Ecco, mi ero appena ripromesso di non alimentare più le chiacchiere sui possibili premi Oscar 2011, che Repubblica mi fornisce un assist impossibile da non raccogliere. Giusto ieri ha pubblicato infatti un paginone sul successo americano di “Vincere“: il film (peraltro bellissimo) di Marco Bellocchio sulla tragica storia di Irene Dalser, l’amante che ebbe un figlio da Mussolini prima di venirne ripudiata e finire rinchiusa in manicomio fino alla fine dei suoi giorni.
Ebbene, Giovanna Mezzogiorno recita appunto la parte della protagonista femminile, e pare che la sua interpretazione abbia davvero fatto colpo nel pubblico americano. “Una bellezza esplosiva” l’ha infatti definita il New York Times, giornale senz’altro autorevole e vicino all’establishment cinematografico. Inoltre l’associazione dei critici Usa l’ha già nominata migliore attrice dell’anno: che questo premio sia l’anticamera dell’ambita statuetta? Il film ha ricevuto ottime accoglienze, e questo aiuta. Di contro, tutto ciò rende ancora più sconcertante – ma lo era fin dall’inizio – la scelta del nostro paese di candidare “La prima cosa bella” di Virzì (della serie, pago da bere a tutti se vince).
Insomma, ci sarà anche molto di provincialistico nel rilanciare questi articoli d’oltreoceano – in fondo, se non si parlasse di film italiani nessuno si accorgerebbe di ciò che scrive il New York Times – ma per una volta che abbiamo qualcosa di buono da mostrare al mondo (come ultimamente avviene troppo di rado) è anche giusto andarne fieri.
Non è italiano invece, ma altrettanto degno di attenzione, il film “Kill Me Please” del regista esordiente belga quasi-esordiente Olias Barco: del quale si è parlato molto in occasione del Festival di Roma, del quale è stato vincitore a sorpresa. Il film – in bianco e nero – è ambientato in una clinica svizzera dove si pratica la dolce morte, dove gli ospiti vengono cioè aiutati a terminare nel modo meno doloroso possibile la propria avventura terrena. A dispetto dell’argomento però questo non è affatto un viaggio nella disperazione: diventa al contrario una commedia nerissima, politicamente scorretta, che a detta di chi l’ha visto fa crepare dal ridere (scusate, questa è davvero orribile). Così scrive Natalia Aspesi, ancora da Repubblica di ieri, a proposito del personaggio esilarante del primario:
… Accoglierebbe solo i malati terminali, se da lui non arrivassero soprattutto ricchi depressi, folli, frustrati, falliti, che in realtà stanno benissimo, e immaginano la morte come un rito di passaggio non definitivo, un modo di cancellare i propri errori per ricominciare, per vendicarsi, per avere attenzione.
L’idea è tanto politicamente scorretta quanto brillante, e ammetto di essere curioso di vederlo.
allora, vediamo di fare un po’ d’ordine, perché qua si brancola nel buio:
1. Vincere non poteva essere il candidato italiano di quest’anno, perché ha concorso lo scorso anno, e gli è stato preferito Baaria.
2. Il film di Bellocchio non può comunque concorrere all’Oscar in NESSUNA CATEGORIA, perché è uscito contemporaneamente in sala e in VOD (video on demand)
3. Per quanto riguarda i premi attribuiti dai critici americani, LPCB NON CONCORREVA A QUESTA EDIZIONE, ma alla prossima, essendo uscito a gennaio 2010.
Un minimo di competenza in più da parte di chi pretende di gestire un sito specialistico di cinema sarebbe gradito.
mi hai colto in castagna, avevo del tutto confuso l’edizione di quest’anno con quella dell’anno scorso…. e pure convinto: la Mezzogiorno nell’intervista infatti citava “Baaria”, ma io penso: macché Baaria, hanno candidato Virzì!!!! e scrivo Virzì. shame on me.
ho delle scuse? no, a parte il rincoglionimento temporale avendo visto i film in questione parecchio tempo fa. oh però il sito non lo gestisco io, sono solo un incompetente collaboratore 😉
voglio spezzare una lancia a favore di Massimo perchè quando si parla di ‘competenza’ mi infastidisco un pò.
L’errore ‘madornale’ di cui Holden parla è stato fatto anche da Repubblica
http://www.repubblica.it/persone/2011/01/10/news/mezzogiorno_intervista-11033048/
pubblicato lo scorso 10 gennaio (il nostro articolo è dell’11)
In realtà l’aria di Oscar si è sentita veramente per poi essere smentita (http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/01/13/news/vincere_escluso-11181508/, articolo di oggi) dal fatto che giustamente Vincere era già stato candidato lo scorso anno e a cui è stato poi preferito (ingiustamente aggiungerei) Baarìa.
Quindi, per favore, cerchiamo di evitare di offendere il lavoro altrui perchè ERRARE E’ UMANO ma offendere no!
grazie Anto anche per la tua precisazione! da tutto questo comunque si conferma il precetto che dovrei sempre seguire: MAI FIDARSI DI REPUBBLICA 😀
non vedo offese nel mio testo, e del resto non era la mia intenzione; se l’accusa di scarsa competenza viene letta come tale, me ne scuso. In ogni caso l’articolo del 10 spiega l’errore riguardo alla candidatura della Mezzogiorno, non quello riguardo alla mancata scelta di “Vincere”, dietro il quale mi sembra di leggere una piccola dose di malanimo tipicamente italiano nei confronti di LPCB (peraltro alimentato dalle inqualificabili esternazioni di Guadagnino, che ha l’unico scopo di danneggiare Virzì; e d’altronde non vedo come fosse possibile candidare per l’Italia un film che – a prescindere dalle sue qualità – nel nostro paese non è stato praticamente visto da nessuno).
Beh, se non c’era intenzione di offendere allora sono contenta di riparlarne.
Quando si parla di scelte in ogni ambiente c’è ovviamente chi è d’accordo e chi no.
Per quanto mi riguarda io ho visto sia Vincere che Baarìa e ho preferito decisamente il primo che, a mio avviso, per lo meno per la storia e per il poco campanilismo, si addiceva di più agli Oscar.
E il premio alla Mezzogiorno non ne è altro che la conferma.
Quanto alla selezione di quest’anno, seppure LPCB mi sia piaciuto, io credo che ci fossero altri film più adatti agli Oscar. Primo fra tutti Mine Vaganti, il cui regista Ozpetek ha anche ricevuto numerosi riconoscimenti negli USA.