Questa settimana Elena, la nuova collaboratrice di cinemio, ha deciso di recensire un film passato che personalmente non ho ancora visto, ma dalle premesse sembra piuttosto interessante, se non altro ci ricorda i fatti di cronaca che queste settimane ci stanno letteralmente inondando.
Allora il film di cui ha deciso di parlare è “La signora ammazzatutti”, commedia americana del 1994 di John Waters con Sam Waterston, Kathleen Turner, Matthew Lillard, Ricki Lake. Il titolo originale che a mio parere è di gran lunga superiore è Serial Mom.
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La trama:
Baltimora, in un quartiere borghese lontano dal caos cittadino, il sole spende, gli uccellini cinguettano, i vicini si scambiano paffuti sorrisi. Attorno a questa armonia gira la vita di una famiglia perfetta, padre dentista, due figli adolescenti e lei, la madre, l’angelo del focolare, o forse in questo caso sarebbe più corretto dire il demonio del quartiere.
La Serial Mom è interpretata da una strepitosa Kathleen Turner, che fa della famiglia e del bon-ton la sua ragione di vita. Tra le mura domestiche è dolce e amorevole, ma nel tempo libero intrattiene rapporti epistolari con serial killers, fa telefonate anonime a dir poco pornografiche alla vicina (che ebbe la cattiva idea di fregarle il parcheggio al supermarket) e compie una serie di omicidi con armi improvvisate, una più bizzarra dell’altra, fino a brandire un cosciotto di tacchino, (tipico simbolo di armonia familiare durante il Thanksgiving Day).
Il risultato? Un fenomeno mediatico eccezionale.
La scena che vale il film è senz’altro il processo finale alla “mamma sanguinaria”.
John Waters porta sullo schermo un fatto di cronaca e dimostra come la tv influisce sulla coscienza dello spettatore, finendo per trasformare un serial killer in super star. Le azioni vengono svincolate da chi le compie e alla fine resta solo il personaggio, il talk show, la foto stampata sulla maglietta. Forse questo argomento può apparire banale, ma è raccontato con grande ironia e non risulta mai scontato. Tutti gli attori sono simpatici ed autoironici, la Turner fa del suo personaggio una buffa caricatura di psicopatica, spumeggiante e imprevedibile.
Ma chi è John Waters?
Il regista è famoso per il suo cinema trash al limite dell’oltraggioso, basti pensare che la sua musa ispiratrice per molto tempo è stata Divine (un travestito obeso conosciuto sui banchi di scuola).
Ma chi si aspetta un John Waters “vecchia maniera” resterà deluso da questo film, che è molto “annacquato” rispetto alle immagini volutamente schifose e oscene di Pink Flamingos (1972) Agitazione Femminile (1975) e Polyester (1981, che in america uscì in odorama, gli spettatori attraverso dei cartoncini distribuiti al cinema potevano sentire gli stessi odori dei personaggi nel film) .
Col tempo il regista è diventato più commerciale anche se l’idea di fondo non sembra essere cambiata, il cattivo gusto ed i personaggi negativi continuano a destare simpatia e interessare nel pubblico.
Una curiosità.
Johnny Depp ha avuto il suo primo ruolo da protagonista proprio in una pellicola di John Waters Cry baby (1990), dove interpreta un bello e dannato stile Marlon Brando. Il film non è entusiasmante, ammicca al musical ma dopo un paio di canzoncine orecchiabili annoia.