Marley: il ritratto dell’uomo e della leggenda mondiale

In esclusiva nazionale solo oggi 26 Giugno potrete vivere al cinema l’uomo, l’icona, la sua musica, la sua forza, il suo coraggio che vive ancora oggi in qualsiasi parte del mondo e passa senza nessuna voglia di arrestarsi di generazione in generazione: approda al cinema “Marley”.

Per la regia di Kevin Macdonald (State of play, L’ultimo re di Scozia), che già da anni viveva il desiderio di trasportare al cinema la vita di Bob Marley, questo documentario riesce ad infondere in poco meno di due ore e mezzo la vita, le debolezze, i punti di forza e la musica del re del raggae.

Ma soprattutto tenta di capire come sia possibile che, a distanza di oltre trent’anni dalla morte, Bob sia riuscito ad arrivare al cuore di ogni persona sulla terra e soprattutto quale fosse il suo messaggio, ciò che tentava di trasmettere e i motivi per cui lo faceva.

La storia

Bob Marley nasce a Nine Mile, un piccolo villaggio della Giamaica nel 1945 e la sua carnagione mulatta gli crea sin dalla giovane età un’esistenza da emarginato poiché “né nero né bianco”.

Eppure questa stessa “debolezza” diventerà anni dopo il suo punto di forza e il suo mezzo di unione, attraverso la musica, di tutte le razze di tutti i paesi sotto un unico credo: la pace tra gli uomini, la fratellanza, la cooperazione.

Una vita con un unico vero amore (Rita Marley) ma con tante storie importanti, il rapporto con i figli, una vita dedita alla musica sin dalla giovane età che lo porterà a lasciare la scuola per dedicarsi totalmente ad essa. Seguirà la nascita del gruppo dei The Wailers con cui avrà una lunga collaborazione ed esploderà la sua carriera, ricca di avvenimenti, soddisfazioni, dischi e tour in giro per il mondo, dall’America all’Europa, dall’Asia all’Africa.

Prologo del film:

Le musiche

Ovviamente la colonna sonora è ricca delle più famose canzoni dell’artista, a partire dal perfetto prologo con “Exodus”, proseguendo poi con “Stir it up”, “No woman no cry”, “Zimbawe”, “Judge Not” o “Redemption Song”. Viene rivelato così il motivo per cui alcune di queste canzoni sono nate, il loro significato e le forti emozioni che regalavano e regalano tutt’oggi al pubblico, uno dei misteri più affascinanti che avvolgono l’uomo.

Collaborazioni

Alla riuscita del documentario si deve la forte collaborazione di tutta la famiglia Marley, diversamente da altri documentari non ufficiali sul cantante fatti in passato. Tra gli altri, molto motivato alla riuscita del lavoro è uno degli undici figli di Bob, Ziggy Marley:

“Questo film è importante perché, nonostante in passato siano state fatte molte cose su Bob, credo sia la prima volta che viene data alla gente la possibilità di sentirsi emotivamente vicina a Bob come uomo, non come leggenda del reggae o come figura mitica, ma attraverso la sua vita di uomo.”

Oltre la famiglia molte altre le interviste realizzate ai produttori discografici che hanno collaborato con lui, ai compaesani, ad alcuni membri dei The Wailers, alle donne della sua vita.

Tutte queste interviste hanno avuto una svolta sorprendente ed inattesa: il regista, difatti, è riuscito a capire attraverso queste ultime quanto e in che modo Bob abbia lasciato un profondo segno in ognuna di queste persone e quanto abbia influito per loro.

Clip estratta dal film:

Dice Kevin Macdonald:

“Credo che la ragione per cui Bob sia sopravvissuto alla sua morte è perché ha parlato alla gente oppressa del pianeta, che fosse americana, inglese o tedesca, ma soprattutto, perché ha parlato alle popolazioni dei paesi in via di sviluppo, che sentono di essere sempre stati trattati come reietti, di essere stati scavalcati dall’occidente o cose simili. E la sua è stata la voce che diceva ‘Arriverà il vostro turno. Ora siete a terra ma un giorno sarete lassù’ ”.

 trailer del film:

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