Il cortometraggio di oggi parla di una scelta importante e lo si capisce già dal titolo: La scelta di Cristina. Ne parliamo con il suo regista Maurizio Nardelli che considera questa la sua opera prima perchè, come lui stesso ha affermato, ‘i lavori fatti precedentemente erano più che altro prove tecniche‘.
La scelta di Cristina
Luca e Cristina, due ragazzi come tanti alle prese con una scelta importante. Cristina è incinta e deve decidere se tenere o meno il bambino. Luca vorrebbe starle vicino, dire la sua ma sembra che Cristina voglia decidere da sola…
Tenere o no il bambino? Una scelta di fronte alla quale si può davvero restare paralizzati, nella quale la donna ha un pò il coltello dalla parte del manico e l’uomo rischia di subirne le conseguenze. E’ questo il tema principale di La scelta di Cristina, cortometraggio ben girato e dalla fotografia molto particolare, nel quale lo spettatore viene reso partecipe dello stato di confusione e di ansia che prende i due giovani protagonisti e le cui interpretazioni sono davvero buone. E proprio la confusione sembra un pò prendere i dialoghi del corto, unico punto forse più debole del lavoro di Maurizio Nardelli. Ma può anche darsi che il tutto sia voluto, dopotutto in quei momenti non si sa davvero che dire, e probabilmente questo, unito al mix temporale del corto (ci sono continui flashback e flashforward) regala realismo al cortometraggio.
Le domande al regista
Ciao Maurizio, benvenuto su cinemio. Iniziamo dal soggetto del corto. Come sei arrivato a questa storia, così dolorosa quanto, sicuramente, tanto frequente?
Il soggetto è nato diversi anni fa osservando un periodo amaro per la cronaca italiana in cui si parlava di aborto e gravidanze giovanili; così ho pensato perché non fare un cortometraggio? …e così ho scritto il soggetto che però è rimasto nel cassetto diverso tempo perché volevo trovare degli attori validi che potessero rappresentare al meglio le emozioni che volevo dare.
Non nego anche che i timori, le sensazioni e la delicatezza dell’argomento, credo che in età giovanile l’abbiamo un po’ toccata tutti con mano. Così ho voluto esprimere al massimo il “patos”che potevo dare con questo lavoro senza però toccare l’argomento vivo dell’aborto perché il mio scopo non era fare polemica (visto che ognuno di noi nel rispetto del pensiero democratico pensa quello che vuole) ma solamente far toccare con mano ai giovani quelle sensazioni che una persona prova in queste situazioni.
Parlami un pò dei due protagonisti. Come li hai scelti e come hai lavorato con loro per la costruzione dei loro personaggi?
I due protagonisti sono Lorenzo Arduini e Sara Tomasucci, attori che vengono dalla scuola di recitazione Hamlet di Pesaro fondata da Fabio Galli e dal teatro La Piccola Ribalta sempre di Pesaro. Li ho scelti perché avevano lavorato già con me in altre cosine, ma questa per loro e per me, diciamo che era la prima vera prova. Abbiamo lavorato molto nella costruzione dei personaggi facendo diverse prove di recitazione prima delle riprese perché come ho già accennato volevo un “patos” molto alto e quindi dovevano calarsi molto nella storia e nel relativo personaggio. Credo che abbiano dato molto e sono stato molto soddisfatto, soprattutto quando ho avuto commenti privati di persone che si sono commosse…questo dice tutto.
Com’è andata la lavorazione del corto? Ci sono degli aneddoti che ti va di raccontarci?
La lavorazione di qualsiasi opera credo che sia sempre difficoltosa che sia un corto o un film; soprattutto per noi che ci cimentiamo in cortometraggi “low budget” le difficoltà sono espresse in maniera esponenziale. Personalmente non mi lamento perché il mio staff comunque è fatto di persone molto capaci e tecniche e oltretutto che conosco bene. Quindi tutti i momenti difficili si riducono molto anche se i momenti di tensione ci sono sempre; non dimentichiamo comunque che ognuno di noi ha la sua personalità e il suo carattere e la difficoltà di un Regista credo proprio sia quella di gestire tutto questo a parte la questione tecnica pura e semplice.
Aneddoti particolari vorrei farli scoprire a voi: per esempio avete notato a cosa si riferisce il sottofondo mentre lei prepara i vestiti sul letto? Oppure perché la scelta stilistica nella diversità dei colori nelle varie scene? Va bene ve lo dico io: il sottofondo si riferisce ad una televisione accesa dove gira il Dr. House volutamente riferita alla situazione medica; mentre la diversità di “color” nelle varie scene è voluta considerando l’emozione che in quel momento vivono i personaggi. Ultima cosa la musica è stata composta e interpretata da me in quanto sono anche un musicista compositore.
C’è una curiosità sul montaggio che mi va di chiederti: il corto è ricco di salti temporali, nel passato e nel futuro. C’è un motivo particolare in questa scelta rispetto ad una, magari, più lineare?
Questa è la domanda che onestamente mi aspettavo perché l’argomento è stato fonte di discussione con Filippo Soevv, il mio Aiuto Regista nonché DOP, montatore e deputato alla color del cortometraggio. Infatti io volevo un montaggio più lineare mentre Filippo mi ha proposto questo tipo di montaggio che alla fine si è rivelato molto bello. Infatti con questi salti temporali ha dato una narratività particolare al corto e lo ha reso più dinamico e più intrigante… altrimenti sarebbe stato un pò lento… sicuramente.
Infine uno sguardo al futuro. C’è un nuovo progetto nel cassetto? Ti va di parlarcene?
Di progetti nel cassetto c’è ne sono diversi e alcune collaborazioni. Il progetto imminentea cui sto lavorando si chiama ANGEL di cui è uscito già un teaser. Posso dirvi che è un cortometraggio che tocca i sentimenti profondi di una coppia giovane e che uscirà, se tutto va come deve, entro l’inizio dell’estate ma… vi voglio lasciare con una frase del corto che dice: Passi la vita a crearti il tuo io ma alla fine, sei solo un uomo…
Ringazio Maurizio Nardelli per l’interessante intervista e spero di ritrovarlo presto in questa rubrica a parlare del suo nuovo lavoro.