Nel braccio della morte con Tom Hanks: Il miglio verde

Paul Edgecombe (Tom Hanks) vive in una casa di riposo disturbato da incubi frequenti. Decide di renderne partecipe anche una sua amica Elaine.  E’ il 1935 quando Paul va a lavorare nel carcere di Cold Mountain e conosce John Coffey. E’ nel braccio della morte per aver stuprato e ucciso due sorelline.Conoscendolo, Paul si stupisce di come possa aver compiuto un gesto simile un uomo cosi dolce e sensibile. Indaga negli archivi. In carcere giunge un altro detenuto violento con l’accusa di aver ucciso una donna incinta durante una rapina. Durante i primi giorni genera panico e disperazione.

Paul accusa forti dolori alla vescica, da tempo infiammata. Il gigante buono John Coffey si accorge della sua sofferenza e avvicinandolo guarisce il suo male generando luce ed espellendo insetti dalla bocca. Paul è sbalordito.

Dopo aver guarito lui riesce a curare la moglie del capo del carcere, malata di tumore al cervello.  nel finale sarà rivelato il reale colpevole del reato commesso nei confronti delle due sorelline , ma non sarà il bene a trionfare.  Tra scene deliranti dei carcerati e sequenze di morte nella stanza delle tortura, si conclude un racconto incredibile e imperdibile.

Tematiche

Il Miglio Verde è un corridoio di linoleum verde che doveva condurre i carcerati alla stanza della temuta sedia elettrica. Niente di più macabro.  Forse prolisso ma pacato senza eccedere nella lentezza noiosa. Anche se costellato di luoghi comuni come il topolino, il carcerato violento, la guardia sadica, il film non è affatto banale e scontato.

Si snoda attorno ad un filo conduttore che marca una netta distinzione tra bene e male. Nelle scene finali non si riescono a trattenere le lacrime che sgorgano a causa della frustrazione di tutti i personaggi del film. Amicizia e rispetto che conducono ad un epilogo senza dubbio denso di significato: i buoni non vincono sempre.

Il gigante buono non colpevole subirà la stessa sorte del colpevole. Dolore, vita e morte che annienterebbero anche il più cinico dei critici.

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