Recensioni film: I want to be a soldier di Christian Molina

Esce oggi nelle sale questo film con una produzione anche italiana nel quale si parla di guerra di violenza e di bambini. Ti interessa? Eccoti la recensione pronta.

La storia

di Daniele Meloni

locandina ufficiale del film i want to be a soldier

Una storia come tante altre, un tema che appartiene alla nostra odierna società, quella di Alex e della sua famiglia.

Alex, un ragazzo di 10 anni, cresce con il sogno di diventare astronauta e chiuso sempre di più in se stesso crea un amico immaginario, l’ astronauta Capitano Harry.

Dopo la nascita dei sui fratelli, gemelli, Alex si sente messo in disparte dai genitori e questi ultimi in particolar modo il padre lo ricompensa con qualcosa che il figlio ha sempre desiderato: una televisione in camera.

Da lì in poi Alex si nutrirà e si educherà attraverso la continua escalation di violenza che la tv gli propone e finirà per desiderare a qualunque costo una vita fatta di guerra e morte e creando a sua volta l’ alter ego dell’ astronauta cioè il Sergente Cluster.

Una produzione italo-spagnola

il regista del film Christian Molina

Temi forti e progetto coraggioso quello messo in piedi dalla Canònigo Films, casa di produzione catalana e Stars Pictures la casa di produzione di Valeria Marini con questo film che però non convince del tutto.

Il film si presenta infatti molto didascalico con una regia asciutta e poco spazio a colpi artistici del giovane regista spagnolo Christian Molina ma nel complesso il risultato stilistico è sufficiente.

I punti di debolezza del film…

Le note negative vengono dalla sceneggiatura che se all’ inizio regge bene la storia con le tematiche toccate con discreta delicatezza ma che via via con il tempo perde di efficacia e scade troppo nella retorica e nella voglia estremamente educativa.

Ovvio era non facile il compito visto che il problema dei bambini “drogati” dalla televisione è così comune da suscitare poco attrattiva e a cadere nella banalità basta veramente poco.

Il film sembra troppo schiacciato e non approfondisce in maniera esaustiva tutti i temi, come per esempio il ruolo dei genitori sempre troppo distaccati da una storia che per una famiglia è più che drammatica, e per assurdo descrive la psicologia di Alex e le sue decisioni con pochissimo trasporto.

E quelli di forza

Qualche nota lieta c’è: una è di certo l’ interpretazione eccezionale del piccolo Fergus Riordan a cui auguriamo un grande futuro e anche quella di Ben Temple che interpreta i due amici immaginari di Alex l’ astronauta e il sergente con grande intensità.

Da segnalare al contrario la pessima interpretazione di Andrew Tarbet che interpreta il padre di Alex con l’ intensità di una statua di gesso e i piccoli ruoli di Danny Glover e Valeria Marini preside e professoressa della scuola.

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