E’ nelle sale da oggi, all’interno del circuito cinematografico di Distribuzione Indipendente, Tutti giù per aria, il documentario di Francesco Cordio che racconta le vicissitudini dell’Alitalia e dei suoi dipendenti in occasione dell’acquisizione della società da parte del CAI.
Tutti giù per aria
In un periodo in cui la parola ‘crisi’ è ormai sulla bocca di tutti, fa davvero riflettere la storia dell’Alitalia, compagnia di bandiera che la crisi l’ha vissuta tra il 2008 ed il 2009 per poi essere ceduta ad una cordata di imprenditori privati che ne ha deciso le sorti.
Proprio in quei mesi di fuoco è stato girato Tutti giù per aria, il documentario di Francesco Cordio che vuole indagare sui cambiamenti avvenuti all’interno della società, un tempo totalmente statale, a seguito della crisi e del ‘tentativo di salvataggio‘ dell’allora Governo Berlusconi.
Il documentario, prodotto dagli stessi lavoratori Alitalia prova a raccontare la contestazione dei più di 10.000 dipendenti che, da un giorno all’altro si sono trovati da avere un lavoro sicuro (‘Avete sfondato, siete entrati in Alitalia‘, veniva detto ai piloti al termine del corso di addestramento) ad essere messi in cassa integrazione dal nuovo consiglio di amministrazione.
Il docufilm è nato dall’idea di Alessandro Tartaglia Polcini, assistente di volo cassaintegrato Alitalia, e Matteo Messina, giornalista freelance, che hanno effettuato mesi di riprese della contestazione della categoria di lavoratori dell’ex Alitalia, dei quali ben 14.000 hanno perso il lavoro mentre quelli rimasti si sono ritrovati con un nuovo contratto, appoggiato da sindacati confederali e di categoria, che non osserva più molti dei diritti fondamentali come ad esempio quelli che tutelano le mamme lavoratrici e che le esonerano dal lavoro notturno.
Negli oltre 60 minuti di montato, il regista ed i protagonisti cercano di sfatare la feroce campagna mediatica fatta dai giornali contro i lavoratori, in quel periodo totalmente ignorati, e mostrano all’opinione pubblica la verità, il punto di vista di chi ha dovuto subire la situazione, fidandosi di governanti e sindacati. Il ‘fantomatico salvataggio‘ della società è stato in realtà un accordo tra parti che non ha tenuto assolutamente in considerazione chi della società ha fatto parte da anni e che da un giorno all’altro si è ritrovato senza nulla in tasca.
Ottima la decisione di inserire tra le immagini di repertorio una parte di fiction nella quale un assistente di volo cassaintegrato, interpretato dall’attore Fernando Cormick, accompagna lo spettatore all’interno della contestazione, rendendolo così partecipe di emozioni e sensazioni che i media non hanno saputo o voluto mostrare. La voce fuori campo è invece di Roberto Pedicini, noto doppiatore, che ricorderemo sicuramente come voce di Kevin Spacey.
Davvero molto commoventi ed intense alcune scene che i media non ci hanno mai mostrato, e che da spettatori vorremmo totalmente inventate, come quella della rivolta delle mamme con i loro bimbi e quella nella quale le scale di ingresso della società vengono seppellite da divise, ormai inutili, dei lavoratori licenziati.
Nel cast anche le partecipazioni straordinarie di Dario Fo, Marco Travaglio ed Ascanio Celestini (protagonista assoluto e strepitoso della parte finale del documentario). Prima di concludere una citazione alla canzone dei titoli di coda, dalla quale il film prende il titolo, e che è stata scritta dal cantautore romano Luca Bussoletti appositamente per i lavoratori Alitalia.
Assolutamente da non perdere.