ParaNorman: L’horror al servizio della StopMotion, tra citazioni e streghe cattive

Dopo il grande successo di Coraline e la porta magica per la regia di Herny Selick, la casa di produzione Laika torna sul grande schermo con una nuova avventura per ragazzi (e non solo) dal sapore di macabro e tetro e assolutamente narrata con la geniale tecnica dello stop motion: dall’11 Ottobre è arrivato nella sale italiane ParaNorman. Anche in 3D.

Trama

Norman (Kodi Smith-McPhee; The Road, Blood Story) è un ragazzino di 11 anni incompreso dalla famiglia che vive in una piccola cittadina dove non ha amici e passa il tempo a guardare film horror di serie b. E a parlare con i morti.

Sarà proprio per questa sua capacità “strana” che la città non potrà far altro che rivolgersi a lui quando un gruppo di zombie la invaderà mentre su nel cielo incombe una maledizione ultracentenaria.

L’arte di saper narrare

Affrontare un film in stop motion non è una capacità che tutti hanno. Oltre ai famosi film del regista Tim Burton, Nightmare Before Christmas (il regista è in realtà lo stesso Selick) e La Sposa Cadavere, e Henry Selick, Jim e la pesca gigante e Coraline e la porta magica, non molti altri hanno saputo affrontare il particolare e difficile genere.

Ora qui abbiamo in cabina di regia due allievi proprio di Selick, Chris Butler e Sam Fell, che sembrano aver appreso come una spugna dal maestro questa difficile e meravigliosa arte componendo qui un film, senza neanche il supporto di un romanzo alla base, che si mostra già una piccola perla ancor prima dei titoli di testa, dove l’essenza del film viene mostrata.

Norman e ParaNorman

Oltre alla magnificenza della tecnica, il film riesce ad ottenere una fotografia che si avvicina, come una citazione, ai film di serie b degli anni 50-60 e va avanti con una serie infinita di citazioni più o meno evidenti che portano da L’esorcista ai film di George Romero, dai film dell’italiano Mario Bava ai film della Hammer.

Il protagonista Norman è, come al solito, un’outsider che vive nel suo micro mondo che corrisponde qui alla sua città e la foresta limitrofa. Ma se Coraline e la porta magica sembrava avere molte più assonanze con il trend burtoniano qui il regista, e gli sceneggiatori, riescono a distaccarsi dal caposaldo della stop motion degli ultimi trent’anni senza mai però perdere di vista gli argomenti che più accomunano le due parti.

Trailer del film:

Freak

Nel film si sorride parecchio eppure si trovano alcune scene serissime all’interno di una storia che porta in evidenza le paure dei bambini senza dimenticare il tempo a cui si appartiene, che lascia la prospettiva a quella del protagonista di undici anni che dovrà affrontare ogni tipo di rapporto con la morte e con l’aldilà pur di essere compreso da coloro che comunemente vengono invece definite persone “normali”.

È il freak, alla fine delle cose, ad essere protagonista ed eroe della situazione.

A chi è consigliato ParaNorman? È consigliato a tutti. Ai bambini perché è sempre un film di animazione rivolto a loro e che tocca l’horror solo per mostrare le venature più comiche dei vari personaggi-tipo. È rivolto ai ragazzi perché se né innamoreranno e torneranno bambini per un’ora e mezza.

Ed è rivolto agli adulti perché non saranno davanti al solito cartone esclusivamente per bambini e non dovranno guardare l’orologio di continuo, nell’attesa estenuante che finisca perché si appassioneranno anche loro alla vicenda.

ParaNorman, come il film precedente della Laika, intenerisce e diverte senza mai perdere l’amore per il macabro e il suo carattere volutamente tetro e cupo.

Alcune clip estratte dal film:

Backstage:

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