Race - il colore della vittoria

“Race – il colore della vittoria” di Stephen Hopkins. Quando lo sport si trasforma in atto di coraggio.

Race – il colore della vittoria la storia dell’atleta  afroamericano Jessy Howens, che negli anni ’30 divenne un grandissimo corridore e partecipò ai giochi olimpici di Berlino del 1936 vicendo 4 medaglie d’oro (le 100 yards, le 200 yards piane, le 220 yards ad ostacoli e il salto in lungo) sotto gli occhi di Adolph Hitler, diventando un simbolo della lotta contro il razzismo.

Race - il colore della vittoria

Race – il colore della vittoria

Stephen Hopkins è un regista eclettico, che proviene dal mondo dei film thriller horror (Nightmare 5: il mito (1989), Predator 2 (1990) per citarne quelli più conosciuti). Questa è la prima volta che si cimenta in un film decisamente molto importante per l’argomento che tratta. Riesce con maestria, a ricreare gli ambienti dell’epoca, con una cura per i costumi e per la fotografia, curata da Peter Levy, con cui aveva già collaborato in diversi film.

Stephen Hopkins Race - Il colore della vittoria

Stephen Hopkins il regista di Race – Il colore della vittoria

Race – Il colore della vittoria

Il racconto parte dall’ammissione di Jesse (Stephan Jemes) presso l’università statale dell’Ohio, dopo essersi fatto notare in alcune gare di velocità, in cui vince parecchie medaglie. Una conquista molto ambita per un ragazzo che proviene dai bassifondi dell’Alabama, dove ha dovuto da subito iniziare a guadagnare da vivere, mentre frequentava ancora la scuola dell’obbligo. Solo nel momento in cui il padre riuscì finalmente a trovare un buon posto di lavoro, Jesse potè dedicarsi completamente alla corsa. Il percorso che intraprenderà questo ragazzo, lo porterà anche ad abbattere delle barriere mentali, tanto da avere un amicizia con l’atleta tedesco Carl Luz Long (David Cross), che durerà fino alla sua morte.

Race - Il colore della vittoria

Stephan James in una scena di Race – Il colore della vittoria

Per avere un riconoscimento ufficiale, Owens dovrà aspettare il 1976, dove venne invitato presso la Casa Bianca, dal presidente Gerald Ford, da cui ricevette la medaglia presidenziale della Libertà.

Ma in parallelo c’è anche la storia del comitato olimpico americano,  che si trova davanti al bivio di partecipare o boicottare le olimpiadi tedesche, per protestare contro la dittatura del Furer. William Hurt ha ottenuto il ruolo di Jeremiah Mahoney, presidente della Amateur Athletic Union che cercò di boicottare le Olimpiadi del 1936.

Questo opera evoca  Momenti di Gloria (1981) di Hugh Hudson, in cui viene raccontata la storia di due velocisti, uno inglese ed uno ebreo, che vinsero le olimpiadi come medaglie d’oro entrando nella storia. Il film sarà distribuito nelle sale italiane dal 31 marzo 2016 dalla casa di distribuzione Eagle Pictures.

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