Lars Von Trier, dopo Antichrist affronta il tema dell’uomo che ha di fronte un mondo che sta per dissolversi, guarda qui sotto se ti interessa conoscere meglio la trama del film.
Due sorelle a confronto
di Davide Cinfrignini
Melancholia è un’opera intima e dolorosa, stilisticamente accattivante; un viaggio nella vita di due sorelle le cui personalità possono rappresentare due facce dell’Io contorto dello stesso regista.
Von Trier ambienta la sua ultima opera in uno dei tòpoi cinematografici più di moda degli ultimi tempi, il matrimonio, che ultimamente ha dato vita a due piccoli capolavori drammatici di cinema indipendente come “Il matrimonio di mia sorella” di Noah Baumbach del 2007 e “Rachel sta per sposarsi” di Jonhatan Demme del 2008, dove l’evento sociale passa in secondo piano rispetto agli sconvolgimenti emotivi ( e alla possibile minaccia alla Terra del pianeta Melancholia ) delle due protagoniste.
Von Trier ordina la forma, per sconquassare il contenuto attraverso la descrizione degli effetti devastanti della depressione, della mania del controllo e della paura di perdere tutto.
Fine del mondo cioè fine dell’uomo
La possibile fine del mondo è una metafora dell’imprevedibilità della fine psicologica e fisica dell’individuo.
Complessivamente i personaggi di Von Trier sono irrimediabilmente oppressi dalla responsabilità di essere felici, un obbligo che fa nascondere ad ognuno la propria vera natura, fatta di cattiveria, egoismo e odio verso la natura che inspiegabilemente ha permesso all’uomo di essere l’unico e solo organismo vivente in grado di rendersi conto della sua vulnerabile mortalità.
Von Trier eccede con una visione autobiografica?
Paradossalmente è quando Von Trier si mette in gioco e dà ai suoi protagonisti i suoi stessi pensieri e le sue stesse ossessioni autodistruttive che il film perde di brillantezza, le emozioni si fanno didascaliche per il dogmatico ateismo/pessimismo cosmico e per il programmatico anticonvenzionalismo che svelano un certo qualunquismo di fondo nel pensiero del discusso regista danese.
Nella prima parte della pellicola Von Trier è invece fantastico nel tratteggiare con ironico cinismo il mondo borghese ipocrita e privo di valori dei suoi protagonisti, anche attraverso i movimenti della “camera a mano” che rendono l’azione estremamente realistica e piacevolmente movimentata.
Alcune clip dal film
Eccovi un assaggio di Melancholia