In programmazione su Raiuno il 10 marzo La bambina che non voleva cantare è tratto dal libro autobiografico scritto da Nada Malanima Il mio cuore umano.
La nascita di un talento
Primi anni Sessanta, campagna livornese: in un casale povero ma decoroso vivono Gino (Sergio Albelli) uomo taciturno ma di buoni sentimenti, la moglie Viviana (Carolina Crescentini) di una bellezza sbattuta e soggetta a debilitanti crisi depressive, la nonna Mora, vedova da mill’anni e sempre in gramaglie (una sorprendente Nunzia Schiano assai padrona di un accento toscano che non le appartiene) e le due figlie Miria, una ragazza in procinto di maritarsi e la piccola Nada, una bambina ribelle e anticonformista.
Mandata dalle suore per accompagnare la sorella che frequentava una scuola di ricamo, Nada si accosta al coro dei bambini dell’istituto guidati da suor Margherita (una Paola Minaccioni assolutamente adeguata al ruolo).
La prima talent scout della piccola Nada, anni sette, è proprio la suora che assiste alla nascita di un talento ascoltando la bambina cantare angelicamente.
Pur controvoglia Nada inizia a frequentare le lezioni del tenero maestro Leonildo (Paolo Calabresi), praticamente un disadattato, alto e maldestro, capace di commuoversi fino alle lacrime ascoltando una canzone d’amore. La bambina spera che il suo canto possa risollevare l’umore altalenante di sua madre ma non sempre accade.
Ma gara dopo gara arriva per Nada (Tecla Insolia) la grande occasione: il Festival di Sanremo del 1969 e forse anche un amore importante.
La bambina che non voleva cantare – Una favola vera
Tratto dal romanzo autobiografico “Il mio cuore umano” scritto da Nada che con gli anni si è rivelata anche una eccellente scrittrice oltre che cantante di indubbio talento, il film tv è un biopic che si avvale di un cast di eccezione , ma soprattutto è una favola vera.
Nada non vive un’infanzia felice a causa della malattia della mamma che la fa soffrire ma è comunque serena grazie all’amore e alle cure di Miria e di Mora e per questo non ha mai avuto il canto come obiettivo, come racconta la stessa cantante-scrittrice alla conferenza stampa di presentazione:
“Sono la bambina che non voleva cantare, pensate se avessi voluto. Qualche anno fa ho scritto un libro, il mio primo romanzo, Il mio cuore umano, che parla della mia infanzia, del mondo in cui sono cresciuta e grazie al quale sono diventata quello che sono. Ho lasciato il mio paese contro la mia volontà e non ho avuto modo di ritornarci, perché intorno a me era successo di tutto, ma crescendo ho sentito sempre più il legame con le persone con cui sono cresciuta e ho sentito il bisogno di fargli arrivare i miei sentimenti. “
Il film di Costanza Quatriglio usa prevalentemente una tecnica di flashback che si avvale di molte analessi ma anche di salti temporali in avanti con un continuo confronto tra la Nada bambina e l’adolescente.
La giovane Nada è impersonata da Tecla Insolia, attrice ma soprattutto talentuosa cantante (Tecla si è piazzata seconda a Sanremo nuove proposte dietro Leo Gassmann) con una voce altrettanto potente.
Il classico appuntamento post Sanremese con le biografie romanzate di famosi cantanti si arricchisce di un ulteriore e prezioso tassello.
Mi è piaciuto tantissimo “la bambina che non voleva cantare”
L’ho trovato molto delicato, e allo stesso tempo struggente. Questa madre che soffre di depressione e trova la forza di reagire solo grazie alla voce della figlia. E Nada che pur di “salvare” sua madre continua a cantare.
La scena del matrimonio della sorella è emotivamente fortissimo.
Bravissime le due interpreti di Nada , ma anche Carolina Crescentini, ha dato un’interpretazione impattante