In occasione della proiezione di Orecchie il secondo film in concorso al Sudestival 2017, siamo riusciti ad intervistare il regista Alessandro Aronadio. Ecco cosa ci ha raccontato.
Alessandro Aronadio, classe 1975 è regista e sceneggiatore oltre ad essere anche scrittore e fotografo. Il suo primo film Due vite x caso, ha partecipato a molti festival e vinto numerosi premi ottenendo un buon riscontro di pubblico e critica. Orecchie è il suo secondo lungometraggio, ancora inedito in Italia.
Intervista ad Alessandro Aronadio
Ciao Alessandro, benvenuto su cinemio. Orecchie è la tua opera seconda dopo il drammatico Due vite per caso. Come mai la scelta di passare alla commedia?
Guarda, l’augurio che faccio a me stesso è che ogni mio film sia sempre diverso dal precedente, per genere, messa in scena, linguaggio. Dopo il mio primo film, sicuramente drammatico, avevo voglia di fare una commedia. La libertà di lavorare con un piccolissimo budget mi ha consentito di fare qualcosa di meno convenzionale, di sperimentare un po’ in vari aspetti, di fare una commedia storta come mi piace definire Orecchie.
A cosa ti sei ispirato per la scelta del soggetto scritta a quattro mani con Astutillo Smeriglia (che abbiamo già incontrato su cinemio)?
Credo che in Orecchie ci sia uno spirito un po’ ebraico, che dà un ruolo centrale (anche dal punto di vista comico) più alla parola che alla situazione. Le influenze sono molteplici, e totalmente diverse. Credo che Orecchie sia un mix di Buster Keaton e Louis CK, Kaurismaki e i Griffin, Jacques Tati e Noah Baumbach, Woody Allen e Ricky Gervais, oltre al geniale Preti proprio di Astutillo Smeriglia…
Una bella sorpresa è il protagonista, l’esordiente Daniele Parisi, vincitore anche di un premio a Venezia. Come l’hai scelto e come hai lavorato con lui per la costruzione del personaggio?
Daniele Parisi era già nel mio primo film, protagonista di una scena molto bella, ma che purtroppo ero stato costretto a tagliare dal montaggio per questioni di lunghezza del film (è negli extra del dvd, però!). Da allora, però, paradossalmente, siamo diventati molto amici, e l’ho seguito nella sua carriera teatrale. Adesso Daniele è uno dei nomi di punta del teatro indipendente italiano. Scrive e interpreta da solo i suoi spettacoli, che sono veri e propri one man show, mostruose dimostrazioni del suo talento.
Arrivato al casting di Orecchie, avevo inizialmente provinato Daniele per un altro ruolo, ma è stato quasi subito evidente che sarebbe stato lui il perfetto protagonista del film. Anzi, scherzando (ma non troppo), a un certo punto gli ho detto che avrei voluto fargli interpretare tutti i ruoli… Con Daniele il lavoro è stato meticoloso e divertentissimo. Semplicemente, ci fanno ridere le stesse cose. Siamo imbecilli allo stesso modo, mettiamola così. Centellinare, scolpire la sua espressività, è stato davvero un lavoro esaltante.
Com’è andata la fase delle riprese? Ci sono aneddoti che ti va di raccontare?
Le riprese sono state velocissime, visto il ridottissimo budget a nostra disposizione: solo tre settimane (mentre normalmente un film viene girato minimo in 5-6 settimane…). Avendo un tempo così ristretto, la fase di preparazione è stata ancora più cruciale di quanto già normalmente sia. In questo, avere una produttrice come Costanza Coldagelli, esigente e scrupolosa, è stato davvero molto importante.
Un aneddoto. Sto girando la scena della visita del protagonista dal gastroenterologo, interpretato da Massimo Wertmuller. Sono al monitor, in una stanza diversa da dove gli attori stanno recitando. Improvvisamente l’inquadratura comincia a vibrare, effetto terremoto. Mi guardo attorno: tutti sgranano gli occhi davanti alle immagini che tremano nello schermo. Sembra quasi un problema tecnico. Chiamo lo stop, non posso fare altrimenti. Mi dirigo verso gli attori, apro la porta: trovo l’operatore col viso paonazzo, completamente coperto di lacrime. Durante la scena rideva così tanto per il dialogo Parisi-Wertmuller che non riusciva a tenere la telecamera ferma. Continuava a scusarsi e a ridere. Ho dovuto chiamare i classici cinque minuti di pausa.
Il film ha partecipato a numerosi festival. Com’è stato il riscontro di critica e pubblico? C’è un complimento o un’osservazione che ti è rimasta più nel cuore?
Sono stati moltissimi i commenti al film, e le reazioni, sia da parte del pubblico che degli addetti ai lavori, sono state molto emozionanti. La cosa che mi ha più sorpreso è che è un film che ha incontrato l’affetto di un pubblico estremamente eterogeneo, sotto ogni punto di vista. Un ragazzo di vent’anni mi ha scritto per dirmi che Orecchie gli aveva cambiato la vita. Però forse il complimento che porto nel cuore è quello di Piera Degli Esposti, che dopo aver visto per la prima volta il film alla sua prima romana, subito dopo il Festival di Venezia, ha detto nel successivo incontro col pubblico: E’ un film che merita il bianco e nero. Mi ha lasciato davvero senza parole.
Orecchie non ha ancora una data di uscita. Quando potremo vederlo al cinema?
Dovrebbe essere in primavera, con la 102 distribution.
Orecchie è stato proiettato lo scorso venerdì al Sudestival. Vuoi raccontarci le impressioni che hai avuto?
Il Sudestival è stata un’esperienza bellissima. Dall’edizione a cui avevo partecipato qualche anno fa col mio primo film, ho visto il festival crescere enormemente, grazie all’organizzazione di Michele Suma e dei suoi collaboratori. E l’ospitalità è davvero eccezionale.
Per quanto riguarda le proiezioni di Orecchie, fa sempre un certo effetto sentire dire che è stata aggiunta uno spettacolo extra per l’enorme richiesta di pubblico… Alla fine, in tre proiezioni, hanno visto il film più di un migliaio di persone e continuo a sorprendermi per l’enorme affetto del pubblico nei confronti del nostro film.
Ringrazio Alessandro Aronadio per la sua disponibilità e gli faccio un in bocca al lupo, a nome di tutta la redazione di cinemio, per l’uscita del suo film in sala che è stato programmato per il 18 maggio 2017.
Alessandro Aronadio al BIF&ST 2017
Alessadro Aronadio è stato premiato per il film Orecchie con il Premio Ettore Scola per la miglior regia nella sezione Opere prime e seconde del BIF&ST 2017. A premiarlo è stata direttamente Gigliola Scola, moglie del compianto regista.
Nei video che seguono il regista racconta com’è nata l’idea di questo film così particolare, che vanta presenze importanti nel cast e il cui protagonista è uno sconosciuto ma bravissimo Daniele Parisi. Aronadio racconta anche della sua attività di sceneggiatore, a suo avviso molto più tranquilla di quella del regista, e fa un in bocca al lupo a Vincenzo Alfieri, il cui film I peggiori di cui è sceneggiatore, esce lo stesso giorno del suo film.