Il nuovo film della regista che si è tolta di dosso il sottotitolo di ‘figlia di papà’ con i suoi film caratterizzati da un’ottima regia e sempre autoriali, Sofia Coppola.
Trama
Tratto da un articolo pubblicato su Vanity Fair, Sofia Coppola racconta la storia vera di un gruppo di ragazzi che, ossessionati dalle grandi stelle di Hollywood, invidiandone la vita e gli oggetti, decidono, di svaligiare le case dei loro beniamini, quando quest’ultimi sono fuori per sfilate, eventi o a girare film. Inizialmente preso come gioco, diventerà un’appuntamento fisso per questi ragazzi, finchè la giustizia non li fermerà.
Stile e contenuti
Per analizzare il bisogna, bisogna dividere il prodotto in due parti: regia e contenuti.
Recentemente criticata per il suo Somewhere, già Leone d’oro a Venezia, anche in Bling Ring, Sofia Coppola adotta uno stile registico molto autoriale, fermo nelle proprie immagini, non ossessiva verso i suoi protagonisti, ma aperta a campi lunghi, a grandi riprese dove far muovere le proprie pedine. Se in Somewhere la lentezza della regia era da attribuire ad uno stato intimo del protagonista (la sua vita era vuota e noiosa, per questo il film riprendeva lo stesso stile) qui invece la regia rimane sempre ferma ma dettata dal ritmo delle rapine, dalla musica dei diversi night club e locali dove i ragazzi si fotografano con la refurtiva.
I contenuti invece sono veramente poveri, ed è qui che il film pone le prime domande: come si pone Sofia Coppola con i suoi stessi protagonisti? Li condanna o li giustifica?
Per trovare una via di mezzo, ecco che il film ha una linea neutrale, non prendendo nessuna scelta visiva o emozionale: vediamo dei ragazzi allo sbando, senza oggettività, dei veri cretini insomma, con genitori totalmente assenti e se ci sono, li vediamo più cretini dei loro figli. Mancando di giudizio genitoriale e registico, il film alla fine potrebbe risultare decisamente povero di contenuti. E’ a discrezione dello spettatore decidere se salvare i protagonisti, ossessionati da questa Hollywood marcia e da Los Angeles, la città degli angeli che continua ad opprimere i suoi giovani abitanti, per gusto o per necessità, o se condannarli, loro e con le relative famiglie, per la mancanza di valori.
Conclusioni
Insomma, Bling Ring entra nella categoria dei prodotti buoni, ma con riserve. Sicuramente uno dei film meno riusciti della Coppola, ma non per questo brutto, anzi, alcune sequenze risultano girate con garbo e specialmente il personaggio interpretato da Emma Watson è quello più analizzato e che riassume tutto il senso del film.