagli, dialoghi e tutto quello che serve per girarla. Poi il regista è ben libero di mettere del suo come nel caso del regista di Novembre, Michele Anfuso. L’importante è non stravolgere la storia e che il concetto rimanga quello.
Progetti per il futuro?
Più che di futuro parlerei di presente: attualmente è in fase di produzione una mia sceneggiatura, il film si chiamerà Ritual sul genere thriller e sarà auto e co-prodotto dal regista Maurizio Nardelli e una nota produzione. Attualmente sto anche collaborando con Stefania Rossella Grassi “…destinata a diventare la sceneggiatrice italiana più amata da Hollywood…” in un progetto di respiro internazionale. Ma per ora ma non posso anticipare altro…
Come è nata la collaborazione del film “Ritual”?
Mi è capitato di leggere il soggetto, ne leggo a milioni di amici o conoscenti che mi inviano il proprio materiale anche per chiedere cosa ne penso. Questo è entrato immediatamente dentro di me, ricordo che dopo averlo letto mi sono messo subito a scrivere la storia, e ti garantisco che capita molto raramente, è stato incredibile come ogni volta che aggiungevo qualcosa di nuovo, il regista mi diceva che era esattamente quello che aveva in mente lui.
Credo che per un certo periodo abbia pensato che più che uno sceneggiatore fossi un veggente!
Oggi come oggi è possibile girare film che abbiano successo o visibilità senza una produzione che sostenga le spese?
Io consiglio, per quanto sia possibile, di cercare di fare il meglio del meglio: che duri un minuto o novanta, che abbia una storia bella o meno bella, è fondamentale la qualità del prodotto finale in se. Poi il segreto credo che stia nel non perdere troppo tempo dietro ai “finanziatori del cinema italiano” e trovare altre alternative per auto finanziarsi.
Oramai in Italia la situazione è diventata ancora più artigianale, il prodotto si fa completamente in casa con i propri budget e i propri mezzi, la cosa fondamentale è cercare il miglior circuito di distribuzione possibile, quello è il punto numero due dopo una buon prodotto realizzato.
Gli investimenti per la realizzazione di questo film saranno elevatissimi ma dopo avere letto e riletto con molta attenzione la sceneggiatura ci siamo resi conto che valeva veramente la pena investire così tanto per un prodotto con una storia così contemporanea, reale …e così agghiacciante!
Ringrazio Emiliano Ravenna per la disponibilità e dò appuntamento a tutti i lettori di cinemio al prossimo articolo riguardante gli sviluppi del film Ritual di cui cinemio è orgogliosamente collaboratore.