E’ stato presentato alla 77a Mostra internazionale del cinema di Venezia Meel Patthar, un film Indiano proposto nella categoria “Orizzonti”.
La regia è stata affidata a Ivan Ayr che in merito al suo lavoro ha detto:
“Questo film rappresenta il ritratto di un individuo che lotta per emergere nella società indiana contemporanea, schiacciata dal peso delle enormi disparità e delle complessità che la caratterizzano. Al centro della storia troviamo un esperto autista di camion, un vedovo segnato dal passato, sullo sfondo di un sistema capitalistico che si sta sgretolando. Ho scelto la prospettiva di un camionista per mettere in risalto questo tipo di lotta in quanto vedo aspetti singolari e interessanti nella natura di questa professione. Una contraddizione in termini: una mobilità intrappolata entro i confini del proprio camion. Percorrere fisicamente delle distanze non significa necessariamente arrivare da qualche parte: un aspetto di cui il protagonista alla fine acquisisce consapevolezza. Il film è stato realizzato al culmine dell’inverno nell’India del Nord, principalmente nelle prime ore del mattino; il che si è rivelato utile per creare una messa in scena di stampo industriale, caratterizzata dalla inevitabile presenza di tonalità grigie e tetre.”
Ivan Ayr
Meel Patthar
Ghalib è un camionista che per primo raggiunge i 500.000 km con il suo mezzo: un record per la compagnia in cui lavora! Se da una parte è orgoglioso per il risultato raggiunto, dall’altra la vita lo mette davanti a una realtà che non avrebbe mai voluto vedere o che forse ha ignorato per troppo tempo.
A seguito di un improvviso e lancinante mal di schiena, Ghalib, si trova obbligato a far ritorno a casa. Qui troverà una lettera nella quale la famiglia della moglie defunta gli chiede un risarcimento, secondo loro la donna si è tolta la vita a seguito di una forte depressione legata anche al fatto che il marito non ha contribuito a farle avere un’esistenza felice… Oltre a questo, al protagonista verrà affiancato un giovane ragazzo, i suoi capi vogliono che gli insegni il lavoro e tutti i trucchi del mestiere perchè, essere un camionista non vuol dire solo saper far girare le ruote del camion…
Qualche clip in anteprima dal film
Il personaggio interpretato da Suvinder Vicky è un uomo pacato e molto riflessivo che vede dall’oggi al domani la sua vita sfuggirgli dalle mani. Sebbene la società e la cultura Indiana sia molto diversa dalla nostra, il film può offrire diversi spunti di riflessione:
- La precarietà (e la poca riconoscenza) del lavoro. Ghalib è una persona che ha sempre dato anima e corpo per la sua azienda, con l’attività che svolge si è spesso trovato nella situazione di stare molto tempo fuori casa e trascurare così anche la sua famiglia. Tutto questo non sarebbe neanche così sbagliato se non fosse per il fatto che i suoi capi, non appena si è presenta l’occasione, cercano di sostituirlo con un ragazzo giovane e forte. Secondo diverse ricerche si è scoperto che tra le persone anziane il rimorso più diffuso, è proprio quello di aver dato “troppo” al lavoro ed aver sottratto del tempo da passare con i propri cari e da dedicare agli hobby. So che potrà sembrare una sciocchezza, soprattutto in questo particolare momento storico dove la disoccupazione è alle stelle ( con giovani scartati perché non hanno esperienza e adulti troppo “vecchi”) ma, bisognerebbe cercare sempre la giusta via di mezzo.
- La pace con noi stessi. Abbiamo sentito e letto molte volte che tutto comincia da noi, se non stiamo bene e non ci accettiamo, come possiamo pensare di affrontare la vita con lucidità ed ottimismo? Potrebbe sembrare una frase fatta ma non esiste nulla di più vero. Non è semplice trovare “la pace dei sensi” ma quando davvero iniziamo a capire cosa conta realmente, siamo in armonia con i nostri pensieri e non ci prendiamo neanche troppo sul serio, l’ambiente che ci circonda appare sotto un’altra luce. Bisogna accettare quello che la vita ci da e come diceva Aristotele “Se c’è una soluzione perché ti preoccupi? Se non c’è una soluzione perché ti preoccupi?”
Senza andare troppo fuori tema, questi sono i due principali punti su cui il film ci vuole far riflettere: almeno secondo me. Ognuno cerca ( come nella musica per esempio) qualcosa nel cinema, in relazione anche al fatto di cosa sta vivendo in quel determinato momento.
Probabilmente Meel Patthar non sarà un Blockbuster ma merita comunque di essere preso in considerazione. Secondo me, il film, cattura lo spettatore e migliora con lo scorrere dei minuti ma la cosa più importante è che si tratta di una pellicola che fa pensare, anche dopo diverso tempo dalla fine dello spettacolo.
Io vi auguro una buona visione e come dice Ghalib in una scena clou, i tempi brutti come quelli belli non durano per sempre.