Arriva nelle sale italiane il prossimo Giovedì 18 Maggio il primo film da regista dell’attore Vincenzo Alfieri, distribuito da Warner Bros e che mantiene il filo conduttore del cinema contemporaneo e americaneggiante derivato da Mainetti, Rovere e Sibilia: I Peggiori – Eroi a Pagamento.
I peggiori
Massimo (Lino Guanciale; Vallanzasca, Il volto di un’altra) e Fabrizio (Vincenzo Alfieri; Niente può fermarci, Manuale d’amore 3) sono due fratelli, trentenni, trasferitisi a Napoli dalla capitale e con la sorella tredicenne Chiara (Sara Tancredi). Economicamente alle strette, decidono di riprendere (in modo illecito) i soldi arretrati degli stipendi di Massimo che lavora in un cantiere edile per un albanese senza scrupoli (Tommaso Ragno; La pazza gioia, Io e Te). La situazione prenderà però delle pieghe inaspettate…
Trailer del film “I Peggiori”:
L’inevitabile
Succede sempre così. Il sistema produttivo mainstream nostrano punta sul sicuro. Poi arrivano gli outsider. I produttori mainstream se n’è accorgono e provano ad emulare il nuovo filone. Spesso, però, la maggioranza di questi prodotti risultano figli anonimi e dispersivi dei concetti e dei temi dei progetti-zero di quel filone o sotto-genere. Nello specifico è chiaro dall’impostazione della regia alla fotografia, dalla struttura narrativa al citazionismo e fino alla caratterizzazione dei personaggi quali siano i riferimenti del regista e dei produttori (Fulvio e Federica Lucisano): Smetto Quando Voglio di Sidney Sibilia e Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, apripista di sottoprodotti e prodotti di valore che si stanno producendo e che, come questo, hanno già visto la luce.
Increspature
I problemi sono però diversi nel visionare il prodotto finale: viene da chiedersi quanto dell’idea originale (il soggetto è dello stesso regista) sia rimasta nel film che vediamo. Se l’idea è di per sé interessante, c’è un Biagio Izzo che (senza spiccare) dona valore ad un personaggio secondario, la piccola Sara Tancredi è una ventata d’aria fresca e il gusto pop è visibile nelle scelte di regia e montaggio, si riscontrano tanti problemi che sembrano più legati alla voglia produttiva sopra esposta più che al film in sé o al regista: i personaggi sono caratterizzati su archetipi hollywoodiani che perdono di credibilità (specie nel terzo atto); la sceneggiatura si muove tra la comicità spiccia e il valorizzare una visione d’insieme sociale, antropologica, politica e non colpendo nel segno proprio per la mancanza di equilibrio tra le due parti, come se non si sapesse del tutto che direzione dare al film.
E poi i protagonisti: Lino Guanciale dona verve e tridimensionalità al personaggio ma è nell’accoppiata con Vincenzo Alfieri che si perde il gusto de ‘la strana coppia’, risultando fiacca sin dal prologo. Sappiamo quanto raro e complesso sia il doppio ruolo del regista/attore (qui anche soggettista e montatore) e Alfieri dimostra di essere più capace dietro che davanti la macchina.
Nell’insieme, I Peggiori è un progetto riuscito a metà, che vuole diventare seriale e che ammicca ai “progetti-fratelli” sopra citati senza riuscire a raggiungerli sotto più punti di vista e relegandosi più che altro ad un film tv con idee brillanti limitate dalla macchina produttiva ermetica in cui sono state costruite.