Se si è stati teenager negli anni ’80, allora non potrete fare a meno di riconoscere tutti i videogame che sono alla base di questo Pixels, titolo con Adam Sandler nelle vesti sia del protagonista che in quelle di produttore.
Pixels
Ma più che l’attore americano, i veri mattatori del film sono i personaggi di vecchi cult dei videogiochi, ricostruiti alla perfezione. Ci sono riferimenti a tutti tra i più famosi classici: Pac-man, Donkey Kong, Space Invaders, Tetris, Arkanoid. Difficile non averci giocato almeno una volta nella vita.
La storia di Pixels comincia nei primi anni ’80 dove seguiamo le vicende di alcuni ragazzini appassionati di videogiochi. E durante un torneo dove i nostri si sfidano a Donkey Kong, la NASA decide di inviare nello spazio una capsula con alcuni degli oggetti più noti sulla terra al fine di rappresentare la nostra cultura. A distanza di tanti anni, e quindi facciamo un balzo ai giorni nostri, degli alieni decidono di attaccare la razza umana.
E la ragione di tutto questo è presto detta: hanno scambiato quel vecchio dono come una dichiarazione di guerra. E per attaccarci, hanno creato delle copie dei personaggi videoludici che hanno visto in una videocassetta facente parte del dono terrestre. D’ora in poi la terra avrà a disposizione tre vite, proprio come in un videogioco, prima di essere rasa al suolo. A combattere questo stravagante attacco saranno proprio quei ragazzi di un tempo. Chi meglio di loro, che passavano giornate intere davanti ai grandi cabinati, può sapere come vincere le partite? E quando il team si forma ed è pronto ad andare incontro ai mostri, riecheggia un celato omaggio a “Ghostbusters”.
Trailer di Pixels
Buone intenzioni ma…
Molto riusciti gli effetti speciali seppur appesantiti da un inutile 3D. Divertente vedere come tutto venga trasformato in pixel, come il Taj Mahal distrutto da Arkanoid. L’idea in sé è brillante. Peccato che forse non si sia inquadrato bene il target di riferimento. Chi può apprezzare di più un film sul mondo arcade è proprio quella generazione che lo ha vissuto, quindi chi ora non è più in un’età prettamente adolescenziale.
E gli stessi difficilmente potranno digerire l’eccessiva faciloneria con cui la storia è stata trattata. Di genere infatti, nonostante le prerogative facciano pensare ad altro, siamo sulla commedia leggera. Quasi peso piuma. Con annessa storia d’amore che sboccia dopo pochissimi minuti e che ha davvero dello stucchevole. Quasi un marchio di fabbrica della filmografia di Adam Sandler.
Alla regia di Pixels troviamo Chris Columbus, autore dei primi Harry Potter ma diventato famoso soprattutto per Mamma ho perso l’aereo. Per non parlare poi del suo lavoro da sceneggiatore che ci ha regalato delle vere perle come I Goonies o Gremlins.
Pixels è liberamente tratto da un omonimo cortometraggio del 2010. In definitiva un buon film per riscoprire i videogiochi di un tempo e vedere sul grande schermo i vari Centipede e soci. Le intenzioni sono nobili ma sono spesso seppellite da trovate molto discutibili. Se dovessimo attenerci ad un livello prettamente cinematografico, allora siamo molto distanti dalla promozione a pieni voti.