Studio Illegale: guerra e inganni tra avvocati anonimi

Esce nei cinema italiani, il 7 febbraio, il secondo lungometraggio del regista Umberto Carteni, Studio Illegale, tratto dall’omonimo romanzo di Federico Baccomo, con Fabio Volo, Zoé Felix e Ennio Fantastichini.

Trama

Andrea (Fabio Volo) è un avvocato che lavora in uno studio milanese di diritto internazionale molto rinominato.
Si occupa di acquisizioni e speculazioni di giorno e di feste e modelle di notte. La vita di Andrea sembra la vita perfetta del professionista di successo, ma cosa succede quando ci innamoriamo di una collega tanto bella, quanto brava nel suo lavoro? Chi l’ha spunterà con l’ultimo inganno?

Clichè, clichè, clichè

Inutile nascondere la natura di questo film: nonostante tutte le premesse, il cast, il soggetto letterario, questo film risulta, l’ennesimo, mal riuscito, noioso, film romantico che segue le solite regole e la solita storyline del: ci conosciamo, ci piacciamo, ci amiamo, litighiamo per incomprensioni, ci allontaniamo, ci riprendiamo, ci amiamo, vissero tutti felici e contenti.

Nonostante un buon cast di attori di contorno per snellire, addolcire e rendere simpatica e leggera la storia, il prodotto di Carteni risulta privo di novità, pieno di cliché, sia per quanto riguarda gli attori che le situazioni presentate, e il non inserire qualcosa di originale o nuovo, rende il biglietto pagato per il film non giustificato, perchè potremmo starcene benissimo a casa e vedere uno dei tanti film che presentano la stessa storia.

Se il libro pubblicato da Federico Baccomo, si presentava fresco, libero e divertente, il film non è riuscito a trasmettere nessuno di questi tre punti appena citati, risultando un prodotto terribilmente simile ad altri libri, di un altro autore/attore…. ovvero….

Fabio Volo è Andrea o Andrea è Fabio Volo?

Fabio Volo è molto attivo tra radio, tv, cinema e specialmente in campo letterario, è riuscito a piazzare ogni libro scritto da lui, in alto nella top dei libri più venduti.
Chi si è avvicinato al “mondo” di Fabio Volo sulla carta, o anche solo chi ha sentito alcune critiche pervenutegli, i libri da lui scritti, in special modo situazioni e personaggi, sono sempre gli stessi: uomini sulla trentina o più, single, occupati col lavoro, senza una relazione fissa, in continuo litigio con amici, mondo e parenti che dopo varie peripezie, o capitoli, troveranno la donna della vita, prendendola, perdendola e prendendola una volta per tutte.

Non possiamo non notare come il personaggio di Fabio Volo, Andrea, non è altro che il solito personaggio uscito dalla penna di Fabio Volo. Difficile pensare che egli non abbia avuto almeno qualche potere decisionale sulla sceneggiatura per quanto riguarda tale personaggio.
Questa cosa rovina un film, che già di suo presenta molte lacune, per non parlare di tempi comici non azzeccati e azioni caratteriali non giustificate del tutto, ma che con questa “influenza” poco casuale, trasforma i personaggi del romanzo di Baccomo, nei personaggi di uno dei tanti romanzi di Volo.

Il film prende il… Volo?

Sicuramente il regista usa bene la figura di Fabio Volo e i fan dell’attore lo apprezzeranno tantissimo, come il pubblico lettore che ha apprezzato i suoi libri, mentre per tutti gli altri, sarà un film senza l’originalità che si poteva sicuramente tirare fuori, magari basandosi di più sull’anima del libro soggetto.

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