Di solito su queste pagine parliamo più dei personaggi che arrivano che di quelli che se ne vanno; però, la scorsa settimana cinematografica è stata particolarmente funesta e dunque per una volta giocheremo con la fascia nera al braccio.
Cominciamo ovviamente da Tony Curtis, che aveva 85 anni ed era uno dei pochi superstiti divi della Hollywood classica…
(so che le espressioni tipo “se ne va l’ultimo divo…” sono state utilizzate già per molti prima di lui, ma Curtis era veramente tra gli ultimi grandi). Vabbè, io ovviamente lo ricordo soprattutto per A qualcuno piace caldo (1959), la commedia-capolavoro di Billy Wilder che lo vedeva coprotagonista assieme a Jack Lemmon e Marylin Monroe.
Altri sono più affezionati alla sua serie degli anni ’70 Attenti a quei due con Roger Moore. E alla fine, ricordarlo strappa sempre un sorriso nonostante la circostanza. Ma purtroppo questa settimana si è portata via altri personaggi, dei quali pochi si ricorderanno. Arthur Penn era nato nel 1922, ed è stato uno dei registi più importanti della “nuova Hollywood”: un grande innovatore che ha sempre rimpianto di avere dovuto accettare troppi compromessi per lavorare, senza riuscire a realizzare esattamente quello che voleva. I suoi film più celebri restano Bonnie and Clyde, Piccolo Uomo e Alice’s Restaurant.
Misteriosa, e prematura (aveva 57 anni) è stata invece la morte di Sally Menke avvenuta il 27 settembre scorso. Devo essere sincero, io non sapevo nemmeno chi fosse: era infatti una montatrice, mestiere assai secondario nell’industria cinematografica. Però la sua figura è di assoluto rilievo per il recente cinema americano, perché è stata lei a montare praticamente tutti i film di Quentin Tarantino: da Le Iene, a Pulp Fiction, alla saga di Kill Bill fino a Inglorious Basterds.
Ultima triste nota la scomparsa il 29 settembre di Vincenzo Crocitti, che di anni ne aveva 61. Anche il suo nome non dice molto forse, ma la sua faccia l’avevamo vista un sacco di volte:
Uno dei tanti, impagabili caratteristi del cinema italiano. Aveva iniziato con i B-movies anni ’70, per poi trovare quello che resterà il suo ruolo più importante nel 1977: il figlio di Alberto Sordi nel film di Monicelli Un borghese piccolo piccolo. Negli ultimi anni tanta televisione, e da ultimo anche il film appena uscito di Avati Una sconfinata giovinezza.
E per oggi direi che abbiamo finito (meno male). I prossimi giorni speriamo di occuparci di cose più allegre. Intanto, questa è l’occasione almeno per recuperare i film citati.