Dopo averli chiamati in causa in occasione della recensione di Appuntamento con l’amore (ricordate il Valentine’s cake?), dev’essere per una sorta di punizione divina che mi sono ritrovata a vedere l’ultimo film dei Vanzina, La vita è una cosa meravigliosa, che ho cercato di guardare con occhi meno critici. Ed ecco ciò che ho scoperto.
Se Dante fosse qui la chiamerebbe legge del contrappasso: non vedo infatti nessun’altra spiegazione al fatto che, dopo aver immaginato i fratelli Vanzina girare il loro Valentine’s cake ad Hollywood (vedi recensione di Appuntamento con l’amore n.d.r.) mi sono ritrovata a recensire la loro ultima cinecolomba (e con questo, a meno che non inventino qualche dolce per altre feste nazionali, dovremmo aver chiuso il giro dei cinedolci). Il titolo è già tutto un programma: La vita è una cosa meravigliosa, che ricorda tanto il capolavoro di Frank Capra (La vita è meravigliosa n.d.r.) ma con cui ovviamente non ha nulla a che vedere.
La storia
La trama in sè è abbastanza banale e tutta incentrata sul detto ‘io dò una mano a te e tu la dai a me’. Si tratta di quattro storie intrecciate tra di loro: il chirurgo Gigi Proietti, su insistenza della moglie Nancy Brilly, deve coprire il figlio fannullone che non ha studiato per l’esame di medicina (come ogni figlio di papà che si rispetti). Chiede così un favore al professore, suo vecchio amico, che in cambio gli chiede di assumere la sua giovane amante come infermiera.
Il presidente di banca Vincenzo Salemme, amico del chirurgo, è stressato dai troppi favori ai politici corrotti e per risolvere il suo problema di pressione alta decide di andare in bicicletta. Conosce così un operaio, con una famiglia umile ma perfetta, strozzato dal mutuo. Il poliziotto Enrico Brignano, che lavora alle intercettazioni, scopre che la sua amante slava fa la escort: in crisi, conosce Luisa Ranieri, la fisioterapista della moglie del banchiere che sta controllando, e se ne innamora. Un pò più in secondo piano l’infatuazione tra l’elettricista Emanuele Bosi e la figlia capricciosa e viziata del banchiere Virginie Marsan.
Il risultato
Insomma la fiera di vizi e virtù del popolo italiano, con tanto di sottolineatura della differenza delle classi sociali (chissà perchè sono sempre più felici i poveri che i ricchi), e con un finale un pò fuori luogo. Non posso però non ammettere che il film mi ha fatto ridere e questo soprattutto grazie ai tre caratteristi, tutti in ottima forma: Proietti che sembra essere tornato alle sue migliori performance teatrali, Salemme, molto più a suo agio e spontaneo rispetto ai film da lui diretti e interpretati, e Brignano, l’uomo più amato dalle italiane, che sfoggia le sue faccine migliori per centrare l’obiettivo.
C’è da sottolineare inoltre che, insieme alle ultime hit del momento, usuali in film di questo tipo, c’è la colonna sonora del grande maestro Armando Trovajoli, segno che i Vanzina vogliono, almeno nell’intenzione, elevarsi dalle commedie italiane di basso livello (da cui anche la scelta del cast, lontana da veline, soubrette e comici televisivi). Infine ho il dovere di segnalare i commenti del resto del pubblico che ha visto il film: uscendo erano tutti col sorriso sulle labbra a dare valutazioni positive.
Insomma credo di aver capito il punto di forza del filmone delle vacanze (ovviamente di questo film, non voglio certo generalizzare): storia appena abbozzata ma comica perche riprende i difetti e i peccati degli italiani. In fondo Totò e Peppino facevano una cosa simile, forse con un pò più di professionalità, ma sortendo lo stesso effetto.
Copyright foto del film: © Photomovie/Francesca Martino