State of play: è finalmente tornato il bravo Russel Crowe, insieme al bel Ben Affleck

Devo dire che il genere thriller in generale mi è sempre piaciuto parecchio ma non sempre purtroppo i copioni sono stati all’altezza delle aspettative.

State of play è un thriller che potremo definire giornalistico, nel senso che mette in scena la storia e il lavoro di un giornalisto “vecchio stampo”, ossia di quello che va direttamente sul campo e non ama la fama e neanche particolarmente internet e i blog, anche se in realtà ne capisce la potenzialità e cerca di sfruttarla.

ecco la locandina ufficiale del film originale

ecco la locandina ufficiale del film originale

La storia alla fine è abbastanza semplice, Russel Crowe è un gionalista del Washington Globe che si occupa fondamentalmente di cronaca, ma che scrive anche  reportage, il quale si trova ad indagare su un triplice omicidio e scopre dei nessi che legano questi fatti fino ad arrivare al coinvolgimento del suo amico Stephen Collins (Ben Affleck) ora giovane ed ambizioso deputato di un comitato che controlla le spese per la difesa nazionale.

In realtà il film è ripreso da una serie televisiva americana ma è particolarmente interessante in quanto affronta il tema ancora una volta della corruzione pubblica e delle coperture di stato ai traffici illeciti di armi attraverso la storia di tre omicidi fondamentalmente mischiandoci insieme la fine della storia d’amore tra il giovane deputato Collins e sua moglie (che ricorda tanto l’attualità italiana) e il mondo giornalistico fatto di scandali.

Unire insieme questi tre fattori non è sicuramente molto semplice a meno che non si voglia montare un documentario o un reportage; in questo caso invece lo spettatore riesce ad osservare la realtà, il mondo della politica, i suoi scandali quotidiani attraverso gli occhi di un giornalista vero senza però annoiarsi mai perchè ci sono sempre delle verità da scoprire.

Si è vero il film è pieno di urgenze improrogabili ma la sua forza è che si intravede il progetto finale, il giornalista Cal McAffrey (Russel Crowe) non è alla ricerca dello scandalo che porterà in prima pagina per vendere tante più copie possibile (anche se il giornale in realtà non va bene), Cal non è schiavo di nessuno tantomeno dei soldi e della fama ma soltanto della verità che cercherà di raggiungere fino alla fine riuscendoci peraltro e rischiando anche parecchio.

Sarebbe bello se anche nella realtà italiana ci fossero questo tipo di giornalisti e di giornalismo che in realtà credo siano oramai una razza in estinzione purtroppo visti i giornali stampati che circolano.

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