Jigoku _ La Divina Commedia d’oriente

Jigoku è un film horror giapponese del 1960 diretto da Nobuo Nakagawa (per chi non lo conoscesse, lui in Giappone è come Mario Bava per noi in Italia) con protagonisti Shigeru Amachi, Utako Mitsuya, Yoichi Numata e Hiroshi Hayashi.

È stato l’ultimo film prodotto dalla Shin Toho che aveva già attraversato gravi problemi finanziari. Ad oggi, Jigoku è considerato un vero e proprio film di culto non soltanto per il Giappone, ma per il mondo intero che però lo ha “scoperto” tardi per via della mancata distribuzione. In Italia infatti, ad oggi non è ancora stato doppiato.

Jigoku
Locandina del film Jigoku

Jigoku

La trama del film si può dividere in due parti: nella prima parte vengono presentati i vari personaggi, le loro storie e di conseguenza i loro peccati; nella seconda parte invece il film assume una visione infernale in cui tutti i peccatori pagano per le loro colpe, senza risparmiare nessuno…

Nobuo come Dante

C’è sempre un inizio, un punto dal quale si origina tutto e attorno al quale tutto si evolve e si tramanda per anni, secoli. Dante con la sua Divina Commedia fu l’origine di un qualcosa, di una visione del Paradiso/Purgatorio/Inferno che avrebbe condizionato per sempre il nostro modo di pensare. Ci sono tanti autori che attraverso il cinema hanno dato la loro visione dell’opera di Dante, da Jarmusch al più recente Von Trier con il suo “La casa di Jack“.

La casa di Jack
Una scena del film La casa di Jack

In Giappone invece il primo a dare una propria visione (dell’inferno) fu Nobuo Nakagawa negli anni 60. Non si può parlare di “innovazione” perché già prima esistevano pellicole horror nipponiche di un certo spessore, tipo Kaidan, ma parlando di Nobu forse il termine da usare è “rivoluzione“. Chi ha visto il film sa già cosa lo aspetta nel finale, un’esplosione di sangue, terrore e torture. Visioni che, nel nostro “secolo” ormai non scandalizzano più nessuno, ma immaginate di essere negli anni 60′ e di trovarvi davanti a tutto ciò per la prima volta. L’horror esisteva già, certo, ma l’obiettivo di Nobuo con Jigoku, era quello di rivoluzionare la sua visione dell’horror, aggiungendo elementi Gore di tutto rispetto. È un po’ come accadde da noi con Bava, ed in un certo senso i due registi sono simili tra loro, hanno
entrambi “rivoluzionato” la nostra concezione di cinema…

Jigoku
Una scena del film

Esplosione di colori e di peccati

Come già accennato nella sinossi, Jigoku può essere suddiviso in due parti. La prima, introduttiva, con dei momenti più “lenti” e ci sono scene molto particolari i cui dettagli saranno importanti per il prosieguo della storia. Nonostante sia una parte del film in cui vengono introdotti i personaggi e i loro “peccati” e quindi allo spettatore viene posta una visione morale degli eventi, tra i suddetti eventi vi è spesso una nota quasi goffa, divertente, scene relativamente ironiche che danno l’impressione di non trovarci davanti ad un film horror ma più davanti a un qualcosa di simil/grottesco. Tra peccati più o meno ingenui, la fotografia usa i colori tipici del tempo, senza l’uso particolare di luci.

Jigoku
Una scena del film

La seconda parte invece è di tutt’altra pasta. È un po’ come assistere alla vita e successivamente alla morte, in Jigoku avviene questo passaggio onirico dove però stranamente, la morte ha più colore ed è più “movimentata”. Tre sono i colori che più risaltano in questo inferno Nobuesco: il rosso che rappresenta il peccato; il verde che accenna una lieve speranza che tutte quelle visioni siano in realtà un brutto sogno; ed il blu, che se accostato al nero del cielo, rappresenta le anime dei peccatori che hanno perso la serenità di un tempo e la loro linfa vitale diviene pietra e si accascia a terra, in silenzio, formando il terreno sulla quale gli altri peccatori camminano.

Il trailer del film

L’inferno di Jigoku è come un grande dipinto dove questa esplosione di colori accesi è accompagnata da intere sequenze gore, dove il sangue scorre a fiumi e non c’è pietà per nessuno. Per Nobuo non esiste redenzione, la sua è una società amorale dove i peccati non possono essere dimenticati. Che siano di guerra o di altro “stampo” alla fine dobbiamo fare i conti con noi stessi e attraversare l’inferno per essere torturati. Jigoku è un vero e proprio capolavoro, un film innovativo e di importante rilevanza culturale. Appassionati di horror e non, di cinema asiatico e non, va visto a prescindere per avere una visione completa non soltanto dell’inferno, ma di cinema con la C maiuscola.

Jigoku
Una scena del film

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